mercoledì 2 ottobre 2019

UN "BAFFO" ALLA IACOVONE


È il 17 Dicembre 1989 quando le strade di Walter Nicoletti e del Taranto si incrociano per la prima volta; il mister di Santarcangelo di Romagna guida la rivelazione siciliana Giarre, mentre la corazzata Jonica è di passaggio nel girone B della serie C1, tappa obbligata per rientrare in cadetteria, capitano di vascello Roberto Clagluna.
Nel piccolo "Comunale" della città siciliana gli spalti sono gremiti e gli spettatori alternano colpi di tosse a battiti di ciglia per "sconfiggere" la polvere sollevata dai 22 in campo, Sasso Rosario, Roselli Giorgio e Agostini Domenico sono tre dei tanti gioielli in maglia rossoblu, hanno calcato i prati della serie A ma quel giorno davanti a gladiatori che di cognome fanno Biviano, Praticò, Tebi e Tomasoni la vedono davvero dura. Idoli di casa Schincaglia e Clementi, il primo vecchia promessa Juventina ed il secondo bomber veneto che ha conosciuto la B a Vicenza; pronti via e in mezz'ora scarsa i gialloblu sono avanti di due reti, Bardi su rigore e il Clementi di cui sopra mandano un estasi uno stadio intero, ma il Taranto non è certo squadra da darsi per morta ad un'ora dal termine e con Roselli (rigore al 38') e Coppola (65') smorza in gola ai giarresi l'urlo della vittoria. Pari e patta, ma per la banda di Nicoletti va bene così, la serie B è roba grossa da quelle parti perciò nessuno la pretende. La stagione del Giarre prosegue ricca di enormi soddisfazioni e quando il 13 Maggio i siciliani si presentano allo "Iacovone" sono una splendida realtà in lotta realmente per la cadetteria, la partita la risolve Giorgio Roselli al 48' girando al volo in rete un cross proveniente dalla destra su cui Sansonetti nulla può. A Giugno poi la storia è già da almanacchi, Taranto in B come da copione e Giarre ad un passo dalla storica promozione (terzo, a due punti dalla Salernitana promossa, e col terreno di casa imbattuto) non come da copione.
Nicoletti eroe, dopo il doppio salto dalla D alla C1 con la Vis di Pesaro un altro piccolo gioiello da mettere in bacheca!

             QUEL BAFFO ALLO "IACOVONE"

In estate poi a Taranto, Clagluna e la società non raggiungono l'accordo per restare assieme ed in società si ricordano di quel tecnico romagnolo profeta alle pendici dell'Etna. Gentile, educato e molto preparato Nicoletti ha il baffo che a Taranto hanno già amato nella seconda metà degli anni 70 quando Erasmo Iacovone si caricò sulle spalle un'intera città per trascinarla a suon di reti in serie A, solo un tragico destino glielo impedì.
Quel baffo comunque entra subito in sintonia con la piazza tarantina e alle dipendenze del Presidente Carelli si mette di buona lena per allestire un organico in grado di mantenere la B appena conquistata; della formazione che è salita trionfalmente dalla C1 vengono confermati i senatori Spagnulo, Brunetti, D'Ignazio, Cossaro, Insanguine, Mazzaferro, Evangelisti e Agostini Domenico, a loro si aggiungono il fido dodicesimo Mirco Piraccini e i buoni ricambi Giacchetta e Raggi Maurizio. La campagna acquisti porta in maglia rossoblu bomber Claudio Clementi che Nicoletti ha avuto a Giarre, i difensori casaranesi Bellaspica e Zaffaroni avversari del mister la precedente stagione, gli estrosi Turrini (dal Como) e Zannoni (Ancona) più il difensore, già nel Napoli di Maradona, Filardi reduce da una discreta stagione in B ad Avellino. Più avanti arriverà Pierangelo Avanzi dal Brescia in compagnia di Luigi Sacchi dalla Fiorentina (già col mister a Pesaro in C1 nel 1988/89).
Le aspettative della piazza tarantina sono quelle di una salvezza che confermi una categoria che Taranto sente sua, qualche perplessità sul curriculum del mister rimane, ma lo stesso Nicoletti ci metterà davvero poco a far ricredere tutti.
         
