mercoledì 16 dicembre 2015

IL DERBY DEL......CORE...


Quando tra il 1245 ed il 1250 il senato bolognese diede il via alla costruzione della nuova strada Persicetana con lo scopo di congiungere  piu' rapidamente Crevalcore al capolugo (congiungendo in linea retta Borgo Panigale, Persiceto ed appunto Crevalcore) mai si sarebbe aspettato che un giorno detta strada potesse essere percorsa al contrario per sfidare, con l'irriverenza degli umili provinciali dediti al lavoro, la Dotta in una competizione sportiva...successe 745 anni dopo, 20 anni fa'; ma andiamo per gradi....
Crevalcore e' una tranquillo centro della provincia Bolognese (tredicimila e fischia abitanti) al confine con le provincie di Modena e Ferrara, il suo nome non e' ben chiaro da dove derivi ma a noi piace dar credito alla versione letteraria in cui il Tassoni, facendo riferimento ad un episodio risalente al 43 a.c. legato alla Guerra di Modena, sostiene che tal nome derivi dal ferimento a morte del console Gaio Vibio Pansa il quale, appoggiato dalle legioni di Cesare Ottaviano, cercava di liberare Modena da un assedio lunghissimo da parte delle legioni cesariane di Marco Antonio. Nei secoli si e' pure tentato di cambiare nome a questa citta', attorno al 1230 i Bolognesi (dopo l'ennesima ricostruzione dovuta ad un attacco) mutarono il nome in Allegralcore che pero' non prese campo e venne accantonato nemmeno un secolo piu' tardi.
La vita del borgo procede di pari passo con quella del cammino storico di questa fetta di pianura padana, così si passa per vicende feudali e risorgimentali fino ad arrivare ai tristi episodi degli anni '20 in  cui il fascismo, con la forza e il sopruso che lo contraddistinguevano, prende il comando di tutto e smorza i sogni dei giovani Crevalcoresi.
Per fortuna tutto ha una fine e così nel dopoguerra la vita riprende e con lei i sogni, le passioni e tutto cio' che di buono la mente umana e' in grado di produrre; e' datata 1952 la fondazione della locale squadra di calcio che oggi milita nel campionato di promozione ma un tempo, non troppo lontano per la verita', ha fatto parlare di se' su tutte le testate sportive nazionali raggiungendo il punto piu' alto nella stagione 1994/'95 quando, dopo il vittorioso campionato di serie C2 (il primo tra i prof.)  dell' anno precedente nel quale i crevalcoresi precedettero tutti conquistando ben 65 punti, disputo' il campionato di serie C1, la terza serie nazionale.
Fin quì niente di così eccezionale si potrebbe affermare se non fosse altro che in quel girone di serie C1 militava pure il Bologna che viveva uno dei  periodi piu' burrascosi dei suoi oltre 100 anni di vita; lo "squadrone che tremare il mondo fa!" era precipitato in terza serie due stagioni prima, ed al primo tentativo aveva dovuto chinare il capo alle, semifinali play-off, davanti ad una super Spal (che a sua volta, in finale, avrebbe poi ceduto il passo ai lariani del Como), era il 12 Giugno 1994: a Crevalcore quel giorno si festeggiava con un sonoro 5-1 al Legnano la Promozione in C1..a Bologna invece si imprecava per un inutile 1-0 ottenuto a Ferrara che non bastava a ribaltare lo 0-2 estense dell'andata...la Persicetana si preparava ad essere percorsa per un evento forse irripetibile!
L' estate corre veloce come il Forrest Gump che il 6 Luglio esce nelle sale cinematografiche e se a Crevalcore e' gia' un sogno il solo poter pensare di sfidare i Rossoblu' bolognesi, negli ambienti calcistici Petroniani l' imperativo e' uno solo: Serie B! Viene così allestito uno squadrone che agli ordini del guru Renzo Ulivieri dovra' distruggere la concorrenza senza alcuna pieta'...qualche nome?: Cecconi, Palmieri, Tarozzi,Morello, Doni e Pergolizzi...ci siamo capiti?
In provincia invece il riconfermato Franco Cresci ( ex bandiera Rossoblu') di comune accordo con la dirigenza si mette all' opera per costruire una squadra che possa ben figurare al cospetto di avversarie dal passato e dalle tradizioni davvero ragguardevoli, e' cosi che arrivano tra gli altri il promettente portiere Matteo Sereni dalla Sampdoria, l' ala Sturba dal Siena, il Bomber Pietranera dalla Reggiana; nonostante tutto pero' la squadra non gira e, come sempre, a pagare e' il mister il quale restera' per sempre nella storia della societa' per averla condotta in sole due stagioni dalla D alla C1.
Il nuovo corso e' targato Salvatore Bianchetti, siciliano classe 1950 e gia' un passato in panchina con Catania, Barletta e soprattutto Atletico Leonzio, squadra che lui stesso ha condotto alla conquista della serie C1...con lui la squadra risorgera' e si trasformera' in quella favola stupenda che si salvera' senza play out ed andra' al "Dall' Ara" di Bologna a sfidare apertamente la storia calcistica di questa regione; bene..e' giunta l' ora di rivivere quella partita...
19 Marzo 1995, al "Dall' Ara" di Bologna va' in scena un derby davvero particolare, il piccolo Crevalcore lanciato da una serie di dieci risultati utili consecutivi sfida la capolista Bologna che viaggia a vele spiegate verso il ritorno nella cadetteria; gli stati d' animo sono contrastanti, da una parte ci sono scudetti, coppe e storie da prima pagina del calcio, dall' altra voglia di emergere e consapevolezza di vivere un evento, sportivamente parlando, unico.
I PROTAGONISTI
Dario Morello e' al primo anno di serie C, la sua storia di calciatore lo ha portato ad esordire nell' Inter dei record del 1988/'89 e poi ad essere protagonista della scalata alla massima serie da parte della Reggiana guidata dal mago di Affori alias Pippo Marchioro; ottenuta la salvezza al termine del primo storico campionato di A non viene confermato, ed una serie di incroci del destino lo trascinano in C1 dove il Bologna gli chiede una sola cosa: i gol per andare in B.
Ma facciamo sfogliare l' album dei ricordi proprio all' ex bomber:
"Dopo la salvezza con la Regia parevo destinato al Bari, poi lì riscattarono Gautieri e così sfumo' tutto; a quel punto Oriali, che mi conosceva dai tempi delle giovanili dell' Inter, si mise in contatto con il mio procuratore (Luciano Marangon) e cerco' di convincermi a scendere in C col Bologna.
Rifiutai per ben due volte, non certo perche' non mi andava la piazza ma fare un doppio salto all' indietro mi spaventava..volevo stare in A; Oriali non si diede per vinto e con un bombardamento telefonico ed un invito nei suoi bagni a Formentera ottenne il mio sì per andare almeno a Bologna a discutere con Gazzoni e Ulivieri, una volta arrivato lì accettati convinto dalla bonta' del progetto e firmai un  triennale...era impossibile non andare in B in una citta' come Bologna!".
La stagione si rivelò poi trionfale, ma nel calcio nulla e' scontato..ci aspettavano tutti per fare la partita della vita, ma il nostro era un gruppo di uomini veri prima che di calciatori; Ulivieri ci dirigeva con la sua maestria e il pubblico, davvero degno di altri palcoscenici, ci spingeva oltre ogni ostacolo..in casa non ce n' era per nessuno!
Riguardo allo scontro con il Crevalcore ricordo che loro erano un' ottima squadra nella quale spiccava gente come Pistone, Pietranera e Monelli..arrivavano da una grossa serie di risultati utili e il nostro timore era quello, l' aria di derby dalla nostra parte non si sentiva, si temeva piu' la bravura degli avversari; lo stadio era praticamente tutto rossoblu' ma ricordo anche una fetta riservata agli ospiti, la gara invece fu' tirata ed io feci un assist decisivo per Nervo e poi siglai uno dei tre gol con i quali vincemmo.
Paolo Monelli invece gioca sulla sponda biancoazzurra, e' nella fase calante di una carriera che lo ha visto protagonista gia' a 16 anni con la maglia del Monza (Massaro-Monelli, la coppia che faceva sognare i brianzoli) per poi spiccare il volo tra Fiorentina, Lazio e Bari tra le altre; un brutto infortunio verso i trent' anni pero' lo avrebbe costretto a scendere in terza serie.
" Arrivai a Crevalcore dopo qualche stagione diciamo da dimenticare, ma andiamo per gradi... nell' ultima stagione a Pescara subii un grosso infortunio per colpa del quale non scesi mai in campo, la societa' mi abbandono' al mio destino senza tutelarmi minimamente e così a fatica trovai ingaggio nel Vicenza in C1, vincemmo il campionato pero' io mi spostai a Nola, sempre terza serie, da li dopo un campionato tribolato e una decina di presenze arrivo' la chiamata del Crevalcore."
"Come successe?"
"Fui tra gli acquisti che accompagnarono l' arrivo di mister Bianchetti (che aveva sostituito Franco Cresci), avevo tanta voglia e non mi davo per vinto dopo l' infortunio..ricordo un ambiente particolare quasi una famiglia, erano ultimi con pochi punti ma ci riuscì una clamorosa rimonta che valse la salvezza senza passare neppure dai play out, ricordo che vincemmo anche a Ferrara; giocavamo un buon calcio perche' Bianchetti era davvero bravo, attuava un 4-3-3 offensivo nel quale io ero la punta centrale, poi c' erano Gubellini e Pietranera che segnavano a raffica..ci divertivamo, avevamo fatto gruppo..ricordo Sereni, Gandini, Furlanetto; il nostro campo di casa era il "Dall'Ara" e poi lo stadio di Cento, purtroppo poi tutto e' stato vanificato dalla sparizione della societa'.
