domenica 27 gennaio 2019

ALLA RADICE DI UN CAPOLAVORO


"Ballata per un condannato" è un film del 1980, niente a che vedere con Bologna, San Petronio o la squadra che "tremare il mondo fa(ceva)", ma potrebbe essere il titolo azzeccato per quell'estate funestata dalla sentenza riguardante il calcioscommesse che decretò un pesante -5 (al pari di Perugia ed Avellino) nella classifica di partenza dei rossoblù del neo tecnico Gigi Radice.
La creatura del presidente Fabbretti è sicuramente ferita, spaventata e, dai più scettici, pure condannata... ma è il campo che emette verdetti incontrovertibili, sentenze che solo i grandi sanno pilotare dove vogliono loro, uno di questi è proprio Luigi Radice!

                   LO SBARCO

Approda sulla panchina felsinea  "approfittando" di un'innata antipatia tra il patron bolognese ed il precedente allenatore Perani, Fabbretti preme per il cambio già nella stagione precedente, ma il Marino conduce il Bologna in maniera inappuntabile e, a malincuore, il presidente se ne resta buono buono fino al termine del campionato. In estate poi, nonostante il Ds Sogliano cerchi di farlo desistere, impone il suo pensiero e così l'uomo di Cesano Maderno sbarca nella Dotta.
Il lavoro in sede di calciomercato è sicuramente buono, partono senza troppi rimpianti "Cavallo pazzo" Chiarugi, Petrini, Castronaro e la coppia Mastalli-Maselli (al Monza in B), e con qualche rimpianto in più Mastropasqua e Spinozzi (entrambi alla Lazio neo retrocessa in B dalla giustizia sportiva), ma alla casella arrivi si leggono nomi di sicuro affidamento e sui quali Radice conta moltissimo, il fedele Garritano (vice Pulici-Graziani nel Toro del 1976), il lottatore Vullo ed il guizzante Pileggi ( due "ragazzi del Toro"), la promessa Fiorini rientrante dall'ennesimo prestito (Piacenza, 21 gol), i giovani spallini Fabbri (difensore) e Boschin (portiere), il roccioso difensore Benedetti consacratosi a Cesena; ce n'è abbastanza per sperare nel miracolo, anche se ai miracoli  in pochi ci credono.

                   VENTO IN COPPA

Il 20 Agosto 1980 si comincia a fare sul serio, all' "Arena Garibaldi" di Pisa la truppa di Radice è ospite dei nerazzurri di Lauro Toneatto, primo vero avversario col quale testare il grado di preparazione; apre le danze Dossena già al 3', pareggia Cantarutti quasi subito (11') ma Garritano in chiusura di tempo fissa l' 1 a 2 definitivo che traccia la via da seguire, chi ben comincia...
Il 31 test ancora più probante al cospetto del Napoli di Marchesi, 1-1 (Musella di rigore e Franco Fabbri i marcatori) e squadra che ne esce ulteriormente rafforzata sotto l'aspetto psicologico nell'attesa di ospitare tre giorni dopo il L.R. Vicenza travolto poi con un secco 3-0 (Fiorini, Paris e Zuccheri) che lascia a Radice la tranquillità per buttare nella mischia qualche giovane come Paolo Gallo (entra al 69' per Garritano), giovane virgulto arrivato da Monselice dopo 7 reti nella C2 precedente.
Contro una Sampdoria oramai fuori dai giochi il 7 Settembre i rossoblù staccano il biglietto per i quarti di finale grazie ad un golletto di Garritano al 25', come precampionato davvero niente male, ma è il 14 Settembre la data che ogni tifoso bolognese attende con trepidazione, arriva al "Dall'Ara" l'Ascoli di Gb Fabbri reduce da un grandissimo quinto posto nella stagione precedente e da lì si dovrà incominciare a scalare il -5.
                       GALLO IL PADOVANO
Paolo Gallo classe 1962 é un giovanotto di belle speranze venuto fuori dalle giovanili del Monselice (allora in C2), nella stagione 1979/80 mette assieme 16 presenze e 7 reti che gli valgono la chiamata del blasonato Bologna, dai campi polverosi di quarta serie all'essere un uomo del general Radice, quasi un sogno che ancora oggi ricorda con la freschezza degli anni della gioventù.
" Avevo fatto la trafila giovanile a Monselice ricevendo proposte anche da Padova e Vicenza, poi la società si accordò col Bologna ed io lo seppi a fine anno, ma non pensavo certo d'essere aggregato alla prima squadra.
Radice era un grande conoscitore di calcio, tatticamente perfetto curava minuziosamente reparto per reparto; per noi giovani era come un padre, ci ha dato a tutti la possibilità di esordire in A; credeva molto nei giovani, quell'anno eravamo io, Marocchi (Marco classe 1961 ex Mantova e Reggiana) e il talentuoso Gamberini (Marcello, classe '61) ed il mister a fine allenamento ci teneva per farci calciare ai portieri. Mi insegnò pure a calciare "a foglia morta" di sinistro nonostante io fossi un destro naturale."
La memoria di Gallo poi ricorda il modo di vivere la gara da parte di Radice :
" Durante la gara era un leone in gabbia, il suo carattere forte non gli permetteva di restare seduto, cercava di imprimere dalla panchina il suo credo, parlava molto coi giocatori in campo...un leader."
Chiediamo poi a Gallo in che maniera può essere stato determinante il mister per arrivare a salvarsi nonostante il -5 :
" Radice è stato determinante nel portare tranquillità all'inizio quando una mazzata del genere poteva tramortire l'ambiente; lo è stato altresì nel mettere a disposizione la sua esperienza e nell'attuare quel suo calcio propositivo che non guardava in faccia nessuno. Creò da subito un grande gruppo e i risultati furono una conseguenza, Dossena e Colomba arrivarono in nazionale e Zinetti ci andò vicino, se questo è poco..."
Per Gallo l'esperienza si limitò a quattro minuti in sostituzione di Fiorini ( 15/02/81 Bologna-Perugia 4-0) ed a un buon numero di panchine in campionato ed oggi crede che quel -5 non gli abbia giovato molto :
" Quella penalità non ha certamente aiutato noi giovani, c'era l'assoluta necessità di punti ed il mister faticava a trovarci gli spazi; l'ho capito forse dopo perché quando ero lì ho vissuto il tutto con l'adrenalina a mille. L'anno dopo con Burgnich trovarono posto Macina e Mancini ed esordirono parecchi ragazzotti. Non ho comunque nessun rimpianto, l'ho vissuta come un'esperienza che mi ha arricchito come uomo; mi sarebbe piaciuto avere più spazio ma và bene così, restano ricordi unici ed indimenticabili.