              COPPA ITALIA E JUVENTUS



Il battesimo ufficiale avviene al "Partenio" di Avellino il 26 Agosto 1990, gli Jonici sono ospiti dei biancoverdi di Oddo nel primo turno di Coppa Italia ed il test riveste già una discreta importanza. Le due avversarie infatti partecipano al campionato cadetto ed in palio c'è un'affascinante sfida alla signora del calcio italiano, alias Juventus.
Gli irpini schierano una formazione imbottita di grossi nomi, Ferrario, Cimmino, Sorbello, Cinello e Ravanelli sono Big della serie B, ma la truppa di Nicoletti non si spaventa più di tanto e strappa un meritato 1-1, al rigore di Cinello (42'), risponde Clementi al 63'.
Una settimana più tardi a Taranto, Turrini e D'Ignazio regolano i biancoverdi e regalano il sogno ad un'intera città di sfidare Baggio, Di Canio, Schillaci & c., Juventus-Taranto è realtà!
Il bel gioco è prerogativa del giovane mister e coi primi risultati favorevoli Taranto incomincia ad amare quel baffo che evoca dolci ricordi.; la gara con la Juventus arriva il 5 Settembre, quando mancano solo quattro giorni all'inizio del campionato di serie B, a Torino i rossoblu si difendono il giusto ma non possono fare a meno di incassare due reti (una per tempo) firmate Baggio e Casiraghi; Cossaro, D'Ignazio e Zaffaroni ringhiano sugli avversari permettendo al Taranto di restare in partita e lasciando un piccolo spiraglio per un'eventuale qualificazione.
Il ritorno allo "Iacovone" è contornato da una cornice di pubblico stupenda che non pretende la qualificazione ad ogni costo ma sogna uno storico sgambetto ai bianconeri di Maifredi; nel mentre il campionato cadetto si è aperto con un buon 0-0 casalingo al cospetto di una favorita come il Pescara di Mazzone che schiera, tra gli altri, il portiere Mannini, Edy Bivi, Destro e Camplone.
La gara con la Juventus si gioca sotto il vigile occhio di Pezzella da Frattamaggiore ed al minuto 23 pare prendere la piega della noia assoluta quando Angelo Alessio insacca lo 0-1 in favore di madama; ma il Taranto non ci sta, macina gioco e trasuda volontà in ogni singolo così sul finale del primo tempo perviene al pari grazie al gol di Turrini, 1-1 in uno "Iacovone" che attende il miracolo...Maifredi & C. Sono avvisati.
Galvanizzato dal pari il Taranto incomincia la ripresa in maniera spavalda e già al 48' Maifredi si copre inserendo Orlando in vece di Di Canio, qui Nicoletti dà la prima dimostrazione al popolo rossoblu del suo credo calcistico, toglie un ottimo Cossaro (che ben si era comportato proprio su Di Canio) ed inserisce Clementi...una punta per un difensore! Il Catino dello "Iacovone" capisce che i rossoblu vogliono davvero scrivere la storia e, vuoi la disorientata Juventus (al 54' Maifredi si copre ulteriormente inserendo Galia per Casiraghi..), vuoi le ali dell'entusiasmo tarantine, Luca Brunetti segna al minuto 76 il gol che vale la gloria imperitura sopra il cielo di Taranto. Finale dallo "Iacovone" Taranto batte Juventus 2-1! Passa il turno la Juventus e alla storia il Taranto, con Nicoletti.

                    A  TUTTA  B !