Il derby di ritorno col Bologna fu' una gara combattuta, giocammo molto bene e ricordo pure una traversa nostra oltre che il mio gol su calcio di rigore, la differenza sostanziale dalle altre gare era che per quella c' era il pienone, quando giocavamo noi invece facevamo massimo 1000 persone; e' stata tutto sommato un' esperienza positiva che si pensava potersi ripetere nella successiva stagione invece..."
" Ci racconti"
" A fine torneo andammo a cena noi vecchi con la dirigenza, pareva tutto ok e si parlava gia' di conferme e nuova stagione, sarei rimasto volentieri ma purtroppo finì tutto. Conservo comunque un ottimo ricordo di Crevalcore."
Fortunato Sano' e' un mediano tutto grinta e polmoni, nato e cresciuto nella sua Sicilia e' arrivato al professionismo grazie alla fiducia concessagli dal suo allenatore Salvatore Bianchetti che lo ha lanciato nell' Atletico Leonzio, e' alla prima esperienza al Nord.. ma sentiamo direttamente da lui quello che ha da dirci.
" Fino ad allora avevo sempre giocato al Sud, campi caldi ed atmosfere bollenti erano all' ordine del giorno..ero stimolato dal fatto di poter vivere un' avventura in una squadra del Nord e così accetai di buon grado Crevalcore; trovai cio' che avevo immaginato, paese piccolo ed ambiente molto tranquillo dove potevi lavorare in pace serenita'.
Arrivai appena prima del mio ex (lo sarebbe stato ancora per poco) mister Bianchetti e ricordo un' aria un po' pesante..si era in fondo alla classifica e Franco Cresci era in bilico, poco dopo arrivo' l' esonero ed ecco ancora Bianchetti, mi conosceva benissimo e questo non poteva che farmi felice, con lui iniziammo una risalita incredibile e, grazie ad un lunghissimo filotto di risultati positivi, riuscimmo ad evitare pure i play-out.
Rispetto al Bologna noi eravamo i cugini piccoli piccoli, era gia' una soddisfazione poter giocare le gare casalinghe in un monumento come il "Dall' Ara" anche se il pubblico  al massimo superava, di poco, le 1000 presenze; quella sfida per noi fu' abbastanza particolare, eravamo abituati a giocare lì ma la differenza era che quel giorno ci saranno state almeno 13000 spettatori! Loro erano davvero forti pero' ce la siamo giocata minuto per minuto, da una sfida del genere avevamo solamente da guadagnare...fu' un' ottima prestazione tanto che ricordo le nostre facce a fine gara...eravamo soddisfatti di aver messo alle corde una corazzata come quella bolognese. E poi quella traversa nel finale...Bianchetti negli spogliatoi mi prese sottobraccio dicendomi : " Non potevi tirare piu' basso di un centimetro che finiva 3-3?!!" ...peccato...
Terminato il campionato eravamo tutti convinti di poter impostare una nuova stagione ricca di soddisfazioni, sarebbe bastato confermare il gruppo integrandolo con qualche innesto mirato e ci saremmo divertiti, invece iniziarono a girare voci su possibili spostamenti a Modena e si capì subito che qualcosa si era rotto...restammo tutti di stucco quando si apprese che tutto era svanito. Per fortuna ci eravamo fatti una bella pubblicita' e nessuno fatico' a trovare una nuova sistemazione, anzi i piu' tanti di noi migliorarono salendo in B.
Come in ogni favola calcistica che si rispetti anche Crevalcore in quella stagione ebbe un bomber di tutto rispetto, Michele Pietranera al tempo un giovanotto mandato in prestito dalla Reggiana che l' aveva fatto esordire in serie A...Michele al "Dall' Ara" segno' il momentaneo 1-1..
" Il ricordo che ho di Crevalcore e' un ambiente a misura d' uomo, una squadra giovane ed una societa' che si era appena affacciata al professionismo. L' arrivo di Bianchetti porto' una ventata di professionalita' che per il paese era davvero una novita', anche Cresci aveva lavorato bene pero' Bianchetti trovo' la quadratura del cerchio..per me era il primo anno da titolare, ne venivo dalla primavera e da qualche apparizione in A con la Reggiana, mi mandarono lì per maturare e segnai 16 gol cifra che non ho mai piu' raggiunto..eh eh..
La sfida col Bologna non era sicuramente una partita come le altre anche perche' se ne parlava dall' inizio del campionato..era un evento sentito da tutti, dagli abitanti e da noi giocatori, ricordo un pubblico incredibile, 12-13 mila spettatori; fu' una gara bellissima contro una corazzata che disintegro' il campionato, ma ce la giocammo fino all' ultimo..avremmo sicuramente meritato il pari e posso dire che uscimmo a testa alta, quella partita ci diede ulteriore fiducia e ci aiuto' nella rincorsa alla tranquilla salvezza che poi conquistammo. Eravamo un' ottima squadra formata da elementi davvero validi, peccato che per diventare squadra impiegammo un poco troppo. La fine di tutto la vissi diversamente dagli altri perche' essendo in prestito sapevo gia' che sarei rientrato alla Reggiana, rimasi pero' molto male..ricordo che si parlava di imprenditori bolognesi che volevano entrare in societa', poi di una fusione col Modena ma alla fine non si fece niente...peccato, dopo un' impresa del genere si doveva dare continuita'  al progetto ma le realta' così piccole sono sempre soggette a certi destini, anni dopo ho vissuto le stesse cose con i Crociati Noceto.."
Il condottiero dello storico derby era Salvatore Bianchetti, catanese classe 1950 arriva quasi per caso in Emilia, ma sentiamolo da lui :
" In quel periodo ero fermo, andai al mercato di Milano e lì mi fermo' Murano, DS del Crevalcore, che aveva bisogno di un consiglio riguardo ad un giocatore che dovevano acquistare dall' Atletico Leonzio (ex squadra allenata da Bianchetti, n.d.a), cercavano un mediano e gli consigliai Sano' perche' l' Atletico voleva rifilargli un altro ragazzo che sarebbe stato inadatto al ruolo. Combinarono l' affare e qualche tempo dopo Murano mi telefono' per invitarmi a vedere Massese - Crevalcore; accettai e andai alla partita, la Massese vinse 1-0 ed io me ne tornai a Catania; il Lunedì Murano mi chiama e mi chiede se me la sento di andare ad allenarli...accettai di corsa, al Nord non avevo mai allenato ed ero allettato da questa possibilita'.
A Crevalcore trovai un ambiente da famiglia, i dirigenti storici erano un gruppo di amici che avevano costruito passo dopo passo quest' impresa, i tifosi erano tranquilli e ci aspettavano a fine allenamento...si instauro' subito un bel rapporto del quale ne beneficio' in primis la squadra.L' esordio fu' una sconfitta fuori casa contro l' Alessandria che giocava, mi pare, a Vercelli a causa dell' alluvione subita dalla citta', venne poi un pari casalingo contro una diretta concorrente e poi una sconfitta di misura a Carrara che pero' mi fece capire che la squadra cominciava ad assimilare il mio credo, tant' e' vero che la settimana dopo sconfiggemmo in casa la Pistoiese capolista...fu' la svolta!! 17 risultati utili consecutivi tra i quali le vittorie di Modena e Monza e in casa col Ravenna..la squadra giocava bene e la classifica si faceva tranquilla.
Il derby col Bologna venne in un nostro gran momento, ricordo bene quella gara.."
"Come si prepara una gara del genere?"
" Preparare una partita così non e' certo difficile, un paesino di 12000 abitanti contro una citta' che ha fatto la A...non serve nemmeno caricarla piu' di tanto, i giocatori le motivazioni le trovano da soli in questi casi.
Noi ci tenevamo a fare bene, il rammarico e' che ci presentammo con delle defezioni, Daniel (Difensore) lo dovetti schierare da mezz' ala e ricordo che ci mancava pure un centrale difensivo; nonostante tutto giocammo una gran partita nella quale meritavamo almeno il pareggio..ribattevamo colpo su colpo ai loro attacchi ed alla fine ricordo con piacere i complimenti alla squadra da parte di Ulivieri, la mia era una squadra che col suo 4-3-3 se la giocava con tutti...certo che se il tiro di Sano' fosse stato piu' basso di un pelo....vabbe'...
Il dispiacere piu' grosso arrivo' a fine campionato, avevo gia' il contratto per la stagione successiva e si lavorava sulla squadra che sarebbe stata invece la dirigenza si spavento' e mollo' tutto, mancavano grossi imprenditori e preferirono così..dopo un super campionato mi trovai a casa disoccupato...ricordo pero' con piacere che il Ds Murano passando da Ferrara mi segnalo' all' allora presidente spallino Donigaglia, e anche grazie a lui di lì a poco inizio' la mia bella avventura con la Spal; ancora oggi mantengo i contatti con alcune persone dell' avventura crevalcorese, Borghi, Bovolenta, Magni persone squisite che ho avuto il piacere di conoscere.. e' stato davvero un peccato che si sia perso tutto così..."

