IL PORTIERE CHE VISSE DUE VOLTE
Il quartiere Resuttana a Palermo è un posto nel quale si intrecciano le vite di personaggi pieni di storia e fascino i quali hanno segnato la storia di questa stupenda città.
I principi Valguarnera di Niscemi, Ferdinando III di Borbone, Joseph Whitaker, i Marchesi di Mazzarino ed altri ancora, storie di uomini, di personaggi e personalità che hanno vissuto o sono passati in questo angolo di città che ancora oggi brilla di luce propria.
In questo scenario, alla fine degli anni 50 e precisamente il 3 Febbraio 1959, viene alla luce Emilio Zangara, ragazzo come tanti della sua generazione che sogna un futuro ricco di gol magari con la maglia rosanero; Zangara comincia infatti a giocare a calcio con il pallino di farli i gol, è attaccante provetto quando l'Amat (una piccola società palermitana che nel periodo del boom economico sforna talenti a ripetizione, può bastare come esempio Totò Schillaci?) lo tessera tra i suoi giovani virgulti, ma presto ci si accorge che quel ragazzo è più bravo a sventarli i gol che a realizzarli...e da lì incomincia una storia bella, che si intreccia con altre storie belle altrettanto!
La prima esperienza tra i grandi è a Favara, provincia di Agrigento che negli anni diverrà familiare. Con la locale Pro, Zangara vince il torneo di Promozione edizione 1979/80 davanti ad un distaccato Ravanusa e con la bellezza di 91 reti segnate (in 30 giornate!) a fronte di sole 15 subite, e arriva così l'esordio nella serie D nazionale; la stagione successiva il "suo" Favara si piazza settimo, a ridosso del gruppo di testa e ben lontano dalle zone paludose della classifica, per il giovane portiere sono anni di apprendistato nei quali spicca comunque già la notevole capacità di giocare la palla con i piedi, reminescenza di quell'infanzia nella quale si sognava con un 9 sulle spalle!
Ancora tre stagioni nella piccola Favara, nelle quali la squadra disputa campionati relativamente tranquilli, e nell'estate del 1984 arriva la chiamata che non ti aspetti, Licata, serie C2 girone D, calcio professionistico a cura di un mister dal nome e dai metodi decisamente curiosi... Zdenek Zeman!
LA SCALATA DI LICATA!
Alla foce del Salso Zangara trova un gruppo di ragazzi votati al sacrificio provenienti, in gran parte, dalle giovanili del Palermo; ritrova anche Pippo Romano, suo compagno a Favara un paio di stagioni prima, ed incomincia ad apprendere "il verbo" di quel mister che vuole il portiere capace di giocare la palla con i piedi, come fosse un difensore aggiunto. Come nelle belle favole Zangara si ritrova titolare e vincente al suo primo campionato tra i professionisti, 32 gare e 29 reti subite sono uno score niente male; il Licata arriva primo con 44 punti (2 ne valeva la vittoria), davanti al Sorrento e segnando la bellezza di 58 gol, il secondo miglior attacco ne vanta 38! È lì che ha inizio la filastrocca dei Zangara, Consagra, Gnoffo, Taormina e Campanella, che ha Licata equivale alla conosciutissima Sarti, Burgnich, Facchetti ecc...
Lo scalino successivo per il portiere palermitano si chiama C1, il Licata e il suo profeta lo confermano senza tentennamenti per un campionato che vedrà i gialloblù esibirsi su palcoscenici quali Foggia, Cosenza, Salerno, Messina ed altri ancora. Il primo campionato in terza serie vede Zangara e il suo Licata protagonisti di un girone d'andata strepitoso, nel quale pare che la serie B sia a portata di guanti (basterà aspettare..), dopo 17 gare i gialloblù sono terzi dietro Messina e Taranto e soltanto un girone di ritorno decisamente deludente (appena 10 punti racimolati) spegnerà le ambizioni di una città; Zangara scende in campo 29 volte subendo 32 reti, tutto nella norma se si è il portiere della squadra di Zeman, intanto comincia a farsi un nome anche per quel suo modo di trattare la palla coi piedi ..
La stagione successiva incomincia con l'addio al mister Boemo, al suo posto arriva Aldo Cerantola e la squadra vive un campione sulla falsariga del precedente, andata decisamente meglio che il girone discendente e per Zangara l'alternanza col portiere Bozzini (18 presenze per entrambi), un giovane di scuola Inter arrivato nell'Agrigentino dopo una stagione in C2 alla Cairese; insomma, un anno di transizione in attesa del boom...
DESTINAZIONE PARADISO
Estate 1987, il Licata si accinge a disputare il suo terzo consecutivo torneo di C1, Zangara è oramai un punto fermo della formazione siciliana che proprio da lui comincerà a costruire quel miracolo che si concretizzerà a fine campionato! La banda di Cerantola suona a memoria, domina il girone restando imbattuta in casa e ai fondamentali 15 gol di La Rosa (capocannoniere del girone in coabitazione con Romiti e D'Ottavio) aggiunge le parate del suo portierone, sempre presente e battuto solamente in 20 occasioni! È serie B per una cittadina che quasi nemmeno osava sognarla, è serie B per un ragazzo partito dal calcio di periferia della sua città ed arrivato tra i "grandi" a suon di sacrifici, e il bello deve davvero ancora arrivare!
