Dal 6/10/1974 al 14/05/2006, dall'Ascoli della regia di Steno (Gola) al Livorno del sesto posto in serie A, dalle distinte con tre sole riserve e senza stranieri alle partite con diciotto convocati per parte e nove calciatori d'oltre frontiera distribuiti tra le due contendenti (Siena -Livorno 0-0); tanto è durato il regno di Sor Carletto nell'elite del calcio nostrano, 32 anni pieni di emozioni, la Fiorentina dei giovani con un magico terzo posto che equivaleva ad uno scudetto (le torinesi quell'anno, 76/77, decisero di fare un campionato a parte..), Antognoni, Desolati, Mattolini, Tendi e Casarsa, tutti giovani e forti. La stagione successiva finì male, la Viola affondava in classifica e Mazzone venne sostituito dal quasi omonimo Mazzoni, anche se poi ci volle Beppone Chiappella per evitare il patatrac; ma ripartì da Catanzaro ottenendo uno storico nono posto in A con annesso 1-3 alla Roma, all' "Olimpico", e Palanca in vena di magie. Anche in Calabria la seconda stagione non è felice, Mazzone salta nel finale e Rozzi non ci pensa due volte a riportarlo ad Ascoli, cinque anni (tutti in A) col sesto posto della stagione 81/82 e la fama di ammazza grandi (chiedere alla Juventus per altre delucidazioni), Novellino, Anzivino, Nicolini, Hernandez ed un sacco di nomi entrati nel mito al pari degli antichi Piceni; un campionato di serie B a Bologna con una promozione mancata nonostante i vari Zinetti, De Vecchi, Bellotto, Marocchino e Marronaro e poi la bella avventura nel Salento col Lecce dove studia il primo anno (battuto allo spareggio promozione dal Cesena), sale in A al secondo e poi regala alla piazza giallorossa la prima salvezza in massima serie lanciando al contempo numerosi giovani del vivaio tra i quali Antonio Conte, Ingrosso, Monaco, Moriero e Garzya. La tappa di Pescara poi è una piccola macchia tra tante imprese, in riva all'Adriatico non scatta la scintilla e così dopo una dozzina di gare Mazzone lascia il posto al profeta di quelle terre, Giovanni Galeone; le soddisfazioni tornano col biennio a Cagliari, sesto posto la seconda stagione e qualificazione alla Coppa Uefa, che gli serve per vivere il sogno di una carriera, la panchina della "sua" Roma! Tre anni con due quinti ed un settimo posto,a soprattutto il lancio di quel Francesco Totti poi diventato l'ottavo (o il nono visto che Falcao venne prima) Re di Roma.
Il ritorno a Cagliari lo vede, suo malgrado, protagonista sconfitto dello spareggio salvezza col Piacenza; a Napoli invece dopo 4 gare con una delle peggiori squadre mai viste al "San Paolo" alza bandiera bianca per poi tornare a Bologna e vivere una stagione piena di soddisfazioni, nono posto e avventura in Europa che da quelle parti mancava da anni, prima di andare alla corte di Gaucci e pilotare il Perugia al decimo posto della serie A.
Quando la carriera pare avviata al tramonto ci pensa Corioni ad accaparrarselo per costruire il Brescia di Baggio, Pep e Hubner, in Lombardia Mazzone diventa un idolo e quando parte per Bologna lascia più che un vuoto; il terzo ritorno in terra felsinea si conclude, dopo un primo campionato a metà classifica, con l'amaro spareggio che vede retrocedere i rossoblù a scapito del Parma, maledetti duelli all'ultimo sangue!
L'ultima avventura del Sor Carletto è a Livorno, subentra a Donadoni e, come accennato, ottiene un ottimo sesto posto, poi il ritiro, quel momento nel quale si comincia ad uscire dalla quotidianità e ad entrare nella storia, che da oggi è mito, leggenda...
Quel 6 Ottobre del 1974 a Napoli, con la maglia dell'Ascoli, c'è anche Francesco Scorsa, classe 1946 da Soverato è un difensore che ha già esordito in A due anni prima col Bologna, proveniente da quattro anni di Cesena, e poi ha disputato una stagione a Foggia sempre in massima serie.
Quel giorno Giorgio Braglia è un diavolo scatenato, tripletta ai marchigiani (di Campanini il gol della bandiera, primo assoluto dell'Ascoli in A) e chissà se Mazzone avrebbe scommesso sul fatto che Scorsa sarebbe diventato un suo fedelissimo; Francesco rimane ad Ascoli fino al 1983, poi chiude l'esperienza in campo con una stagione a Ravenna prima di affacciarsi in panchina ed esordire in B con un subentro a Catanzaro (in coppia con Veselinovic) durato appena quattro gare.
Una discesa in C1 a Fano nell'estate 1987 e poi il subentro a Papadopoulo in serie B nella stagione 88/89, la piazza è quella di Licata e Scorsa conduce la sorprendente matricola siciliana ad un incredibile nono posto, le reti di La rosa, le parate di Zangara, insomma la storia!
Nell'estate 1989 cede alla corte del Messina e con i Peloritani pare poter aprire un ciclo, parte alla grande in campionato, è primo dopo tre giornate,ma poi si rompe qualcosa e viene sostituito successivamente, guarda il caso, a un pareggio interno col Licata.
Da lì in poi Scorsa non avrà più modo di salire oltre la C1, allena a Nola, Lamezia (la Vigor), torna a Nola e poi via a Casarano prima di un fugace tentativo di risollevare un Ascoli nel frattempo sprofondato in terza serie sostituendo Nicolini, ma venendo poi avvicendato dallo stesso.
Quel 14/05/2006 sono quasi dieci anni che Scorsa non allena più, a Siena non c'era sicuro, ma il legame che ha con Mazzone è così forte che ieri ha scelto di partire col Mister. Chissà di che cosa parleranno durante il viaggio, chi ci sarà ad aspettarli? Sicuramente Il bomber Campanini, con loro a Napoli quel 6 Ottobre 1974, vuoi che non tireranno fuori il primo gol in A dei bianconeri?
In foto:
1) Mazzone alla guida dell'Ascoli
2) Scorsa giocatore con la maglia dell'Ascoli
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