GLI INNAMORATI
E dopo i protagonisti del campo non possiamo esimerci dal dare voce a chi al Crevalcore ha donato il cuore, il tempo ed i sacrifici fosse esso in C1, Seconda categoria o, come oggi, Promozione..personaggi che vanno oltre i ricordi e le emozioni...
Il Sig. Borghi e Giorgione, detto yoghi, sono due autorita' della piccola ma passionale tifoseria crevalcorese, sentiamo da loro cosa e' stato il Crevalcore: 
Borghi : " Allora avevamo 12000 abitanti e percio' sfidare il Bologna in un campionato professionistico e giocare le gare casalinghe al "Dall'Ara" era qualcosa di incredibile, ricordo che nel derby di ritorno c' erano circa 14000 persone di cui 2000 in curva S. Luca a sostenere il Crevalcore; sono stati anni bellissimi ed indimenticabili, allora il mondo cooperativo poteva investire nel calcio oggi invece non ci sono piu' soldi...
Nel '91/'92 lanciammo Schwoch che in D era irresistibile, l' anno dopo salimmo in C2 e di seguito in C1, in casa ( a Crevalcore N.d.a.) facevamo 900-1000 spettatori di media e in trasferta c' eravamo sempre...ad Olbia, in C2, andammo in 21, chi in traghetto e chi in aereo...roba da serie A eh eh...se va' su internet ci sono un sacco di foto, mi creda si respirava un' aria fantastica...i giocatori vivevano in paese tra ostelli ed appartamenti e si era instaurato un rapporto bellissimo.
Oggi invece facciamo la Promozione, pochi soldi e molti sacrifici ma la passione non verra' mai meno..amo questa societa', la seguo da sempre..pensi che a casa ho articoli che parlano della squadra  datati anni 50 e 60...".
Giorgione : "Quell' anno fu fantastico, potemmo sfidare Ravenna, Spal, Bologna, Modena ecc..tanta roba!
Nella gara di ritorno col Bologna ricordo che abbiamo incassato 370 milioni, roba che non li abbiamo mai fatti se sommiamo tutti i campionati eh eh..
Finì 3-2 per loro ma ci hanno rubato la partita, ricordo un rigore nettissimo che l' arbitro ci nego', e poi giocammo molto meglio ma...loro dovevano andare su'...
Per quella sfida eravamo tantissimi, solitamente per le altre trasferte riempivo un pullman e ne feci due per lo spareggio di serie D contro l' Oltrepo' (1991/'92), ma la trasferta piu' bella della mia vita fu a Roma per la poule scudetto di serie D '92/'93..noi, Vogherese e Battipagliese ora le dico...
Arriviamo al "Flaminio" di Roma col nostro pullman, eravamo in 44..i Battipagliesi saranno stati 1500 e da Voghera giunsero 3 o 4 pullman, c'era un casino infernale al quale non eravamo certo abituati; la prima gara fu tra Battipagliese e Vogherese e dopo mezz'ora l' arbitro nega un rigore gigantesco ai campani..passano pochi minuti e la Vogherese al primo tiro va' in gol...apriti cielo, il guardalinee reo di aver sbagliato venne seppellito di sputi e di qualsiasi tipo di oggetto...una bolgia!! Finisce così (erano gare da 45' n.d.a.) e per vendetta i Battipagliesi nella sfida seguente tifarono sfacciatamente per noi, mamma mia che spettacolo...arriviamo al 40' e Pederzoli insacca magistralmente una punizione, e' venuto giu' tutto!!!
Finisce così e vinciamo la coppa, ricordo un mega rinfresco nel quale c'era ogni ben di dio...ebbene, noi mangiavamo e Battipagliesi e Vogheresi se le suonavano di santa ragione!!! Al ritorno caricammo sul pullman una marea di cibo avanzato e ci fermammo in autostrada ad un autogrill, lì incrociammo una comitiva di polacchi affamati e via col gemellaggio...una festa...e' stata la trasferta piu' bella..mi viene la pelle d' oca solo a pensarci. Avevamo un club organizzatissimo, ogni vittoria era una festa, momenti indimenticabili...oggi seguiamo ma il fuoco si e' un po' spento...purtroppo si e' in promozione, soldi pochi e si fanno i salti mortali..
Nel nostro club conserviamo tutto, coppe, premiazioni di calciatori, articoli, foto e quant' altro.. per finire racconto la festa per la promozione in C1, fuochi artificiali, 3 quintali di carne, damigiane di vino a volonta'..tutto autofinanziato che tempi!!!"
Voglio, per chiudere, ricordare il povero Vittorio Mero che la sfortuna si e' portato via troppo presto...era un ragazzo d' oro...grazie per avermi ricordato quei fantastici momenti!!!".
Storie di calcio, storie di uomini, storie che si passano ma che restano scolpite nella mente di chi le ha vissute..  Bologna e' tornata dove il suo blasone pretende che stia e Crevalcore ha ripercorso all' indietro la nuova Persicetana...ma nessuno puo' dire che non la imbocchi nuovamente verso il capoluogo , e magari prima dei prossimi 745 anni....







mercoledì 5 agosto 2015

DI DONATO...di natura...