B DI LICATA....
Licata è una squadra quasi esclusivamente composta da ragazzi siciliani, su una rosa di oltre 20 giocatori (primavera compresi) solo pochissimi sono "forestieri", i toscani Mazzarri (sì, proprio Walter) e Bianchi, il bolognese Fantini, il bellunese Boito e il napoletano Donnarumma; l'11 Settembre 1988 è la data fatidica, al "Dino Liotta" arriva il Catanzaro per la prima di B, la squadra disputa un incontro gagliardo e Zangara è chiamato ad intervenire in non più d'un paio d'occasioni firmate Palanca e Gori, il battesimo è andato, ora c'è un anno per dimostrare che la B non è troppo per quel ragazzo partito dall' Amat!
Il campionato scorre via tra esaltazione e, poche, paure, alla settima la matricola siciliana espugna Parma (perentorio 0-3) ed è seconda in classifica dietro alla corazzata Genoa; poi un pochino di appannamento che costa il posto a Papadopulo e una tranquilla salvezza con Scorsa. In tutto questo Zangara è un punto fermo della squadra gialloblù, disputa un campionato di buona qualità totalizzando 25 presenze, le ultime in maglia licatese, ma a fine stagione il richiamo del mister Boemo è troppo forte, Zangara si accasa a Foggia, ancora B ma a fare da chioccia!
FOGGI...A!
In terra di Puglia il portiere palermitano si trova a fare da dodicesimo ad un giovane Francesco Mancini, portiere emergente ed al terzo anno di Foggia; per l'ex licatese le presenze in campionato saranno solamente 3, tutte tra la 16esima e la 18esima, quando gioca da titolare contro Parma Ancona e Monza. I satanelli chiudono in ottava posizione e per Zangara arriva la riconferma nella stagione successiva!
Il 90/91 è l'anno del miracolo (un altro!) di Zeman, il Foggia sale in A dopo un'assenza durata 13 anni e il portiere palermitano mette la sua firma disputando altre tre gare; inizia la stagione da dodicesimo ed occupa la panchina nelle prime cinque giornate di campionato, poi una lunga indisponibilità lo tiene fuori fino alla ventesima e dalla successiva sarà convocato fino al termine del campionato. L'esordio stagionale avviene al minuto 72 di un Ancona-Foggia deciso otto minuti prima da Franco Ermini a favore dei dorici; Zeman gli concede poi le ultime due gare, a promozione matematica avvenuta, e così Zangara gioca per intero nel 3-3 casalingo col Pescara e nella vittoriosa trasferta di Reggio Calabria (2-4 per i satanelli) che di fatto chiude un campionato da incorniciare!
LA VIA DEL TRAMONTO
A questo punto Zangara opta per cambiare strada, non segue il profeta Zeman in massima serie, ma accetta la corte della Salernitana, neoretrocessa dalla serie B e desiderosa di ritornarci subito. La stagione non và come deve, lui è il secondo di Efficie e trova spazio in sole tre occasioni in un'annata che vede alternarsi sulla panchina granata Simonelli e poi il grande Tarcisio Burgnich; parrebbero le ultime presenze tra i professionisti per il portiere oramai 33enne, ma ci sarà un'appendice che forse nessuno, lui compreso, si aspetta!
RITORNO AL... PASSATO
Le ultime tappe di una carriera più che appagante Zangara le vive nelle categorie dove tutto (o quasi) era incominciato, la stagione 1992/93 lo vede protagonista a Castrovillari, Interregionale, la squadra è un complesso di buona fattura che schiera in attacco la coppia Ortolini (in B a Catanzaro) e Germano Carnevale (fratello di Andrea) e conta in rosa su Gianguzzo e Baratto, insomma niente male; Zangara si alterna col più giovane Galati e mette assieme 12 presenze in un campionato chiuso al secondo posto dietro la promossa Battipagliese ed al pari del Real Catanzaro.
Chiuso il capitolo calabrese il portiere che fu di Zeman si concede un'ultima tappa nell' Agrigentino, nostalgia forse di una gioventù passata in un attimo; l'ultima maglia che indossa è quella dello Sciacca e con quella disputa due stagioni. La prima lo vede impegnato nel torneo regionale di Eccellenza, mentre la successiva gli agrigentini sono protagonisti di un bel piazzamento in serie D, torneo nel quale Zangara disputa 24 gare che parrebbero chiudere la sua esperienza tra i pali.... parrebbero abbiamo detto...
UN'ALTRA VITA
La passione di una vita non svanisce certo con l'età, non la si può fermare, forse contenere o gestire, ma resta, pulsa dentro e non si ferma mai; è così che Zangara, smessi i panni dell'estremo difensore incomincia a collaborare con la squadra della sua città, il Palermo. Dove non è arrivato con i guantoni ci arriva con la saggezza e la consapevolezza di poter insegnare ai ragazzi come ci si muove dentro e (soprattutto) fuori da quella porta che può glorificarti o crocifiggerti in un attimo.
