mercoledì 18 luglio 2018

CON ROTA PIACENZA GIRAVA


L'ondata di caldo che nel Luglio 1983 investì la nostra penisola non risparmiò di certo Piacenza, anche se lì la temperatura era alta da un pó, almeno in ambito pallonaro, i biancorossi al termine di un campionato costellato di disavventure societarie, cambi tecnici ed inutili rivoluzioni in rosa erano sprofondati in C2 facendo paventare l'ipotesi di un' ingloriosa uscita di scena definitiva.
Ma è proprio quando tutto sembra perduto che nascono gli amori più belli, ed in quella insolita estate, in quel fazzoletto di pianura padana ne sbocciano addirittura due e si chiamano Garilli e Rota...ma andiamo per gradi.

                      C2 SÌ, MA DI PASSAGGIO...

Garilli è un  imprenditore attivo nel ramo della distribuzione del gas e rileva oneri ed onori dall' uscente Angelini responsabile al pari di altri di una situazione al limite della tristezza, C2 vuol dire Mira, Brembillese, Rhodense ed Omegna, onestamente un pó troppo poco per una squadra come il Piacenza, ma Garilli ed il suo staff contano di risalire immediatamente affidando il bastone di comando alla roccia bergamasca Titta Rota...sarà amore,più o meno.
Il via vai di giocatori cambia pelle alla squadra e Titta incomincia a studiare, ma le cose paiono davvero non girare, il mister ha puntato forte sul suo legame con la natia Bergamo e con l'amata Atalanta facendo arrivare a Piacenza il giovane Madonna (già 19 presenze nella Dea al suo attivo), l'ex allievo Reali dalla Casertana (con Rota a Bergamo nel biennio 78-80) e ad ottobre quel Baldizzone che aveva fatto esordire in A nemmeno ventenne ma veniva da due stagioni di forzata inattività a causa di un gravissimo infortunio subito ad un ginocchio, purtroppo il ragazzo non riuscirà nemmeno a giocare un minuto e ad appena 24 anni appenderà le scarpe al fatidico chiodo.
Le cose, come accennato poc'anzi, paiono davvero non girare e il vernissage della coppa Italia di C porta ancora più sconforto tra il popolo biancorosso, se il 21 Agosto la sconfitta interna ad opera del Brescia di Orrico ci può stare (0-1 contro una compagine di C1 che punta alla B) così non è per lo 0-3 targato Ospitaletto che getta nel panico più totale anche il piacentino più ottimista. Rota è tranquillo, dalle sue parti i conti si fanno alla fine e a testa bassa il mister continua a lavorare come un pazzo, il pari di Mantova e la sconfitta nel ritorno di Brescia precedono la prima vittoria ad Ospitaletto (0-1, Mulinacci), mentre il rovescio interno ad opera di un Mantova che approfitta del penalty sbagliato da Pederzoli (1-2) non spaventa più di tanto il mister che ha già la testa al campionato.
Il 18 settembre a Biella, trascinato da un Madonna incontenibile, il Piacenza passa 1-2 e la settimana dopo bissa la vittoria domando un combattivo Montebelluna (3-2) grazie al trio Adamo, Mulinacci, Pederzoli; in campionato i biancorossi incominciano a volare e tra un pari e una vittoria chiudono l'andata imbattuti ed al secondo posto, dietro ad un grande Pavia. Nel ritorno una piccola flessione (prima sconfitta alla 21' a Mantova) e tre sole sconfitte non impediscono al Piace di difendere la seconda posizione ed andarsi a riprendere quella C1 persa appena un anno prima, a Mira (Ve) il 27 Maggio 1984, in una giornata che meteorologicamente pare più da incubi che da sogni, Rota e i suoi hanno troppa voglia di vincere e già al 4' minuto il (guarda caso) bergamasco Filosofi insacca la rete che vuol dire promozione!
La prima stagione del roccioso Rota s'è conclusa con promozione e miglior difesa (solamente 21 reti subite), il lancio del giovane Madonna (13 reti) e l'entusiasmo ritrovato in una piazza che solamente pochi mesi prima credeva d'essersi persa...il minimo è proseguire l'avventura insieme!
       