"ECCEZZZIUNALE...veramente" e' il grido del Guerin Sportivo n° 9 del 3-9 Marzo 1982; in copertina un ammaliante Evaristo Beccalossi che occhi bassi e busto inclinato delizia la platea nerazzurra con giocate degne dei migliori campioni, tanto che la stampa fatica a capire perche' " il vecio" (sua maesta' Enzo Bearzot)  non lo consideri tra i papabili 22 che si portera'  in Spagna a giocarsi il Mundial.
L' edizione del Guerino continua interessantissima come sempre, ed a meta' giornale troviamo un' accattivante articolo sul redivivo Platini seguito da un altro sul recuperato bomber del Tottenham Mark Falco, lontane origini italiane ( Nola, nel napoletano) e stella inglese del momento; in un susseguirsi di notizie su stelle piu' o meno luminose ecco che troviamo un' inchiesta sui giovani talenti italiani nati pero' in terra straniera (cosa abbastanza rara nel 1982), quì tra nomi famosi come Silvano Martina o Bruno Nobili si mischiano illustri sconosciuti come l' italo-venezuelano Petrungaro in forza al Milan o l' italo-etiope Mike Tadese che sudava per la causa cesenate; l' articolo e' corredato da un paio di foto e vicino al mostro sacro Claudio Gentile (nato a Tripoli) vengono piazzati due giovanissimi...uno e' il futuro milanista Walter Bianchi classe 1963 nato nella citta' Svizzera di Aarau; l' altro e' un ragazzotto 17enne che sta' dando spettacolo nella primavera del Bologna di mister Soncini, e' nato in Germania da genitori abruzzesi ma a cinque anni gia' era tornato in patria per cominciare un' avventura che ora andremo a ripercorrere, il suo nome e' Dario Di Donato.
D : Buongiorno Sig. Di Donato, siamo pronti per un revival pallonaro?
R : Certo, ci mancherebbe, lei mi dica ed io cerchero' di ricordare eh eh 
D : In principio fu' Germania..
R : Esattamente, sono nato a Lòrrach nel 1965 perche' i miei si trovavano lì per lavorare, erano partiti dall' Abruzzo anni prima; ma quando avevo cinque anni tornammo a Chieti.
D : Dove lei comincia a giocare al pallone..
R : Sì, la societa' si chiamava River e tra gli altri vi iniziarono pure Pacione e Sansonetti...rimasi lì fino ai giovanissimi, poi dopo una serie di provini  per Napoli, Perugia e Bologna partii alla volta della Torre degli Asinelli.
D : Era un po' giovane per un' avventura lontano da casa..
R : Non fu' facile mi trovai a Bologna da solo a 13 anni, la passione mi ha aiutato tantissimo..noi ragazzini vivevamo a Casteldebole; vincemmo lo scudetto con gli allievi nazionali, la prima grande soddisfazione.
D : Poi arriva la Primavera, mica male come squadra...
R : Non eravamo una brutta squadra, ma in quegli anni dominavano realta' come Torino e Fiorentina; con me c' erano ragazzi come Gazzaneo, Macina, Marocchi e Di Sarno tutta gente che ha fatto carriera..e appena sei mesi piu' giovani c'erano Pagliuca e Luppi, il Bologna in quegli anni investiva tanto sui giovani..
D : E mister Soncini?
R : Era come un padre addottivo, ci curava, ci coccolava gestiva praticamente tutto..lo sento ancora oggi e mi da' preziosissimi consigli per il mio lavoro di osservatore..
D : Per Di Donato così arriva il momento dell' esordio in serie B..
R : "Via del mare" di Lecce, lo ricordo come fosse oggi..Lecce-Bologna 1-3, entro nel finale al posto di De Ponti.
D : Resta pero' l' unica presenza...
R : Purtroppo sì, Bologna veniva dalla prima retrocessione della sua storia ( serie A 1981-'82) e addirittura quell'anno andammo in C..la squadra non era male, ma mancava completamente la societa', era tutto allo sbando..anni difficili, non mi faccia dire di piu' eh eh....noi giovani avremmo meritato piu' spazio, ma in un campionato di sofferenza i minuti per i ragazzi sono ridotti all' osso..
D : Finisce il campionato e lei si ritrova in Interregionale a Mirandola, come mai?
R : Terminata quella disastrosa stagione venni convocato per il ritiro ancora dal Bologna, la serie C era davvero troppo poco per una societa' così blasonata e mister Cade' puntava tanto sugli uomini di esperienza per tornare in B; giocavo le amichevoli ma capii subito che lo spazio era davvero poco, così dopo un contatto andato male con la Pro Patria arrivo' la richiesta della Mirandolese ed accetai.
D : Che annata fu'?
R : Buona, con 12 reti fui tra i primi cannonieri del girone, ci salvammo e arrivo' la convocazione per il ritiro del Bologna che era tornato subito in B.
D : Pero' poi finisce al Chievo, ancora in Interregionale..
R : Lasciamo stare....
D : No no, a lei la parola...
R : Allora...destino vuole che l' anno di Mirandola avessimo sfidato il Chievo di Garonzi; lui era uscito male dal Verona ed aveva il sogno di arrivare a sfidarlo così in cambio di un aiuto finanziario all' allora presidente del Bologna Brizzi che non navigava certo in acque tranquille pretese di portarmi con lui..
D : Mi pare che lei non fosse proprio felice..
R : Non ne volevo sapere, rifiutai in tutti i modi, finche' mi dissero chiaramente " O vai lì o smetti!"...accettai, ma quanto ho pianto...
D : Annata fallimentare, solo 13 gare ed un gol..
R : Tutto da dimenticare, mi feci subito uno strappo che mi tenne fuori sei mesi, non esisteva l' ecografia ed ogni volta che provavo a ricominciare mi fermavo di nuovo...
D : Nonostante tutto l' anno dopo si accasa in C2 all' Ospitaletto...
R : Ero ancora tornato a Bologna, Corioni aveva appena preso la societa' e visto che ne veniva dall' Ospitaletto mi diede l' opportunita' di andare lì..
D : Dove ritrova Di Sarno (ex primavera Bologna) ed i futuri rossoblu' Cusin, De Marchi, Gilardi e Monza..
R : Esattamente, fu un' ottima stagione in cui arrivammo a giocarci la promozione allo spareggio con il Mantova, purtroppo perdemmo pero'; per me fu' un anno di transizione, nel quale pagai ancora lo strappo procuratomi a Verona, giocai poco ma ricordo ancora le partitelle negli allenamenti in cui battevamo spesso e volentieri i titolari.Volevano tenermi ma le nostre strade si divisero..non per piangere, ma l' anno dopo volarono in C1 e andarono quasi tutti a Bologna..chissa'...
D : Lei invece ricomincia dalla D a San Lazzaro..
R : L' ex DS del Bologna era in societa', mi chiama e mi garantisce che mi avrebbero dato il tempo di guarire bene senza mettermi premura..
D : E così?
R : Accetto, guarisco bene e disputo una super stagione (30 presenze e 8 gol), siamo arrivati dietro al Riccione di Zaccheroni e al S. Marino.
D : Invece l'anno dopo retrocedete..
R : Incredibile! In panchina prima Varrella e poi Zaccheroni...ma non basto'.
D : Così lei si sposta ad Imola in cerca di riscatto, ma il campionato lo vince il Baracca Lugo di Zaccheroni..scherzi del destino..
R : Eh gia', pensare che Zac mi voleva portare a Lugo; il san Lazzaro sparo' troppo alto e non se ne fece nulla, andai ad Imola e devo ammettere che e' stata una scelta felice..grande piazza, ci sono legatissimo. Ho poi avuto la fortuna di vincere lì da mister.
D : Imola, secondo posto, 11 gol ma lei l'anno dopo e' in Promozione (non esisteva l'Eccellenza n.d.a.) alla Pianorese...come mai?
R : Era una societa' ambiziosa vicino a casa, stavo sposandomi e mettendo su' casa e percio' ho preferito così..una scelta di vita..
D : Che ambiente trova Di Donato in Promozione?
R : Una squadra forte, puntavano in alto ma...arrivamo secondi dietro il San Lazzaro.
D : La stagione dopo invece termina con un anonimo 5° posto..
R : Il secondo anno ilpresidente mollo' tutto..ando' male sotto ogni punto di vista e dovetti ricominciare a guardarmi attorno..
D : E arriva l'avventura a Brescello...
R : Ci arrivai a Novembre, era un'ottima societa' nella quale disputai un buon campionato andando a segno 8 volte in 24 partite..ma non mi andava il mister e così a fine stagione feci le valigie..peccato, se avessi avuto piu' pazienza...ma ero giovane eh eh...
D : Incredibile ma vero la stagione successiva scende in Prima Categoria...
R : Era il primo anno che avevo il procuratore..mi continuava a dire "Stai tranquillo che una squadra la troviamo"...morale : a Novembre un amico mi porta in questa piccola realta', il Panigal ,ho fatto 16 gol.
D : Estate '93..inizia l'avventura tra Di Donato ed il Boca...come succede?
R : Il Boca era una bella realta' del bolognese, mi videro giocare anni prima a Pianoro e si ricordarono di me..erano reduci da una retrocessione dalla D ma erano determinati a tornarci immediatamente..
D : Col portiere Miramari, quello che calciava i rigori..
R : Tirava pure le punizioni, aveva davvero un calcio fantastico.
D : Campionato tirato fino alla fine ed arrivate secondi dietro all'Imola...
R : Sì, comunque al Boca e' stato tutto un saliscendi tra D ed Eccellenza, fondamentalmente eravamo un gruppo di amici che si divertiva dentro e fuori dal campo; io in tre campionati realizzai 55 gol.
D : Non male direi..
R : Assolutamente, la terza stagione salimmo dopo il vittorioso spareggio con la Santarcangiolese, in coppia con me c'era un giovane Bazzani...lui 16 gol ed io 18...
D : Il maestro lo ha avuto buono eh eh; tornate in D ma lei a Novembre va' via, destinazione Casalmaggiore..
R : In serie D arrivo' un Ds che voleva imporre il suo parco giocatori; la maggioranza di noi a quel punto manifesto' il chiaro intento di voler andar via, io resistetti fino a Novembre quando accettai le offerte del Progresso (la squadra di Casalmaggiore n.d.a.) e scesi in Eccellenza.
D : E che ambiente trova?
R : Erano ultimi in classifica, una squadra forte che per oscuri motivi non girava...a Natale arrivo' in panca Marino Perani e con un lavoro sia fisico che psicologico ci fece disputare un super girone di ritorno.abbiamo fatto 40 punti e scritto una favola...
D : Anno nuovo vita nuova, parte l'avventura di Budrio targata Mezzolara...
R : A Febbraio iniziai a lavorare in una ditta di Bologna, era del presidente del Mezzolara che mi ingaggio' dicendomi che avrei potuto anche allenare; a quel punto presi 5 o 6 giocatori intelligenti e iniziai un progetto' che nel giro di tre stagioni, spendendo davvero poco, ci porto' immense soddisfazioni tra le quali l'accesso alla serie D.
D : E lei torna al Boca..
R : Esattamente, volevano vincere l'Eccellenza e scelsero me..ci riuscimmo con 72 punti in 34 giornate..un'annata strepitosa!
D : Altra avventura in D e lei quì chiude col calcio giocato..
R : Ormai allenavo, ero ancora tesserato come calciatore tanto che a Castel san Pietro feci l' unica apparizione stagionale coronata da un gran gol per il quale mi fece i complimenti l'arbitro e tutto lo stadio..applausi scroscianti pure dai tifosi avversari..
D : Un'ottima chiusura;due domande..la prima e' il ricordo più bello..
R : Ne ho due a dire il vero..il primo e' ovviamente l'esordio in serie B..l'altro e' invece più recente...
D : Dica dica..
R : L'anno della promozione col Mezzolara..ultima giornata, dobbiamo vincere per la matematica ma ci manca la punta titolare...
D : E che succede?
R : Mi schiero io, vinciamo 4-0 e faccio una quaterna...stupendo...
D : Complimenti..un bomber sempreverde...
R : In carriera, dalla primavera fino alla fine, ho segnato 204 gol.
D : Ottimo traguardo; ma passiamo alla seconda curiosità..il giocatore con cui ha giocato che poteva emergere..
R : Non ho dubbi..Marcomini! Era con me a Bologna, un fenomeno..lo fermò un gravissimo incidente in moto...
D : Grazie, torniamo a noi.. poi parte l'avventura in panchina..
R : Sì, stagioni buone ed altre meno, La vittoria del Campionato con l'Imola e' stata una delle maggiori soddisfazioni; dopo quella stagione mi operarono all'anca.."L'avessi fatto prima eh eh.."..e dovetti stare un po' fermo. Aprofittai per tenermi aggiornato, ricordo che mi chiamarono come relatore ad un incontro di tecnici; c'era Colomba tra gli altri...parlai una mezz'oretta del settore giovanile ed al termine vengo avvicinato dal capo degli osservatori del Catania..
D : Perche'?
R : Mi chiese se mi andava di fare una relazione riguardante il Sassuolo per il mister etneo Maran, risposi positivamente ed inizio' una bella collaborazione..
D : Che l'ha portata addirittura sulla panchina della mitica Honved di Budapest..
R : Andiamo per gradi..iniziai a fare l'osservatore con ottimi risultati; ho girato pure all'estero e lo consiglio vivamente a chiunque voglia intraprendere questa carriera...ti forma davvero tanto.
D : Parli tranquill,io ascolto...
Poi inizio a lavorare con lo Spezia di Stroppa e poi Mangia per i quali giro parecchio, finche' un giorno non mi contatta telefonicamente il mio vecchio amico Mancio (Roberto Mancini) che stava allenando il Galatasaray; mi chiede se posso andare al "Dall'Ara" a relazionare la Juve perche' non sa' a chi affidarsi..
D : E Lei?
R : Accetto, e in piu' faccio un lavoro che al Mancio piace tantissimo..così tanto che prima di un Carpi-Palermo mi chiama nuovamente per inviarmi a Londra ( i turchi avevano eliminato la Juve n.d.a.) a vedere Arsenal-Chelsea..da lì ho poi fatto Chelse-Manchester U., Chelse-Manchester C. e pure l' Aston Villa...un'esperienza a dir poco affascinante.
D : E la Honved?
R : Ci arrivo eh eh..tramite Mancio conosco lo zar Pietro Vierchowod che cerca un vice ed un tattico da portarsi in Ungheria...ci piacciamo e partiamo..
D : Bella avventura?
R : Sul piano sportivo no perche' siamo stati esonerati; su quello umano stupenda..come Pietro, una grande persona...
D : E adesso?
R : Ora sono in attesa, per adesso mi godo le vacanze in Sicilia eh eh..
D : E di quell'articolo sul Guerin Sportivo cosa resta?
R : Una gran soddisfazione, ricordi che ti porti dietro tutta la vita..
D : Glielo mando per E-Mail ok?
R : Cavoli grazie, sarebbe stupendo..
Stupendo e' sapere che nel calcio esistono ancora i Dario Di Donato...Grazie campione!!!