NEL MEZZO DEL CAMMIN DEL CAMPIONATO

Contro l'Ascoli un'autorete di Anzivino al minuto 70 apre la strada alla rimonta felsinea, alla seconda si impatta a Perugia (0-0) in un incontro che e già da vivi o morti ed alla terza solo un rigore di Prezzo al 73' permette alla Roma di raggiungere i rossoblù in vantaggio dal 14' grazie a Garritano; ma è alla quarta che i ragazzi di Radice compiono il miracolo, 0-1 a casa Juventus (83' rigore Paris) e penalità azzerata alla grande!
La vittoria sulla Pistoiese ed il pareggio ad Udine servono a fare lievitare la classifica e l'inaspettata debacle casalinga col Brescia (0-1 Salvioni) non intacca l'autostima del gruppo che arriva a fine andata cedendo solo ad Inter ed Avellino e comunque con 12 punti già in zona salvezza.

                 IL BIONDO DI GHIACCIO

Klaus Bachlechner da Brunico classe 1952 è già un giocatore affermato in quell'estate del 1980, si appresta ad affrontare la terza stagione con i colori rossoblù addosso ed anche lui non accoglie bene quel dannato -5, "Fu un duro colpo, c'erano di mezzo accuse a compagni... una bruttissima situazione. Il mister lavorò bene fin da subito ed oggi posso dire, senza nulla togliere agli altri, che  è stato il migliore che ho avuto, il più preparato tatticamente e di un'umanità davvero rara; per farle un esempio le racconto un aneddoto, al giovedì ci si vedeva per parlare della partita, una volta si presentò un ragazzino che Radice sapeva a scuola e perciò il mister gli domandò come mai fosse con noi. Il giovanotto rispose "Stamattina mi sono riposato", Radice lo guardò e ribadì "Bene, allora ti riposi anche oggi!" e lo mandò a casa."
Il biondo Klaus poi ripercorre la stagione come se fosse esperienza dell'altro ieri :
" Facemmo una normale preparazione senza risentire della penalità, Radice creò dal principio un buon gruppo tanto che passavamo due giornate alla settimana tutti insieme con famiglie e figli, si parlava di tutto, ci si conosceva per davvero.
Lui aveva una personalità forte e marcata ma non mancava mai di confrontarsi con noi giocatori, e poi sapeva toccare le corde giuste di ognuno di noi, ti stimolava a dare più del massimo; pensi solo che quell'anno abbiamo vinto a Torino sia con la Juve che col "suo" Toro, eravamo una big del campionato e tutti ci aspettavano. Una domenica a Pistoia eravamo in emergenza, mi convinse a giocare a centrocampo e feci pure un'ottima gara, sicuramente ha avuto un merito fondamentale nel farci disputare un campionato che ancora oggi a Bologna e ricordato quasi alla pari di uno scudetto."
Conclude Bachlechner con un aneddoto simpatico sul Radice allenatore: " Sapeva stare in mezzo a noi, sapeva scherzare; durante le partitelle capitava che giocasse con noi ma a causa di un infortunio che lo aveva costretto al ritiro faticava a correre correttamente, ebbene, ad ogni anticipo ti avvicinava e sarcasticamente di diceva: "Mamma che anticipo che hai fatto!!!". Sicuramente l'anno di Bologna lo ha poi rilanciato verso lidi come Milano e nel mio approdo all'Inter qualcosa di suo c'è, da lui ho imparato tanto."

               MIRACOLO SULLA VIA EMILIA

Il ritorno si apre con il pareggio di Ascoli ( Bellotto all' 82' agguanta Fiorini) e la macellazione del Perugia (4-0), alla diciottesima il Bologna è settimo e nessuno ha più paura di nulla; si deve digerire l' 1-5 con Madama che vendica lo sgarbo dell'andata ma è tutta una discesa. Arriva la soddisfazione di una vittoria sull'Inter (5 Aprile 2-1 firmato Fabbri e Dossena) accompagnata dal bis sul Toro (1-0 ancora Dossena) e dal pareggio alla ventottesima nel regno di Palanca (2-2 con Fiorini e Fabbri che rispondono al baffo di Camerino) che sancisce matematicamente una salvezza mai stata realmente in discussione.
Discussione che invece riguarda la conferma dello stratega brianzolo e che porterà, tra la delusione generale, all'approdo in rossonero (Milan) di un uomo che in una solo anno si guadagnò un posto d'onore nel firmamento bolognese aggiungendo ad una già strepitosa stagione la semifinale di Coppa Italia dove si arrese solamente ai supplementari ad un Torino ancora ferito dalla doppia scoppola in campionato.