lunedì 5 ottobre 2020

 UNA STORIA...VALENTE



Provateci voi a entrare in uno stadio gremito, in sostituzione del Rensenbrink italiano (della Brianza per la precisione) e con lo sguardo di un sergente di ferro che ti ordina "Scaldati!". Il tutto a 17 anni e con la tua squadra che vince 0-1 a sei minuti dalla fine, roba da far tremare polsi e maniche...ma non a tutti.

Inizia così la storia di Fabio Valente tra i grandi, in una Domenica di fine Settembre del 1981 al "San Paolo" di Napoli (70000 spettatori arrotondati per difetto), con la maglia numero 16 del Milan addosso e un Gigi Radice che lo butta nella mischia al posto di un Mandressi che presto si perderà nei meandri delle categorie inferiori lasciando i paragoni con Rensenbrink al barone (Liedholm) che li coniò. Valente si prende il lusso di essere l'unico esordiente della Domenica, è il 35esimo della stagione (siamo alla terza giornata) e si trova in compagnia di gente come Mancini, Albiero, Bivi, Monelli e Massaro mica male come inizio.

E' un Milan operaio il suo, affidato ad un Radice che ha appena compiuto un miracolo a Bologna e desideroso di reinserirsi in quei discorsi di alta classifica che da sempre gli competono; i giovani sono parte integrante del progetto e cosi il mister si trova a gestire in pianta stabile Incocciati, Battistini, Evani, Gadda, Icardi e Galli (tutti classe '63), più gli altri primavera chiamati alla bisogna, Cambiaghi, Berlinghieri, Tumiatti (anche loro '63) ed il nostro Valente unico nato nel 1964. Genovese d'origine il nostro giovanotto si trasferisce in tenera età nella metropoli lombarda passando così dalle minori del vecchio Grifone a quelle rossonere; qui spopola a suon di reti e quando non viene confermato va a segnarne ancora di più in una squadretta di quartiere che giocoforza deve restituirlo al mittente, la grinta non manca, la classe c'è e allora si parte per una carriera da prime pagine?...nossignori, il destino è un altro!

Passano i mesi e per il giovane virgulto rossonero gli spazi restano quelli del campionato primavera, il Milan sprofonda in una crisi allucinante e presto si trova in fondo alla graduatoria al pari di Como, Cesena e Bologna; a fine andata il verdetto è da film dell'orrore, Como 8, Cesena 11, Milan e Bologna 12. Radice si ricorda del suo giovane attaccante in occasione della prima gara del girone di ritorno e lo convoca il 24 Gennaio 1982 in occasione di Milan-Udinese, numero 16 sulla schiena in una panchina giovanissima che gli vede vicino Gadda, Tumiatti e Incocciati, il 12esimo Incontri, ventiquattrenne, pare uno zio. 0-1 friulano deciso da una prodezza di Causio, entrano Incocciati e Gadda e "salta" Radice; arriva Galbiati, il diavolo sprofonda e per Valente le porte della prima squadra sono chiuse definitivamente.

La stagione del Diavolo (povero) si conclude con una mesta retrocessione in B, Valente avrebbe a disposizione ancora lo spazio nel campionato primavera, ma la voglia di giocare tra i grandi è tanta così accetta le offerte del Sant'Angelo che disputa la C2, mister Albanese è bravo coi giovani ed in attacco il maestro è un bomber in ascesa come Paolo Valori  che, incroci del destino, a fine stagione approderà in rossonero grazie ai 13 gol messi a segno in 33 presenze. Per Valente però la stagione è negativa, una marcatura in 23 gare non e' granchè e così il ragazzo gioca la carta nerostellata del Casale, società dal blasone antico e che bazzica anch'essa la serie C2. In riva al Po il giovane centravanti ritrova un pochino della sua classe, fornisce buone prestazioni corroborate da tre reti ma incappa in una stagione assurda; il Sant'Elena Quartu si ritira dal campionato ed il Casale si ritrova ultimo con sole 11 sconfitte ma ben 18 pareggi e la miseria di 3 vittorie, retrocede in Interregionale con 29 reti subite in 32 gare e per Valente l' avventura è finita.

Quando tutto pare perduto però ecco il famoso treno che non dovrebbe ripassare il quale decide per un'altra fermata, Vitali ex dirigente del Milan passato al Como si ricorda di lui e gli propone un passaggio in riva al Lario. C'è da sistemare solo la questione cartellino  col Milan che...non è..una formalità; le due società non ne vengono a una e il ragazzo rimane bloccato, quando la situazione si definirà i comaschi avranno già acquistato la terza punta Morbiducci e per Valente ci sarà spazio solo nella primavera azzurra come fuoriquota...un'altra stagione gettata alle ortiche!

L'ancora di salvezza pare sia quella lanciata dalla Pro Patria di mister Melgrati, C2 ambiziosa con vista promozione e una rosa che comprende Curti Walter, Mazzola Alessandro, Tufano e Lapa, ma anche quì qualcosa non funziona...e da subito. L' 11 Settembre, in un'amichevole serale tra i bustocchi e la Rapid Bucarest, Valente subisce la frattura di tibia e perone a seguito di un'uscita avventata dell'estremo difensore rumeno, stagione finita assieme alle ultime speranze di una risalita che i suoi mezzi avrebbero meritato.

L'ennesima ripartenza avviene a guarigione completata (ben oltre un anno dopo) ma oramai siamo a livello di Promozione Regionale, le ultime avventure di Valente come centravanti vanno in scena con le maglie di Corsico, Muggiò e Sangiulianese, tutte nell' Hinterland di quella Milano che lo ha cresciuto, coccolato e poi crudamente disilluso.

Quì finisce l' avventura del signor Valente? Sul campo sì, ma il ragazzo e' davvero un tipo dalle mille risorse e si costruisce un nome nel campo della pittura; le personali (mostre) ne certificano l'apprezzamento del pubblico e lui chissà se nelle le sue creazioni lascia spazio a quelle sensazioni che ha vissuto a Napoli in quel lontano Settembre 1981..