martedì 30 giugno 2015

FERMO....DA CORSA !


Martedì, ore 11.59..quell'ultimo minuto sulla timbratrice sono sempre convinto che duri di più; in varie occasioni altri colleghi mi hanno garantito che e' sempre stato così, percio' mi arrendo e attendo...tra qualche secondo arrivera' mezzogiorno e potro' finalmente correre in mensa  a gustarmi il pranzo che Ilaria, come tutti i giorni, mi ha preparato con amore; primo, secondo, frutta e dolcetto...che volere di più?
Oggi mangero' un po' piu' di fretta, ho una delle mie interviste da fare e mi sono accordato per le 12.40 circa, la "vittima" a questo giro e' Fermo Spallanzani, ex terzino nerostellato che tutti ricordano per falcata e tiro.
Giu' il caffe' e via, niente..oggi la partita a carte tra colleghi la salto sono gia' le 12:35...auricolari, carta e penna e si parte...il telefono squilla e dopo un attimo ecco il terzino, disponibile e felice di fare un tuffo nel suo e nel nostro (in qualita' di spettatori) passato :
Io : Eccomi quì, partiamo per un bel viaggio nel tempo, e' pronto?
S. : Certo, da dove iniziamo?
Io : Che ne dice di raccontarci il suo incontro con il calcio?
S. : La mia storia e' un po' particolare, nel senso che io vengo da un piccolo paese del reggiano (Cacciola) dove si giocava nel cortile della parrocchia, eravamo una quindicina di ragazzi ma il campo aveva solo una porta, così le opzioni erano due : o si faceva l'altra porta con le maglie o si giocava ad una e bastava uscire dall'area e rientrarvi. Un giorno passa un signore e si ferma a guardarci, dopo un po' ci interrompe e ci domanda se giochiamo in qualche squadra...alla risposta negativa segue la proposta di seguirlo per iniziare a giocare nell' Olimpia di Reggio Emilia..
Io : e voi?
S. : Dopo il permesso dei genitori accettiamo...ci venivano a prendere con un pulmino e ci riportavano a casa, un periodo di prova dopodiche' restiamo in quattro; ci danno la borsa ed un buono per le scarpe...ci pareva gia' una cosa incredibile.
Io : Cosi incomincia il primo campionato...
S. : Tempo un mese e mezzo arriva il mister e mi dice che durante una gara un certo Erminetti mi ha notato, era un osservatore dell'Inter e decise di portarmi a Milano per fare un provino.
Io : Settimo cielo immagino...
S. : Be' era una bella soddisfazione; mi chiamarono ad Aprile, avevo 13 anni e feci un provino di Giovedì...
Io : Racconti, racconti..
S : Marcavo Amerigo Paradiso (che esordira' in A coi nerazzurri) di due anni piu' grande, giocai una ventina di minuti nei quali ricordo di aver colpito una traversa..poi mi sostituirono...tra gli osservatori c'erano Lorenzi e Cella.
Io : Reazioni?
S. : Uscii piangendo, ero sicuro che mi avessero scartato e rientrai negli spogliatoi delusissimo.
Io : Invece?
S. : A fine primo tempo arriva Arcadio Venturi e mi chiede da chi sono accompagnato, rispondo dal mio mister e da papa'...li chiama e gli comunica che hanno intenzione di tenermi.
Io : Inizia l'avventura...
S. : Fui l'unico ragazzino preso prima della fine delle scuole medie, tanto che la terza la feci a Milano.
Io : Primi ricordi?
S. : Primo Agosto 1977, arrivo in ritiro e con me ci sono: Lorieri, Bergomi, Fermanelli, Lombardo, Ferri; una soddisfazione immensa.
Io : Che anni furono quelli in neroazzurro?
S. : Stupendi, imparai tantissimo..eravamo davvero forti, la difesa era composta da me, Lombardo, Ferri e Bergomi, ci siamo divertiti..
Io : Un nome di un compagno che aveva grandi prospettive?
S. : Franco Monti classe 1965, potenzialmente un fenomeno ma il calcio e' strano..
Io : Tutta la trafila fino alle porte della prima squadra..
S. : Esattamente, in mezzo pero' feci un anno in C1 a Modena ( 1980/'81) ..Bruno Pace allenatore mi fece esordire tra i prof.; quell'anno vincemmo anche il torneo Angloitaliano che disputai da titolare.
Io : Poi il ritorno alla beneamata e..una data..8/11/1981..
S. : Udinese- Inter 1-1, l'unica mia panchina in A...Bersellini a fine primo tempo mi dice di scaldarmi perche' Beppe Baresi ha male, lo faccio ma lui resiste e finisce la gara, ed io così non riesco ad esordire...peccato...
Io : L' anno dopo arriva il prestito a Siena...
S. : Bersellini non era un tecnico che credeva molto nei giovani, fece esordire Bergomi perche' si trovo' in emergenza ma per il resto preferiva gli anziani; così arrivo' l' opportunita' di andare a Siena, non ero molto in condizione ed ero chiuso dal piu' esperto Bencini, giocai due gare, una contro il Benevento ed una all' Adriatico di Pescara così a Novembre accettai l' offerta di Beltrami che mi prego' di andare al Fanfulla in C2 dove avevano bisogno di un difensore per raggiungere l' obbiettivo della salvezza..
Io : Ed invece...
S. : Invece vinciamo il campionato davanti a Mantova e Novara ( dietro al solo Legnano, n.d.a.) e voliamo in C1, fu' una grande annata; appena arrivato ricordo che Veneri mi disse che valutata la mia condizione mi avrebbe tenuto fuori nella trasferta di Novara, io insistetti per giocare e lui accetto'...morale, vinciamo 2-0 e disputo una gran gara, da lì abbiamo preso il volo.
Io : L' anno dopo e' C1, con Bologna, Parma; Brescia ecc..
S. : Era un gran bel girone, ma io fui frenato da piu' fattori..in primis il servizio militare ed in secundis un ginocchio spaccato proprio mentre mister Veneri mi inizio' a mettere in campo, persi quasi tutto l'anno ( 12 presenze, n.d.a.)
Io : E a fine stagione si scende in C2..
S. : Purtroppo sì, restai anche l' anno successivo..ripresi dall' infortunio ma dopo otto allenamenti mi strappai e persi tutta l' andata. Un buon girone di ritorno mi permise di farmi capire che ero tornato a buoni livelli.
Io : E' per questo che a fine campionato arriva la richiesta del Casale?
S. : In estate Beltrami mi disse che a Casale Monferrato puntavano a fare la squadra per vincere l' Interregionale, ci pensai su' ed accettai.
Io : Era la prima volta tra i dilettanti, che impressioni ricorda?
S. : Era una societa' organizzata in modo capillare, non pareva assolutamente di essere nei dilettanti..
Io : Chi ricorda della societa'?
S. : Mi vengono in mente il segretario Zaio, il presidente Falbo, il massaggiatore Pescolla e il mitico Tato!
Io : Che purtroppo oggi non c'e' piu'..
S. : Bruttissima notizia, non lo sapevo...
Io : Anche mister Guido Vincenzi ci ha lasciato, che tipo era?
S. : Di lui lo sapevo, era un ottimo uomo prima ancora che un grande allenatore, l' ho conosciuto in quella stagione ed e' stato come un padre, mi incoraggiava e mi ripeteva sempre che terzini come me in categoria non esistevano, un grande!
Io : In Nerostellato bagna l' esordio con il gol..
S. : Eh gia', contro l' Albese alla prima giornata..in quel momento mi pareva tutto così facile, volavo su quella fascia; ci tenevo a dimostrare che la D non era la mia categoria.
Io : E ce la fece, vittoria del campionato e cavalcata fino alla semifinale in Coppa Italia..
S. : Eravamo un gruppo fantastico, in campionato dominammo perdendo solamente due gare, in coppa uscimmo per un gol di differenza a Roma contro l' Almas dove peraltro io non giocai causa squalifica.
Io : Quali compagni ricorda piu' volentieri?
S. : Farei un torto a qualcuno se facessi dei nomi, giuro che a Casale non posso parlare male di nessuno, ricordo anche i giovanotti della primavera che annata fantastica..
Io : Qualche aneddoto di quella stagione?
S. : Tre su tutti, il primo riguarda una partita di coppa nella quale mi trovavo come diretto avversario un autentico armadio di cui non ricordo il nome; mister Vincenzi, per prendermi in giro, mi diceva che quel tale mi avrebbe spazzato via...bene, al primo contrasto lo faccio volare, mi giro verso il mister e gli dico : " Non mi conosce ancora bene eh eh..". Il secondo invece e' il rito che metteva in atto Scarrone prima di ogni gara...un goccetto di Whisky prima di giocare per esorcizzare la paura! Infine non posso dimenticare il Tato che prima di ogni gara veniva negli spogliatoi e ci indottrinava buttando giu' la sua formazione.
Io : Fine anno, il Casale sale in C2 ma lei non risulta tra i confermati..perche'?
S. : Quello che e' successo ha dell' incredibile..
Io : Bene, la parola a lei..
S. : Verso fine campionato vado a Genova per sostenere un provino con i rossoblu', il mister era Burgnich che mi valuta e da' l' assenso per la stagione successiva...purtroppo pero' viene esonerato prima del termine del campionato ed il suo successore Perotti l' anno dopo punto' tutto sui ragazzi che si era portato su' dalla primavera, i vari Rotella, Eranio, signorelli ecc..
Io : Così lei resta a piedi..
S. : Nel frattempo il Casale mi aveva rimpiazzato con l' ex Biellese Biagetti; Vincenzi mi chiese di temporeggiare e la societa' mi propose il minimo contrattuale..poi arrivo' il Sig. Sala che mi propose l' opzione Vigevano per vincere ancora la D...accettai.
Io : Che stagione fu' la prima a Vigevano?
S. : Perdemmo le ultime gare e ci piazzammo terzi, eravamo stati in testa a lungo e meritavamo la C2, finimmo dietro Lecco e Pro Sesto.
Io : E lei resta lì anche la stagione successiva..
S. : In estate mi contatto' ancora il Casale, ma non andammo d' accordo riguardo all' offerta economica..era davvero bassa, allora restai un altro anno in Lombardia nel quale disputai un altro bel campionato di serie D.
Io : Poi si avvicina a casa...come arriva alla Virtus Roteglia?
S. : In sede di mercato mi cerco' il Leffe, contratto da 55 milioni in due stagioni e accordo quasi fatto, ma poi arriva il Roteglia e mi convince ad andare da loro.
Io : Come mai?
S. : Mi offrivano gli stessi soldi ed un posto di lavoro sicuro, ho fatto due conti ed ho preferito così; a 26 anni era meglio pensare anche al dopo..quel lavoro lo faccio tutt' ora e mi piace, sono il responsabile delle vendite di un' importante concessionaria emiliana.
Io : Che anni furono quelli di Roteglia?
S. : Era come una famiglia, ritrovai vecchi amici come bomber Spezia e Menabue; ho fatto cinque campionati e tutti di serie D, che per una realta' di 1500 abitanti e' davvero tanta roba..ogni salvezza era una gioia immensa. Giocai meno solo l' ultima stagione perche' fui vittima di una tromboflebite che mi tenne fuori 6 mesi.
Io : Roteglia uguale Giuseppe Debbi...
S. : Grandissimo personaggio, era uno dei tre fratelli che poi erano l' anima della societa'; uno era presidente, lui giornalista della Gazzetta di Reggio e l' altro tifoso sfegatato...
Io : Dopo scende in promozione a Castellarano e poi in terza al Cavola..
S. : Esattamente; ho fatto un anno in promozione e poi ho accettato la proposta un po' folle del Cavola; era una piccolissima societa' che dalla terza abbiamo portato in prima nel giro di due campionati; ci strapagavano, pensa che Marinoni aveva pagato il week end pure per la famiglia..poi e' sparito tutto..
Io : E lei chiude col calcio..
S. : Si, ho avuto proposte dal basso ma non sono mai entrato nell' ottica del divertirmi e basta..per me il calcio e' roba seria.
Io : E allora passiamo alle domande finali: il ricordo piu' bello della carriera..
S. : Il primo giorno a Milano, quel 1 Agosto 1977 ce l' ho nel cuore; e poi il giorno delle foto a San Siro con la prima squadra.
Io : La stagione piu' bella.
S. : Quella di Casale, purtroppo e' stata solo una ma la porto nel cuore..era un periodo che mi sentivo invincibile; ma ricordo volentieri pure le salvezze di Roteglia.
Io : Il compagno piu' forte con cui ha giocato
S. : Indubbiamente Riccardo Ferri, ha avuto meno di quello che avrebbe meritato..era fortissimo.
Io : E oggi che fa' Spallanzani?
S. : Oggi basta calcio le gambe patiscono, così mi sono dato alla bici...faccio 10000 Km all' anno..
E' proprio vero, quando uno nasce per correre lo fa' fino alla fine..che sia in bici o a piedi, se sei Spallanzani non ti puoi fermare mai!!