                  NUOVAMENTE IN C1

La stagione 1984/85 incomincia sotto il segno del cambiamento, se ne vanno Mulinacci, Adami, Pederzoli e Zavarise accompagnati da altri comprimari ed al loro posto vengono accolti giocatori dall'illustre passato come Azzali, Crialesi, Mastropasqua, Foscarini e Di Nicola insieme a giovanotti dalle belle speranze quali il portiere Lorieri e la colonia bergamasca che presenta il peperino Valoti (da Alzano Lombardo come Madonna), ed i giovani Bresciani e Serioli prelevati, anche qui guarda caso, dai dilettanti del Ponte San Pietro nel bergamasco; la già citata colonia sul quale può contare Titta perciò è oramai un piccolo esercito, ai confermati Filosofi, Reali e Madonna si sono aggiunti appunto Bresciani,Valoti, Serioli e Il navigato Snidaro! Con un nutrito gruppo di bergamaschi perciò mister Rota non può che sentirsi a casa e dà il meglio di sé stesso; la squadra bissa le scarse prestazioni della precedente stagione in coppa Italia ed esce alla fase a gironi rimediando figure non troppo dignitose al cospetto di Trento, Virescit e del solito Ospitaletto, il tutto non lascia presagire niente di buono e l'inizio del campionato non è certo dei migliori; al buon pareggio esterno di Vicenza dell'esordio si aggiunge quello casalingo col Pavia ma alla terza il mondo pare crollare quando una tripletta di Maragliulo ed un gol di Bonometti seppelliscono il Piacenza in quel di Brescia. Rota non vacilla, con la lena che lo contraddistingue tiene insieme un vaso che pare sgretolarsi e pian piano convince i suoi che si può fare di più, il faticoso pareggio in rincorsa con il piccolo Jesi è solo il primo passo verso un incredibile quanto esaltante rimonta che mette in fila 19 risultati utili interrotti dalla quasi casuale sconfitta di Rimini a Marzo, da lì altre nove partite fruttuose prima della sconfitta a Carrara alla  penultima giornata contro una compagine affamata di punti salvezza. Il cammino si chiude in seconda posizione, ma a pari punti c'è il L.R. Vicenza e così a Firenze il 16 Giugno 1985 è spareggio per la B!

                     GIORNO DI FUOCO!

La giornata è di quelle che sarebbero calde anche a dicembre, 5000 piacentini giungono a Firenze per spingere una squadra partita per ben figurare contro un Vicenza che già il Luglio precedente bramava la B, la gara è vibrante e vive sull'entusiasmo degli uomini del Titta contrapposto alla tecnica e maggior esperienza dei vicentini di Giorgi; tutto pare finito quando il fantasista Cerilli affonda un missile nella porta difesa da Lorieri, ma Carlo  pareggia rimandando il discorso ai supplementari dove un uno-due dei berici mette fine ai sogni di gloria di un Piace che si sente defraudato dall'arbitraggio a senso unico di Amendolia. Due anni dopo la gara verrà tirata in ballo dal presidente del Vicenza il quale confesserà , nell'ambito dell'inchiesta sul secondo scandalo totonero, di averla pilotata distribuendo soldi a destra e a manca aiutato sul campo da uno dei più fidi uomini di Rota... Gian Filippo Reali, per i biancorossi la beffa sarà doppia.

              LA RINCORSA CONTINUA...

Non è certo uno spareggio, peraltro inatteso, perso che può scalfire nell'animo un personaggio come Rota, perciò il Battista non si abbatte e lavora già per arrivare lì dove solo s'è avvicinato; la dirigenza lo asseconda e così alle partenze dei bravi Lorieri, Valoti, Filosofi e Di Nicola fanno da contrappeso gli arrivi di un regista coi  fiocchi come De Gradi assieme al terzino Tessariol, dell'ala Simonetta più i giovani Nardecchia e De Solda; non può ovviamente mancare l'arrivo di un prodotto atalantino e si punta così sul portiere Bordoni che unito ai confermati Serioli, Bresciani, Madonna e Snidaro mantiene numerosa la compagnia bergamasca.
La pecca di una squadra indicata dagli addetti come una possibile vincitrice è quella di partire a singhiozzo (un pó come nelle precedenti stagioni), ad un girone d'andata decisamente sotto le aspettative
(Da panico l'esordio casalingo con sconfitta ad opera di un modesto Legnano e la seconda giornata con la battuta d'arresto di Carrara) si contrappone un ritorno da favola nel quale i biancorossi paiono una macchina perfetta, dodici risultati utili consecutivi vengono interrotti dalla sconfitta nello scontro diretto col Modena che di fatto decreta la salita in B dei canarini (al pari del Parma) a scapito proprio della truppa di Rota. Il 27 Aprile 1986 però i tifosi biancorossi hanno l'occasione di godere della prima affermazione internazionale allorché la squadra di Rota strapazza in finale, nel torneo Angloitaliano, 5-1 il Pontedera di tale Marcello Lippi dopo che in semifinale aveva demolito gli inglesi del Woodford Town con un perentorio 4-0.

                    B DI PIACENZA!!!