Il Palermo edizione 1996/97 è un gruppo disilluso da una stagione fallimentare, dopo il campionato precedente nel quale una squadra imbottita di palermitani (mister Arcoleo compreso) ha concluso al 7' posto e per qualche periodo ha pure sognato un'improbabile serie A; la stagione è girata male, in porta ha cominciato Adriano Bonaiuti poi emigrato a Cosenza, ha continuato il giovane ed affidabile Vincenzo Sicignano, e quando s'è infortunato (al 72' della ventottesima giornata) è subentrato un altro ex licatese dei tempi d'oro, Carmine Amato giunto in Sicilia in sostituzione di Bonaiuti. Per le successive gare perciò Amato è titolare, mentre le funzioni di dodicesimo le svolge il giovanissimo Corona (classe 1979), tagliato però dalla partita interna contro la Lucchese, che fare a questo punto?
Ecco l'idea, avvalersi delle antiche capacità del preparatore dei portieri e schierarlo col 12 sulla schiena, non serve mai il portiere di riserva (si dice), perciò non c'è da fare chissà che se non la presenza...
Il 4/5/1997 perciò Zangara rimette piede nel campionato di serie B, dal quale si era congedato titolare al termine di un Reggina-Foggia 2-4 il 16 Giugno 1991; la situazione dei picciotti rosanero è effettivamente disperata, l'ultimo posto non dista poi così tanto dalla salvezza ma la squadra ha il morale sotto i tacchi...dalla trentaduesima alla trentottesima infatti la squadra di Vitali (subentrato ad Arcoleo) incamera solamente 5 punti e Zangara è sempre in panchina al suo posto, ma con un sogno...
IL GIORNO MIGLIORE
Da sempre da quando ha cominciato a vagare sui campi da calcio Zangara ha un sogno, comune a migliaia di altri ragazzi che intraprendono la strada del calciatore, giocare almeno una volta con addosso la maglia della squadra della propria città quella per la quale da piccolo ti ritrovavi ad essere un inferno di emozioni, sogni e sorrisi!
Il 15 Giugno 1997 quel giorno arriva, a Genova, stadio "Ferraris" quartiere Marassi; la partita è un monologo rossoblù, il Genoa deve vincere col Palermo (oramai retrocesso senza appello) e sperare nel contemporaneo insuccesso di una tra Bari e Lecce per agganciare il treno che porta in paradiso, ma come pronosticato dalla logica pallonara i baresi strapazzano un Castel di Sangro già salvo ed i leccesi passano, con la coppia Francioso-Palmieri, in un "Manuzzi" già condannato a palcoscenico da serie C1.
A Genova al 19' Masolini insacca il rigore per i padroni di casa, cinque minuti dopo Saurini acchiappa un pari che servirebbe solo alle statistiche, ma Pisano in chiusura di primo tempo in quelle statistiche decide di entrarci come marcatore; Centofanti al 57' ed ancora Pisano all'ora di gioco fissano il punteggio sul 4-1 che non muterà più!
Gioco, partita, incontro ed al 63' mister Vitali decide che è il momento di realizzare un sogno, richiama Amato (anche lui ex Licata) in panchina e getta nella mischia Zangara, il quale in un mix di ricordi, soddisfazione e felicità resta imbattuto fino al termine di una gara che oggi è riassunta in un freddo tabellino, ma se raccontata da chi l'ha vissuta sprizza emozione da ogni singola parola!
"Avevo smesso da due anni, allenavo i portieri e non pretendevo certo di rimettere i guanti; successe però che ad una decina di giornate dalla fine Sicignano si fece male terminando la propria stagione. Ad Arcoleo era subentrato Vitali nel disperato tentativo di evitare la retrocessione, e proprio Vitali mi volle come dodicesimo, si era puntato per qualche gara su un ragazzo della Primavera ma il mister non era convinto; pretendeva un secondo portiere esperto e così , nonostante le mie resistenze iniziali, mi convinsero a rimettermi in gioco, anche perché era Maggio ed ormai non si trovava più nessuno sul mercato.
Feci sei panchine e poi quello spezzone di gara a Genova; Vitali mi voleva già far esordire la Domenica precedente quando battemmo in casa il Chievo (3-1), ma io rifiutai dicendo che avrei aspettato l'ultima gara. A Genova eravamo oramai condannati, ma l'emozione di esordire con la maglia della mia città fu qualcosa di indescrivibile, una grossa soddisfazione per me che ero partito dall'Amat per poi emigrare a Favara dove ho iniziato a costruirmi una carriera ed il Palermo non l'avevo mai incrociato nel mio destino se non un paio di volte come avversario L'emozione più grande però rimane quella legata agli anni di Licata, se penso a ciò che abbiamo combinato in gialloblù mi si gonfia ancora il petto d'orgoglio; certo, non capita tutti i giorni di giocare in B dopo che hai già smesso, ma Licata è una cosa tutta particolare!"
Oggi Emilio Zangara trasmette il suo sapere ai giovani aspiranti portieri rosanero cercando di tramandare anche quella voglia di non mollare mai indispensabile a chi vuole arrivare!