mercoledì 1 aprile 2015

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QUEL  CAMPOBASSO CHE PARLAVA.....RUSSO !

" I uàje re la pegnata i sà la cucchiara ", proverbio molisano che tradotto sta' a significare che i fatti della pentola di terracotta li conosce solamente il cucchiaio (rigorosamente di legno come da tradizione).
La pignata in questione e' la Stagione rossoblu' 1987/ '88, e noi cercheremo di fare da cucchiaio.
Il Campobasso calcio dopo cinque stagioni da protagonista e' appena retrocesso dalla serie B dopo i famosi spareggi persi contro Taranto e Lazio; i sogni di gloria (serie A) sono gia' stati accantonati, ma il Cav. Molinari e' sicuro che almeno il ritorno tra i cadetti sia questione di pochi mesi. Alla guida dei Lupi molisani arriva Mario Russo, da calciatore promessa della Roma poi esploso a Terni, Bergamo e Catanzaro, e da allenatore reduce da un tranquillo 13° posto nel girone meridionale della C1 al timone della Salernitana; i confermati dalla serie B sono addirittura quattordici, e sono pure nomi importanti: il vecchio Anzivino, il lottatore Evangelisti, il buon Goretti con Della Pietra, la bandiera Maestripieri ed un nugolo di giovani, per lo piu' locali, come Armanetti, Mitri, la promessa Mollica e il determinato Sarracino. Ad impreziosire questo parco giocatori arrivano Mario Giua (centrocampista) dalla Carrarese, bomber Lanci dal Monopoli ( 10 reti la stagione precedente), i terzini Puce (ancora dal Monopoli) e Tufano (reduce da una retrocessione in D con la Sanremese) ed il giovane numero uno Nunziata (cresciuto nella societa' e reduce da una stagione luci ed ombre al Sorrento conclusa con la retrocessione in C2), manca solo una punta...ma arrivera' piu' avanti.
La C1 non e' una passeggiata, ed a contendere il posto promozione ai molisani ci sono un gruppo di squadre agguerritissime : lo scudettato Cagliari di Mario Tiddia ( Ielpo tra i pali, l' esperto Zandona' libero ed il Bravo Barozzi tra gli altri), il neoretrocesso Catania di mister Santin che si affida a gente del calibro di Polenta, Canuti, Mandressi e Marigo; il Cosenza di un Di Marzio determinato a ripetere i fasti di Catanzaro (conta sull' affidabile Simoni tra i pali ed i giovani Galeazzi e Padovano), il Foggia del mago di Affori (alias Pippo Marchioro) che annovera tra le sue fila bomber Barbuti, il funambolico Scienza e il peperino Fratena; la Reggina di un giovane Nevio Scala ( Rosin, Catanese, Garzya, Sasso tutta gente che ha fatto la A) e la Salernitana  di Tobia che addirittura ha ingaggiato il superbomber Toto' De Falco.
Con queste premesse Mario Russo affronta il ritiro cercando il gioco e la coesione tra i suoi uomini, il tutto per arrivare pronti al 20/ 9/ '87 quando si affrontera' la prima trasferta stagionale ospiti della Reggina.
All' appuntamento i lupi ci arrivano carichi, ed il risultato di parita' sancito dalle reti di Lanci e Guerra (per i calabresi) non rende pieno merito alla truppa del nuovo trainer che si ritiene comunque soddisfatto; la ruota del campionato ha iniziato a girare e sette giorni dopo all' esordio casalingo il Campobasso disintegra una derelitta Campania-Puteolana sotto una pioggia di gol (5-0) ad opera di Giua, Maestripieri, Goretti (doppietta per lui, un rigore) e il giovane Orazio Mitri.
L' entusiasmo e' alle stelle anche se la domenica successiva si perde a Sassari ( 2-0 per la Torres, Ennas e Zola) una gara che e' inserita pure in schedina e tutti rimettono i piedi per terra; il doppio impegno casalingo pero' rimette le ali ai molisani che battono nell' ordine il Frosinone 2-0 (Lanci e Maestripieri) ed il Catania 1-0 grazie ad una rete del difensore Della Pietra (47') che sfrutta un grossolano errore della difesa etnea e risolve una contesa resa ardua dalle assenze di Maestripieri e Puce e tenuta sullo 0-0 per opera dei miracoli del portiere di casa Nunziata.
Le prime giornate dunque, hanno detto che il Campobasso e' lì...nel gruppo di testa e ad un passo dalla vetta...vetta che viene agganciata la Domenica successiva grazie ad un pareggio ottenuto al "Veneziani" di Monopoli con la complicita' di un' autorete di Ghedin al 14' (ex Lazio) recuperata solamente al 72' per merito di un eurogol del terzino List.
L' impegno successivo coincide con l' esordio in rossoblu' del bomber che mancava..il suo nome e' Marco Romiti; Romiti e' la ciliegina sulla torta che Molinari regala a Russo, e' fermo ai box dalla fine della stagione precedente perche', come ricorda lui stesso, ha rifiutato la convocazione per il ritiro pre-campionato col Taranto a causa di insanabili divergenze con mister e societa'. Il suo curriculum parla chiaro, 55 gol tra B e C e spesso determinanti per gli esiti delle squadre per le quali ha giocato (Samb., Maceratese, Ancona, Civitanovese, Barletta e Taranto); il goleador si fa' subito trovare pronto, e in coppia con Maestripieri abbatte la Salernitana (2-0) siglando la prima rete ( " e' il gol che ricordo piu' volentieri con la casacca del Campobasso perche' a Salerno non mi vollero acquistare. Preferirono Toto' De Falco, un nome piu' altisonante per la piazza...quella rete fu' una piccola rivincita").
Il giorno dei morti per il Campobasso arriva l' 8 Novembre, a casa di un derelitto Brindisi ( che ha in panchina il tecnico delle giovanili Sciarra) i molisani vengono regolati col minimo scarto (1-0) dopo aver colpito una traversa con Romiti ed essersi divorati diverse occasioni con Della Pietra (di testa) e Lanci.
Il momento e' delicato, Torres, Cosenza e Reggina sono scappate in testa ( 11 p.ti a 10) e i lupi sono attesi dalla trasferta abruzzese di Francavilla, dove i locali non regalano niente a nessuno; ma e' in questi momenti che si vedono le grandi squadre, ed il complesso di mister Russo si impone con un sudato 1-0 (Lanci) che rilancia tutto l' ambiente.
La decima vede al "Romagnoli" arrivare il Licata del calcio spettacolo ma bomber Romiti e' abile a ribattere in rete un tiro di Giua finito sul palo e consegna ai suoi altri due importantissimi punti che permettono di agganciare in vetta la Reggina di Scala.
La settimana dopo si va' a Foggia e lì i lupi, al termine di una gara spettacolare da ambo le parti, soccombono per due reti ad una..vantaggio dei satanelli con Fattori, pari su rigore di Romiti poi (dopo aver sbagliato un rigore con Scienza) 2-1 definitivo siglato da Scienza su punizione fortunosa deviata da Anzivino; la dodicesima vede di fronte lupi molisani e lupi calabresi (Cosenza), e' un big match perche' entrambe guidano la classifica (con la Reggina) a 14 p.ti; il Campobasso parte fortissimo e al 33' usufruisce di un rigore decretato dall' arbitro Ceccarini (atterrato Maestripieri) che Romiti trasforma; la gara va' via che e' un piacere ed al 41' ancora Ceccarini e' protagonista, stavolta pero' in negativo in quanto non se la sente di concedere un altro rigore per atterramento (evidentissimo) di Lanci; lo stesso Lanci al 60' colpisce la traversa con un perentorio colpo di testa. La beffa arriva al 78' quando Giansanti insacca un rigore ottenuto in una delle poche sortite offensive dei calabresi...finale, 1-1 e tanti rimpianti.
Il momento non e' dei migliori, e la trasferta di Cagliari si conclude con una sconfitta ad opera di Coppola (rigore) che legittima pero' un netto predominio degli isolani (penultimi in classifica) nonostante mister Russo le tenti tutte per non perdere ( l' ultima mezz'ora mette Mollica e Armanetti in luogo di Evangelisti e Tufano varando una squadra a trazione anteriore).
La classifica a questo punto dice: Cosenza 17, Reggina e Frosinone 16, Campob., Foggia, Torres ed Ischia 15; tutto e' ancora possibile e la risicata vittoria casalinga su una volenterosa Nocerina (1-0, Giua) permette agli uomini di Russo di scalare una posizione ed appaiare la Reggina (con Foggia e Torres) all' inseguimento dei rossoblu' silani; la successiva insidiosa trasferta di Ischia porta nel carniere rossoblu' un importante punto  (0-0) che, sommato ai due ottenuti con l' affermazione casalinga sul Teramo ( 2-0 doppio Romiti) ed all' altro importante pari ottenuto al "Pinto" di Caserta ( 1-1 ancora Romiti), permettono al Campobasso di concludere l' andata in seconda posizione : Cosenza 22, Campob. e Foggia 21.
Al giro di boa quindi i molisani sono in piena lotta per i due posti che valgono la B ( il terzo porta allo spareggio con la terza del girone A), ma ecco che alla prima di ritorno arriva la stecca che non ti aspetti...al "Romagnoli" e' di scena la temibile Reggina ( 20 p.ti), altra pretendente al trono, che Russo vuole battere e distaccare ed invece finisce come nessuno vorrebbe, dopo tre occasioni sprecate malamente dai rossoblu' nell' arrembante avvio, i reggini approfittano di un contropiede al termine del quale Onorato insacca la palla con un diagonale angolatissimo sul quale Nunziata nulla puo'. Al 65' viene pure espulso il calabrese Guerra ed al 70' Armanetti coglie il palo, ma non cambia piu' niente..e' la prima sconfitta casalinga. Ora Cosenza e Foggia sono a piu' due; la settimana successiva un volitivo Campania blocca i Russo boys sul nulla di fatto..i rossoblu Calabresi volano a piu' tre, la Reggina a piu' due e il Foggia (sconfitto) resta sopra di un punto.
L' appuntamento casalingo con la Torres e' un momento cruciale per la stagione dei lupi, e gli stessi non lo falliscono disintegrando la compagine sarda con un pesantissimo 3-0 ( aut. Zola, e doppio Lanci) che non ammette repliche; la ruota pare aver ripreso a girare, ed invece a Frosinone giunge un' inattesa sconfitta firmata Malaman che complica ancora le cose; aiuta invece a recuperare terreno la stupendo acuto di Catania dove grazie ad un Romiti incontenibile (tripletta per l' 1-3 finale, di Tesser il gol etneo) i Molisani passano come un uragano.
Sono passate 22 giornate e la classifica dice: Reggina 28, Foggia e Cosenza 27, Campob. 26 ed il sorprendente Licata (con un' incredibile rimonta) 25. Il cammino prosegue con un deludente pari interno contro un Monopoli ordinato e nulla piu' ( vantaggio di Lanci e pari, nella ripresa, di Ghedin) ed uno 0-0 in quel di Salerno contro una squadra in lotta per sopravvivere; successivamente arriva il doppio impegno casalingo che vede vincere il Campobasso col Brindisi (1-0 faticosissimo grazie a Romiti) e pareggiare col tranquillo Francavilla ancora grazie alla mira del bomber Romiti che con una doppietta sancisce il definitivo 2-2.
Siamo percio' alla 26ma  e la classifica pare scritta da un mago del thriller...Cosenza, Campob., Foggia, Reggina e Licata 31, Torres 30...roba da non credere..
La Domenica dopo pero', a Licata, il Campobasso crolla sotto i colpi della banda di Mister Cerantola, Romano, Giacomarro e La Rosa firmano un secco 3-0 che permette ai gialloblu di issarsi sul gradino piu' alto della graduatoria; nulla e' perduto ma tutto e' piu' difficile.
Il test successivo vede arrivare in Molise il Foggia di Marchioro; i dauni, come i lupi, ne vengono da una sconfitta ma sono in piena corsa per salire in serie B; la gara e' maschia, poco spettacolare e lottata da ambo le parti, il Campobasso preme ed al 79' passa grazie ad un autogol di Accardi che tenta vanamente di deviare un tiro di Giua che aveva superato Ciucci...Cosenza 35, Licata 34, Campob., Reggina e Foggia 33!
E' il crocevia del campionato, si va' a Cosenza e si deve fare risultato, mister Russo dichiara apertamente che l' obbiettivo e' espugnare il "San Vito" ed infatti la sua truppa parte a spron battuto, al 2' Romiti calcia al volo e coglie la parte superiore della traversa,; ma al primo affondo i calabresi passano...angolo di Bergamini, Lucchetti corregge in mezzo e Padovano insacca..1-0. Il tempo di riprendersi ed i silani raddoppiano, e' il 7' quando Urban recupera una palla sulla fascia, crossa al centro e ancora Padovano va' in gol..2-0. Il Campobasso cerca di reagire, Romiti (38') approfitta di un errato disimpegno di Urban ma Simoni c'e'; la gara scivola via veloce e tra le recriminazioni per un possibile penalty sul solito Romiti ed un pallonetto insidiosissimo di Lanci (87' gran parata di Simoni) arriva a finire così..lo stesso Romiti ricorda: "fu' la gara in cui perdemmo la promozione, cominciammo benissimo ma Padovano ci castigo' al primo angolo, lo stadio era una bolgia..resto convinto che se avessimo segnato prima noi..."
Ormai il Cosenza e' scappato (37), si fa' la gara su Licata (36) e Reggina (35) ma e' dura..un Cagliari privo di ben 5 titolari viene regolato con un facile 2-0 (Aut. Marchi al 54' e Romiti al 90') dopo che aveva resistito alla grande sfiorando la rete con Barozzi; viene poi la gara di Nocera dove davanti ad una compagine in difficolta' non si va' oltre al 2-2 (Romiti e Giua, Bizzarri doppietta per i campani) e in successione la vittoria casalinga su un tranquillo Ischia nella quale Romiti firma una doppietta (2-0); mancano due gare alla fine e oramai bisogna vincere e sperare..davanti Cosenza e Licata sono a 42 e percio' praticamente in serie B, poi c'e' la Reggina a 40; ormai non dipende piu' solo dagli uomini di Russo.
Nella penultima il Campobasso passa a Teramo (1-2 Lanci e Migliaccio rispondono a Laraspata) e gli amaranto battono il Catania, purtroppo non servira' piu' a niente vincere in casa con la Casertana, ai calabresi bastera' un punto nella trasferta di Brindisi contro una compagine gia' salva...
Tutto, purtroppo per la troupe del patron Molinari, va' come deve andare, i lupi grazie alla bandiera Maestripieri superano i falchetti ma a Brindisi e' 0-0...svanito, perso, finito tutti aggettivi che purtroppo si abbinano con la parola sogno che ha accompagnato tutta la stagione dei ragazzi del Campobasso..."un altr' anno ci proviamo ancora" pare la frase piu' ovvia, ed invece...l' 88-89 si chiudera' con la discesa in C2, l' anno dopo con quella nei dilettanti seguita da fallimenti, rinascite, morti e resurrezioni...il Campobasso così in alto non si e' mai piu' visto, resta nella memoria di tifosi, calciatori ( "sono andato via perche' la societa' aveva disperato bisogno di fare cassa, senno' sarei restato lì probabilmente per sempre...avevo pure in progetto di aprire una discoteca...ma così e' la vita" Romiti dixit) e appassionati..l' augurio che possiamo fare e' solo questo: " che quella pentola si svuoti dei guai e si riempa di soddisfazioni, che il pubblico rossoblu merita".