L'estate del 1986 pare a tutti quella giusta per arrivare finalmente a quella serie B che oramai è quasi una chimera a Piacenza, il mercato regala pochi colpi ma tutti estremamente di livello; alle partenze dei vari Azzali, Mastropasqua e Foscarini si sommano gli arrivi dell'ottimo stopper Concina, del fine regista Roccatagliata (una vita spesa sui campi di serie D) e di un giovane Beppe Signori. La truppa di bergamaschi (nativi o provenienti da società bergamasche) perde Bresciani che si accasa all' Oltrepò ma tiene Bordoni, Madonna, Serioli e  Snidaro ai quali si aggiungono i già citati Roccatagliata dalla Virescit e Signori dal Leffe più i giovani Imberti e Manighetti promossi dalle giovanili.
Già nella coppa Italia maggiore si intravede una squadra che può puntare in alto infatti in un girone che comprende pure Roma, Verona e Bari gli uomini del Titta non sfigurano affatto; in campionato la musica è, se possibile, ancora più gradevole e la corazzata biancorossa parte a razzo con 4 vittorie nelle prime 5 gare ed una sicurezza davvero sorprendente. Il Padova di Buffoni prova a tenere il passo ma il 30 Novembre viene seppellito 3-1 (doppio Madonna e Roccatagliata) dopo che Mariani aveva osato portare in vantaggio i suoi; qualche battuta d'arresto esterna non intacca un ruolino casalingo da paura e nell'anticipo pasquale i ragazzi di Rota espugnano senza pietà l' Appiani di Padova con un blitz di Serioli che vanifica il momentaneo pari di Valigi, è una marcia trionfale che si conclude il 7 Giugno quando davanti al pubblico delle grandi occasioni Madonna e Signori domano la Virescit e possono far gridare a tutti la lettera B!
Spettacolo magari non se ne vede tanto, ma Rota è questo... Prendere o lasciare! E a Piacenza di lasciare non se ne parla nemmeno, c'è una prima salvezza in B da centrare cosa mai riuscita alla società.

                     MISSIONE SALVEZZA

Di concetto con la dirigenza il mister si mette al lavoro, lascia partire un Signori non troppo convincente assieme al bocciato libero Casabianca ed al buon difensore Fontana in procinto di diventare un perno dell'Ancona che di lì a poco volerà in A; arrivano Colasante (proprio da Ancona), Marcato e l'Atalantino Bortoluzzi, scommesse per lo più a cui Rota chiede un'impresa che pare davvero ardua. Rimane il blocco dei bergamaschi tra cui l'ormai insostituibile Madonna che al pari di Comba è l'unico superstite della C2, due marescialli pronti a tutto per il comandante Rota!
L'avventura in coppa Italia serve al Titta da rodaggio e tutto sommato i biancorossi non sfigurano in un girone che li vede opposti ad Empoli, Avellino, Cremonese, Sambenedettese e Centese, ma è al campionato che sono rivolte tutte le attenzioni della tifoseria del Piace, Genoa, Atalanta, Lazio e Cremonese sono avversarie che mettono paura....non a Rota ovviamente.
Si comincia con una vittoria casalinga a spese del Barletta seguita da un'inatteso trionfo a Bari (1-2 firmato Simonetta-Madonna) a cui fa seguito una serie di risultati positivi che accendono i riflettori sui ragazzi in biancorosso; a inizio Dicembre Garlini, con una tripletta, fa pendere il derby Atalanta-Rota a favore dei primi ma la cosa non scoccia più di tanto il Titta che chiude l'andata in ottava posizione con ben 20 punti in carniere. Nel ritorno la comprensibile flessione di un gruppo di giovani intacca un'annata comunque positiva e i soli tredici punti racimolati bastano ad ottenere la prima storica salvezza in B, anche se la sconfitta casalinga nell'ultima giornata (doppietta di Palanca e 0-2,per il Catanzaro) e nel commiato di Rota chiudono in maniera triste un rapporto importante e soddisfacente per entrambi.
Rota intende che il suo tempo è finito ed opta per tentare l'avventura a Vicenza, con lui abbandonano la nave biancorossa i fidi Comba e Madonna accompagnati dai pilastri Snidaro, De Gradi e Simonetta; a Piacenza tutti pensano che chi verrà riuscirà a far dimenticare in fretta quest'uomo bergamasco mai completamente amato anche se rispettato da tutti, un lavoratore che ha ridato lustro ad una città aiutandosi anche con gli agganci derivanti dalla natia Bergamo, ma non sarà così; il Piacenza andrà incontro ad una delle sue stagioni più nere ottenendo una disastrosa retrocessione che rigetterà nell'Inferno della C una tifoseria pronta di li a breve a godersi i fasti dell'era Cagni, del modello italiano e della provincia vincente...ma questa è un'altra storia!