giovedì 26 febbraio 2015

UNA STORIA...MAGISTRELLI !


Cosa puo' accomunare Arthur Conan Doyle, il Titanic, Wilson Thomas e la Virescit Boccaleone?
No non e' una domanda del quiz delle 19, e' semplicemente un modo per dimostrare come il tempo segni irrimediabilmente la storia di questo mondo, intrecciando vicende su vicende, sempre piu' frenetico ed incline a dimenticare il passato...di qualsiasi tipo esso sia...
Ma facciamo un po' d' ordine: 1912, lo scrittore scozzese pubblica il suo romanzo " Un mondo perduto" del quale dal 1925 ad oggi  sono state girate almeno una decina di pellicole cinematografiche; il Titanic affonda mestamente nel suo viaggio inaugurale consegnandosi alla storia come uno dei fallimenti piu' clamorosi ed il politico Wilson Thomas vince le elezioni presidenziali d' America ( il 5 Novembre).
La Virescit invece vede la luce l' 8 Dicembre di quello stesso anno presso l' oratorio bergamasco del quartiere Boccaleone dove il sig. Testa svolge praticamente tutte le mansioni amministrative permettendo, con il suo preziosissimo lavoro, di ben figurare ed addirittura vincere varie competizioni a livello cittadino; sono anni di cambiamenti epocali, la guerra arriva inesorabile e chiede le vite di alcuni atleti, la societa' interrompe l' attivita' per riprenderla nel 1918 ed affiliarsi all' ULIC per la quale organizza tornei a livello giovanile.
L' umanita' non impara mai ed a poco piu' di vent' anni dalla fine del primo arriva il secondo e piu' cruento conflitto globale; la Virescit si ferma in attesa di tempi migliori che porteranno la data del 1949 quando si ricostituisce con il nome di Oratorio Boccaleone e si affilia al CSI; la maglia viola ed i calzoncini bianchi cominciano a farsi un nome sui campi dilettantistici locali e finalmente all' alba della stagione 1970-'71 l' allora presidente Mangili decide di affiliare il club alla FIGC e prendere parte al campionato di terza categoria...e' l' inizio di una favola!
Il nome dell' autore e' Alessandro Ghisleni il quale rileva il club da Mangili nell' estate del 1977, cambia la denominazione in Centro Giovanile Virescit Boccaleone passando in un batter d' occhio  dalla prima categoria alla serie D, vince infatti la promozione edizione 1980 con 21 vittorie in trenta giornate e sette lunghezze sulla seconda classificata, da ora la Virescit si misurera' con avversarie quali la Pro Gorizia, la Solbiatese e il Valdagno, tutte squadre con trascorsi in C ed addirittura in B.
La stagione 1980-'81 e' alle porte, la neopromossa Virescit forte della presenza in rosa dell' ex professionista Tiziano Mutti (ex di Inter, Genoa e Piacenza tra le altre) nel ruolo di libero, del futuro adepto di Zeman Adriano Cadregari, dei fratelli Astolfi (ala e terzino) e della garanzia tra i pali Albergoni e' decisa a ben figurare nel girone B della serie D; Montebelluna e Gorizia paiono non lasciare alcuna speranza di promozione ma il campo, come in moltissimi casi, dice un' altra cosa...alla 34esima i viola ed i trevigiani sono appaiati a quota 45 che vuol dire promozione in C2...roba da non credersi, la squadra di un quartiere tra i prof...
A questo punto la questione diventa davvero seria, dal Settembre '81 ci si misurera' con mostri sacri quali Casale (campione d' Italia 1914), Pavia, Lecco, Novara, Pro Patria e Carrarese ecc.; per ben figurare nella nuova categoria ci si affida al blocco che ha dominato la serie D e agli ordini del riconfermato mister Biffi restano quindi quasi tutti i protagonisti della precedente stagione. Si esordisce ad Imperia il 20/9 e davanti ad un' altra neopromossa i viola impattano 1-1, gara in difesa ( primo tiro attorno al 60') e a venti minuti dalla fine un traversone di Bonatti deviato da Marinelli garantisce il punto in classifica. L' esordio casalingo vede arrivare a Bergamo il quotato Savona di mister Pierino Cucchi, e pure quì finisce pari...una gara prudente permette di portare a casa un prezioso 0-0; il campionato prosegue in maniera regolare, la Virescit staziona stabilmente nel centro della classifica ma una piccola flessione nel finale porta ad un' inaspettata retrocessione, si arriva alla pari con l' Imperia (30 punti) ma la differenza reti negli scontri diretti condanna i bergamaschi ( 2-2 nella gara di ritorno).
L'estate 1982 insieme ad una vittoria mondiale attesa 44 anni porta nel quartiere Boccaleone la voglia di rivincita, di dimostrare che quell' approdo tra i prof. non e' stato casuale; il pres Ghisleni costruisce una squadra solida e che gioca a memoria col regista Roccatagliata a dirigere l' orchestra, in attacco il bresciano Simonini (da  Passirano) dimostra che l' Atalanta fa' bene a credere in lui e la difesa subisce pochissimi gol (18), ma tutto questo non basta...la corazzata Centese alla fine conta due punti in piu' e sale in serie C2. La differenza nello scontro diretto a Cento : 28/11/1982 1-0 per i ferraresi grazie a bomber Cleto.
Il patron non si arrende e per la successiva stagione insiste ancor piu' convinto che sia la volta buona, vicino a Simonini arriva Brambilla che con 19 segnature risultera' determinante per arrivare alla fine agganciati al blasonato Seregno a quota 47 (terzo il Leffe a 40); spareggio a Lodi il 20 Maggio e vittoria ai supplementari per 2-0...e' nuovamente C2!!
Agli ordini di mister Luciano Magistrelli (bergamasco ex calciatore della Dea) ci si prepara alla seconda avventura tra i prof., l' esperienza di tre anni prima ha insegnato molto e così non si ripetono piu' certi errori dovuti all' inesperienza...il complesso viola suona che e' una meraviglia, Simonini si scatena con 22 marcature, Roccatagliata da' spettacolo, Crotti e Bonacina garantiscono quantita' in mezzo al campo; risultato finale: si sale in C1! Il girone di ritorno e' spettacolare, la Virescit mette in fila tutti e si classifica prima davanti al Trento, in casa non perde mai e fuori si concede sei battute d' arresto...adesso a Bergamo ci sono due squadre!
Il "Comunale" viene diviso a meta' con la Dea e dalla stessa Dea, arriva il primo acquisto: Costanzo Barcella, il quale si e' messo in evidenza la stagione precedente nelle file della Civitanovese che ha perso lo spareggio per la promozione in C1 contro il Fano; gli altri innesti sono quelli di Zobbio (bomber dell' Ospitaletto), Carlo e Filosofi entrambi dal Piacenza. La composizione del girone mette paura solo a vedersi: Ancona, Parma, Piacenza e Modena sono solo alcuni dei nomi delle avversarie con cui si confronteranno i viola.
L' avventura parte il 22 Settembre, a Bergamo arriva il Padova ed e' subito gloria viola..2-1 e morale alle stelle, si perde poi a Modena (2-1 per i canarini) e alla quinta si impatta in casa con la corazzata Parma di Arrigo Sacchi..l' andata va' via che e' un piacere ed alla fine del girone la classifica e' la seguente: Parma 26, Virescit 22, Modena e Reggiana 21..Magistrelli e C. stanno incantando una citta' che di colpo si scopre ricca di due realta' distinte..il mostro sacro Atalanta e la simpatica ed irriverente Virescit Boccaleone; nel girone di ritorno un leggero calo mette fine al sogno della B, ma resta un gran campionato concluso in quinta posizione(saliranno in B Parma e Modena).
L' annata 1986/ '87 vede arrivare in casa viola Alberto Cambiaghi dal Varese, Monti e Nunziata dalle giovanili dell' Inter, Marino Palese dal Lecce, Claudio Foscarini dal Piacenza ( quì ha imparato probabilmente tutto cio' che mette in pratica a Cittadella..) e il bomber Adriano Mosele fresco di retrocessione dalla C2 col Leffe ed in cerca di un pronto riscatto; il prologo della stagione vede per gli uomini del riconfermatissimo Magistrelli l' avventura nella Coppa Italia dei grandi, e' un esordio assoluto per la Virescit ed il girone la vedra' contrapposta ai concittadini dell' Atalanta e poi Brescia, Genoa, Messina e Palermo..insomma un battesimo nel calcio che conta a tutti gli effetti.
Il 24 Agosto 1986 e' il giorno della partita impossibile, in un "Comunale" piu' curioso che mai la piccola Virescit sfida la dea, l' inizio e' traumatico, basta un minuto e Nunziata fa' autorete e all' undicesimo raddoppia Incocciati ma poi la truppa di patron Ghisleni si rimette in carreggiata e tiene il campo fino ad accorciare le distanze con Carlo al 62'; finisce così e tutti felici un' altro traguardo incredibile e' stato raggiunto.
Le altre gare della Coppa vedono una Virescit tonica e che da' filo da torcere a tutti, vittoria col Messina (2-0), sconfitta di misura a Brescia (1-0), pareggio importante al "Ferraris" contro il grifone (1-1 Domini per i rossoblu' e Tamellini per i Viola) e gran 3-0 ad un Palermo frastornato; si esce con l' onore delle armi.
In campionato invece non si ripete il volo della precedente stagione, 32 punti garantiscono una tranquilla salvezza ed il diritto a disputare un ' ulteriore campionato di serie C1...quello storico!
Estate 1987, in casa Boccaleone si pianifica la terza avventura tra i grandi della C, arrivano i giovani Didone' e Simone dal Como, Salvatori dalla primavera del Milan, Carpineti dal Pavia (che ha vinto la C2) e il navigato bomber Lele Messina dal Cosenza. L' obbiettivo e' ben figurare e valorizzare i ragazzi della rosa, ma il guru Magistrelli esagera plasmando un complesso che gira a meraviglia e mette paura a chiunque.
Esordio casalingo e 0-0 con il L.R.Vicenza, poi vittoria ad Ospitaletto e al "Comunale" col Fano, la Virescit vola e chiude l' andata al terzo posto dietro Spezia (24), Ancona e Monza (22); Simone segna con regolarita' ( con 15 centri si laureera' re dei bomber), Didone' regala giocate da serie A ( purtroppo poi si perdera'), Messina, Cambiaghi e Monti sono sempre tra i migliori. Il ritorno e' condotto sempre ai massimi livelli tanto che  alla penultima giornata Virescit, Ancona e Monza sono appaiate a quota 43 al comando della classifica; nell' ultimo turno i Dorici si sbarazzano di un demotivato Livorno (3-0) ed i Brianzoli espugnano il "Coppi" di Tortona (0-1), i vciola invece crollano inspiegabilmente a Ferrara (1-4) al cospetto di una Spal solo apparentemente rassegnata...sara' spareggio con la Reggina ( terza nel girone B) ma si ha gia' il sospetto di aver perso l' appuntamento con la storia...
12 Giugno 1988, Perugia stadio "Renato Curi"...La Reggina manca dalla B da 14 anni e, come tutte le squadre del sud, e' sostenuta da un calore tutto particolare, 20000 sostenitori sono giunti dallo stretto nonostante quello stesso giorno Papa Woityla visitasse la citta' calabrese. A Bergamo l' attesa e' diversa, il Quartiere Boccaleone e' tinto di viola gia' da qualche giorno e nove pullman piu' un treno di macchine sono pronti a portare in Umbria un migliaio abbondante di tifosi...l' avvenimento e' effettivamente imperdibile, nel settore dei sostenitori viola viene sistemato uno striscione viola recante la scritta "GRAZIE VIRESCIT" che da' gia' un' idea di quanto per la gente bergamasca vada bene così.
Trentalange fischia l' inizio ed un mare di pensieri, sensazioni e ricordi si saranno aggrovigliati nella testa della bandiera viola Tommaso Astolfi, lui e' lì dalla prima promozione in C2, ha vissuto ogni istante di questa avventura..la retrocessione dalla stessa C2, la delusione di Cento, la doppia risalita...tutto! Non gioca tanto, ma Magistrelli sa' che quando lo chiama lui c'e'..e' la Virescit quel terzino!
La gara entra subito nel vivo, passano dieci minuti ed un fallo al limite dell' area permette al reggino Bagnato di calciare una punizione.. Dal Bello intuisce, tocca, ma il soffio di ventimila cuori amaranto spinge la palla in rete; la Virescit e' scossa, passa un brutto quarto d' ora ma poi pian piano si rimette in careggiata, Adami si rende pericoloso con una girata in area che si spegne di poco a lato; passa il tempo ed i calabresi resistono, e a meno otto dal termine Tarcisio Catanese (entrato poco prima al posto del peperino Onorato) trasforma una ripartenza con un tocco che beffa ancora Dal Bello.
Al fischio finale il campo e' invaso dai tifosi reggini e l' immagine che resta dei viola e' sintetizzabile nelle lacrime di patron Ghisleni e nel senso di impotenza di Didone' e c. affranti sul campo; il sogno e' rimasto tale.
Ripartire dopo cotanta delusione non e' senz' altro facile ma il presidente non molla, cambia denominazione in Virecit Bergamo ed affidandosi ancora a Magistrelli rinnova la sua creatura per affrontare il nuovo campionato di C1; arrivano il bomber Igor Protti dal Livorno, Casagrande dal Padova (ormai al termine di un' ottima carriera), Il prolifico Cornacchini dalla Reggiana, Foschi dalla Lazio, Nava dal Milan primavera, il talentuoso Marcellino dal Barletta ed il funambolico Talevi dall' Ancona ( talento mai sbocciato ai piani superiori).
Il primo ostacolo e' la Coppa Italia maggiore, la formula e' ancora a gironi ed i bergamaschi vengono inseriti con Avellino, Pisa, Ancona, Fiorentina e nuovamente il Genoa; si comincia con un 1-1 contro gli Irpini (cornacchini per i viola) per poi proseguire con un altro 1-1-col Pisa (ancora Cornacchini), una sconfitta di misura con i Dorici (1-0), un sonoro 0-3 con la viola toscana (giocata a Pistoia) e chiudere con una prestigiosa vittoria casalinga a spese dei Grifoni rossoblu' che domineranno la B agli ordini del Professor Scoglio ( 3-2 reti di Cornacchini, Messina ed autogol di Torrente).
Le premesse per fare bene in campionato ci sono tutte, invece la squadra balbetta ed arriva alla penultima giornata con un solo punto di vantaggio sui bianconeri del Derthona.. all' ultimo turno pero' il Mantova al "Martelli" non concede nulla e batte per 2-1 i viola mentre i piemontesi vincono in casa opposti ad un tranquillo Montevarchi (4-2)...e' retrocessione in C2...
La stagione '89/ '90 così vede la Virescit ripartire dalla categoria inferiore, Astolfi ha salutato la compagnia ed i nuovi arrivi si chiamano: Paradiso ( scuola Inter ed ex Siena e Samb tra le altre), Polverino ( stopper d' esperienza), Obbedio, Maurizi ( punta giramondo della C), Bottazzi (che sara' protagonista poi nella Spal), Marchetti e Roccatagliata ( di ritorno dall' avventura al Piacenza). La stagione non e' delle piu' facili e con addirittura tre allenatori (Sonzogni, Cade' e Danova) non si va' oltre un anonimo tredicesimo posto, da segnalare gli 11 gol di Marchetti.
Proprio l' ultimo allenatore della precedente stagione, Danova, e' la scelta da cui ripartire per la successiva stagione '90/ '91; agli ordini del mister arrivano Olivares ( piu' tardi in A col Bari), Paladin (centrocampista), il cugino di Igor, Stefano Protti, Scienza e Spelta, insomma..una squadra che non dovrebbe soffrire le pene dell' inferno per ottenere una tranquilla salvezza; ed infatti così e'..undicesimo posto con 32 punti conquistati.
Per il '91/ '92 torna in panchina il guru Luciano Magistrelli ( di ritorno dalle esperienze con Spal e Legnano) ma niente va' come tutti si aspettano... Olivares e Roccatagliata guidano un gruppo che non funziona come dovrebbe e così la Virescit arriva alla fine appaiata sul fondo con i Vicentini del Valdagno con i quali si deve giocare uno spareggio che garantisce l' accesso ad un' ulteriore fase di spareggi per non retrocedere in D.
Si gioca a Fiorenzuola d' Arda il 24 Giugno 1992 ma i viola soccombono per 2-1...e' la fine dell' avventura tra i professionisti...
Si e' chiusa un' era, si deve ricominciare dalla D ma il patron Ghisleni forse e' stanco..sono stati anni intensi, vissuti febbrilmente, sfibranti per certi versi; si costruisce la squadra e si ricomincia, il girone e' duro Bassano, Bolzano, Treviso, Cittadella e Lumezzane ambiscono tutte a salire tra i prof., ce la faranno i Padovani che batteranno allo spareggio i Bresciani per 2-1. La Virescit tiene botta tutto l' anno e per soli due punti non finisce pari alle due corazzate (46 a 44), ha la miglior difesa (18 reti subite) ma un attacco che fa' fatica a fare gol (il bomber e' Grandi con 9 gol, poi Boninsegna a 8)..e' la fine!
Come fanno i grandi anche la societa' decide di dire addio lasciando un bel ricordo a coloro che le hanno voluto bene, che l' hanno seguita o semplicemente simpatizzata, Ghisleni in estate cede il titolo sportivo all' Alzano di patron Morotti che da' così vita all' Alzano Virescit...arrivera' la C e poi anche quella B che i viola hanno solo accarezzato...ma questa e' un' altra storia....












martedì 10 febbraio 2015

POLVAR DA SPARO....

POLVAR DA SPARO...




Torviscosa (UD), terra di confine, di fatica e di lavoro...terra di bonifiche fasciste, di opere da propaganda del ventennio piu' influente della nostra giovine storia nazionale. Ma anche terra di attaccanti.. e' infatti da quì che parte l'avventura di Dario Polvar, bomber anni '70 prodotto del vivaio della Saici ( poi Snia) che da' lavoro a tutto il paese e riempie il tempo libero dei frut ( bambini ) della zona; Polvar viene su' con la nidiata dei due Musiello ( Giuliano e Mario ) che avranno piu' fortuna o, come confessa candidamente lui, semplicemente piu' talento di lui.
Lo recupero telefonicamente un Sabato mattina, quì nella mia Liguria di alta quota nevica e fa' freddo...il mio bimbo ha appena finito il bagnetto ed io mi congedo un attimo dal mio ruolo di padre per abbracciare, per una mezz'oretta, quello di giornalista ( ovviamente dilettante ed appassionato) che, potessi tornare indietro....ma vabbe' ....compongo il numero ed in un attimo sono a 475 Km da casa :
 D : Buongiorno Signor Polvar, e' pronto per un viaggio nel tempo?
 R : buongiorno, certo...eccomi quì...
 D : Iniziamo dal principio, come comincia la storia di Polvar ?
 R : Faccio parte della generazione del dopoguerra, il calcio era il gioco principale per noi..si giocava ovunque, ed io, come tutti, entrai giovanissimo nelle file della squadra del paese che era gestita dalla Saici (ditta che produceva la cellulosa attraverso la lavorazione della canna).
 D : Fino ad arrivare alla prima squadra...
 R : Esattamente, ci arrivai giovanissimo (17 anni n.d.a.) ..un paio di campionati di buon livello ed arriva la chiamata del Verbania.
 D : La prima avventura tra i prof., come ando'?
 R : Fui segnalato da osservatori ma forse ero troppo giovane ed acerbo...iniziai bene ma poi venni messo da parte, fu comunque una scuola formativa.
 D : L' anno dopo si torna in D, a Trento, e Polvar e' protagonista nella vittoria del campionato...
 R : Fu' una bella stagione, la squadra era forte ed io riuscii a dare il mio buon contributo. Primo posto alla pari col Pordenone e vittoria allo spareggio (2-0).
 D : La riconferma pero' non arriva, perche'?
 R : Onestamente non me l'aspettavo,non so' perche'..mi dirottarono alla Vis Pesaro e dovetti andare...ai miei tempi non si poteva scegliere...
 D : Nelle Marche dura poco..
 R : Non mi ambientai da subito, non mi piaceva niente, litigai coi dirigenti..feci una partita (il derby col Fano n.d.a.) poi chiesi cortesemente di essere avvicinato a casa.
 D : E la mandano all' Oltrisarco di Bolzano...lì esce il bomber..che ambiente ha trovato?
 R : Era tutto molto familiare..l' Oltrisarco era una squadra che rappresentava un quartiere di Bolzano, zero pressioni e voglia di divertirsi..era cio' che mi ci voleva..tre stagioni di alto livello con piu' di quaranta gol.
 D : Ed ecco che la nota lo Juniorcasale...gloriosa societa' piemontese...
 R : Lì allenava Sergio Vatta, un grande conoscitore di giovani..mi conosceva perche' avevo fatto parte di varie rappresentative e decise di chiamarmi...
 D : E lei?...
 R : Presi l'auto e via, direzione Casale Monferrato a parlare con la societa'...non ero mai stato in quella zona, era lontano da casa mia, feci un casino per trovare la sede eh eh mi ero perso per la citta'..ma trovai subito l'accordo.
 D : Si ambiento' subito?
 R : Sì, a Casale fu' subito tutto facile; la gente mi aiutava e strinsi immediatamente amicizie sincere che durano ancora oggi..mi sento tuttora con i fratelli Gullotto che all'epoca avevano un'autoricambi.
 D : E della squadra conosceva qualcuno?
 R : No, nessuno...ero fuori zona eh eh..
 D : Primo anno e promozione, che annata fu'?
 R : Straordinaria e particolare assieme; iniziai bene ma ad un certo punto mi ammalai, mi colpì un virus ( Brucellosi) che mi tenne fuori 40 giorni, alcuni trascorsi in isolamento presso il nosocomio cittadino. Una volta uscito feci tre giorni di camminate e alla Domenica mister Vatta mi getto' subito nella mischia, lì ho capito quanto ero importante per la squadra.
 D : Sette gol e coppia d' oro con Grillo...
 R : Eravamo complementari, se non segnavo io ci pensava lui...
 D : Testa a testa con l' Albese, dura tutto l' anno e il 12/ 5/ '74 c'e' lo scontro diretto al "Palli"..
 R : Lo ricordo come fosse ieri, quel giorno ci saranno state minimo 8000 persone, gente ovunque pure a bordo campo; comincia e dopo un minuto siamo in vantaggio grazie a Granai...era una bolgia, sul finire del primo tempo ci procuriamo un rigore, prendo la palla e...
 D : E?...
 R : La metto dentro...e' venuto giu' lo stadio, non avevo mai visto niente del genere.
 D : Finalmente questa volta arriva la riconferma...per lei e' l'esordio da protagonista in C...
 R : Gia', il '74/ '75 fu' una stagione con l' obbiettivo della salvezza, ci riuscimmo dopo un cambio di panchina ( Vatta esonerato e subentra Omero Tognon), un campionato sofferto ma, a suo modo, bellissimo.
 D : 29/ 9/ '74, Juniorcasale-Vigevano 2-0..lei mette la firma sulla vittoria tra i prof. che a Casale mancava da piu' di undici anni..
 R : Fu' la prima vittoria in campionato, l'inizio della battaglia eh eh...
 D : 1975/ '76  il suo terzo anno, segna 11 gol e vi salvate bene..il mister e' Vincenzi..
 R : Gran stagione quella, Vincenzi aveva le sue idee e ogni tanto mi teneva giu', ma ti dava sempre la motivazione..mai un urlo fuori posto, mai un rimprovero banale...bravo mister e gran brav' uomo.
In campionato poi segnavo tanto, andavo a mille eh eh...
 D : Purtroppo pero' stavolta la conferma non arriva, la dirottano a Vigevano..
 R : Non ci volevo credere, mi avvicina un dirigente e mi dice che devo andare al Vigevano (serie D) perche' in nerostellato non c'e' piu' posto per me...me lo hanno imposto.
 D : Come la prese?
 R : Malissimo, io da Casale non me ne sarei mai andato, probabilmente avrebbe svoltato pure la mia vita..stavo bene e mi ci sarei fermato anche dopo....
 D : Comunque poi a Vigevano non ando' poi così male, 19 gol e terzo posto..
 R : Sul campo facemmo un miracolo, tenemmo testa al Trento per quasi tutta la stagione; poi perdemmo il big match in casa e finimmo terzi dietro anche al Legnano. Ma la societa' pagava malvolentieri e l' ambiente non era sereno.
 D : Ed arriva una telefonata dalla Toscana...
 R : Sì, precisamente da Montevarchi, sempre serie D...
 D : Ci racconti...
 R : Mi volle l' allenatore Costanzo Balleri, ero ormai un buon nome per la categoria, andai a parlare con la mia macchina ma dopo il primo incontro ero scoraggiato..dissi a mia moglie " no no, quì non capisco nemmeno quello che dicono..io non ci vengo"
 D : Ed invece?
 R : Balleri mi convise e fu' l' inizio di una fantastica avventura, salimmo nella neonata serie C2 e realizzai, come a Vigevano, 19 reti risultando secondo solo a Cacciatori della Carrarese ( poi approdato in A al Perugia, n.d.a.).
 D : Resta ed arriva pure il salto in C1..
 R : Era una gran bella squadra, l' entusiasmo era alle stelle e arrivammo a fine campionato dietro alla sola Sanremese ma alla pari con Cerretese, Sangiovannese, Imperia e Carrarese...incredibile...
 D : Gli spareggi interminabili...
 R : La lega ci fece fare un girone a cinque che duro' da meta' Giugno a inizio Luglio, ma anche quì dopo le quattro partite eravamo tutte appaiate a quattro punti, roba da non credersi...
 D : Così si va' avanti...
 R : A quel punto la Cerretese rinuncia e ci fanno fare semifinali e finale, noi vinciamo a Viareggio contro l' Imperia e ci attende la finale con la Carrarese..
 D : Che gara fu'?
 R : Si gioco' a Pistoia, una bolgia..finì pari (2-2) ma ai supplementari passammo noi, io purtroppo non venni convocato per scelta tecnica.
 D : Finisce la stagione e Polvar non si ferma in C1, torna a casa...
 R : Avevo ormai trent' anni e non me la sentivo di affrontare un campionato con trasferte lunghe fino in meridione, mio figlio iniziava la scuola e così chiesi alla societa' di lasciarmi libero..tornavo a casa...
 D : E così inizia una nuova carriera nei dilettanti...
 R : Si, e' molto diverso come mondo, giocavo per divertimento con persone che lavoravano tutto il giorno. Dovevo inventarmi le giocate, uno o due compagni per squadra li avevo bravini gli altri...be', ci provavano eh eh...
 D : Ha continuato comunque fin oltre i quarant' anni..
 R : Mi piaceva, mi incavolavo se perdevo ma mi divertivo ancora...
 D : E dopo il calcio?
 R : Ho lavorato fino alla pensione.
 D : Conclusioni, l' anno piu' bello..
 R : Il primo a Casale, promozione fantastica.
 D : La vittoria piu' bella..
 R : Quella al "Palli" con l' Albese, ma anche a Montevarchi ho fatto partite indimenticabili
 D : La delusione piu' grande..
 R : Di delusione non parlerei, ma l' essere stato accantonato dopo tre anni da protagonista a Casale mi ha amareggiato tantissimo, e pure a Trento, dopo la vittoria della D sarei rimasto volentieri.
 D : Il giocatore piu' forte con cui ha giocato..
 R : Senza dubbio Bressani del Montevarchi, con lui sapevi dove arrivava la palla..era uno spasso, talmente forte che quando Orrico da Carrara ando' in A all' Udinese lo volle con se'. Meritava di piu'.
 D : Rimpianti?
 R : Nessuno, forse solo quello di non aver calcato campi piu' prestigiosi. Bressani anni dopo mi confesso' che a Udine Orrico aveva chiesto di me...chissa'...peccato..
 D : E oggi Polvar che fa'?
 R : Il nonno, ho un nipote che gioca ed e' appassionatissimo di calcio e mi diverto a raccontargli le mie avventure, lui mi ascolta ed e' estasiato.
 " Grazie mille signor Polvar, ora chiudiamo..la moglie mi chiama per il pranzo.."
" Anche la mia, a risentirci ed un augurio al Casale, quella stella ce l' ho nel cuore!"