In campionato la banda di Nicoletti,  dopo il pari d'esordio con il Pescara, và a prendersi un altro punto (ancora 0-0) a Cremona, ancora opposta ad una formazione candidata alla serie A. Alla terza Brunetti abbatte la Reggiana dando ai rossoblu la prima vittoria stagionale seguita da un altro buon 0-0 a Padova e dal 2-1 casalingo che stoppa il Cosenza di Gigi Marulla il quale al minuto 86 dimezza lo svantaggio (Taranto sul 2-0 con D' Ignazio e Clementi) bucando la porta del Taranto dopo 446 minuti d' imbattibilità; in Classifica gli uomini di mister Nicoletti sono secondi dietro all' Avellino ed in compagnia di Ancona e Messina.
Alla settima avviene il primo vero crollo quando ad Udine il Taranto incassa un sonoro 4-0 (tre gol nel primo tempo) contro una squadra che comunque schiera Balbo, Sensini, Mattei e la freccia del Sud Rocco Pagano; la settimana dopo però il giovane Giacchetta giustizia la capolista imbattuta Avellino riportando il Taranto in zona sogni, Avellino 11, Taranto, Ascoli, Salernitana e Messina 10.
Il campionato dei ragazzi di mister Nicoletti prosegue alla grande, ed alla 14ma quando Zannoni su rigore regala i due punti contro la Triestina la classifica vede gli Jonici a 16, appena dietro il trio Foggia, Verona e Messina che guida a 18; in città paiono tornati i tempi di Erasmo l'idolo assoluto e solamente una piccola flessione sul finale d'andata (tra le altre anche con un Foggia all'alba di Zemanlandia, 0-2) sopisce leggermente gli entusiasmi.
Nicoletti con le sue idee innovative, il suo calcio votato alla concretezza ma pure allo spettacolo ha oramai conquistato tutti ed il suo Taranto ad inizio ritorno ha un'impennata che davvero pare quella giusta, alla 20ma espugna l' "Adriatico" di Pescara con un eloquente 1-3 su cui imprime la firma bomber Insanguine con una doppietta e la Domenica successiva sul neutro di Barletta affossa la Cremonese (1-0 Clementi al 10') issandosi a ridosso del gruppo di testa: Foggia 28, Reggiana, Messina ed Ascoli 25, Verona e Lucchese 23, Taranto, Avellino e Salernitana 22. La sconfitta casalinga alla 23esima col Padova di Galderisi (che timbrare lo 0-1 finale) cancella definitivamente ogni sogno di gloria, ma il cammino degli Jonici riserva ugualmente ulteriori gioie quali la vittoria di Avellino (1-3 con Zannoni, due volte, e Domenico Agostini che rispondono a Cinello), quella con la Reggina (ancora Zannoni, 1-0) e la ciliegina finale dell' 1-0  su un neopromosso Verona (Zannoni, tanto per cambiare).
La classifica finale recita 37 punti,uno in più della retrocessa Salernitana e non rende onore ad un campionato trascorso senza rischiare mai nulla e mettendo in mostra un gioco divertente tramite interpreti dediti al credo del mister; nessuna stella ma tanti onesti calciatori, alcuni dei quali si metteranno in mostra anche in serie A ( Spagnulo al Genoa, Giacchetta alla Reggina, D'Ignazio al Vicenza e Clementi all' Udinese) e che nel loro bagaglio porteranno sicuramente gli insegnamenti di quel baffo così garbato e determinato arrivato da Giarre ma romagnolo di nascita. Il baffo di Iacovone è inavvicinabile, ma anche quello di Nicoletti è nel cuore di tutti i tarantini.

                       GINO LA ROCCIA

Simbolo di quel Taranto è stato Gino Cossaro roccioso difensore di scuola friulana già campione d'Italia con la primavera dell' Udinese edizione 1980/81.
La gavetta la conosce bene, dopo Forlì e Pro Patria il difensore scende fino ad Afragola (C2) per poi risalire col Teramo ed approdare in B con la casacca biancorossa del Barletta; a stagione 1989/90 iniziata poi viene ceduto in C1 al Taranto col quale sale trionfalmente in B per vivere la stagione con Nicoletti da protagonista, chiediamo quindi a lui di spolverare i ricordi partendo dalla differenza tra Clagluna (il tecnico che riportò i rossoblu in B)  e Nicoletti:
" Clagluna era un tecnico molto concreto, giocava parecchio sul singolo ma eravamo in C1 ed avevamo l'obbligo di vincere, Nicoletti invece apparteneva,in quel momento, alla nouvelle Vogue, era appena uscito dal supercorso ed amava il bel calcio; la sua umiltà però gli fece capire presto che in serie B serviva pure una buona dose di concretezza e fu davvero in gamba ad unire le due cose.
Con Nicoletti per buona parte della stagione riuscimmo davvero ad esprimere un buon gioco stazionando per diverso tempo nelle zone alte della classifica; alla fine ci salvarmmo all'ultimo ma perché fu un campionato anomalo, pensi che tra l'Ascoli promosso e la Salernitana retrocessa ci passavano appena 6 punti (42 a 36).
Il mister era una persona perbene, semplice e pronto a sdrammatizzare in ogni occasione, ricordo un aneddoto legato alla vittoria contro la Juventus che può davvero far capire chi era Nicoletti.
In un clima rovente pareggiammo il gol di Alessio verso la fine del primo tempo, ci rendemmo conto che si poteva vincere ed iniziammo la ripresa a spron battuto; Maifredi allora si coprì togliendo Di Canio ed inserendo Orlando, ma Nicoletti non restò a guardare...tolse me, ed inserì Clementi! Non fui molto felice della sostituzione ed alla fine il mister mi avvicinò dicendo "Hai capito perché ti ho levato?"...stemperammo il tutto con una sana risata!
Gestiva il gruppo con molta semplicità ed usava tutti gli uomini a disposizione, quell'anno se verifica troverà che tutti hanno fatto un buon numero di presenze; in difesa giocava con una zona col libero ed il più delle volte c'era Mazzaferro a destra, D'Ignazio a sinistra ed io e Brunetti centrali. Un uomo buono ma deciso a portare avanti le sue idee che prediligevano il bel calcio.
L'idea della dirigenza di quel tempo era dare la scalata alla serie A, ma verso il finale di stagione a livello societario si perse qualcosa; in estate poi venni ceduto ma sono sicuro che quel Taranto, con un po più di fortuna avrebbe potuto ottenere di più."
Il ricordo di Cossaro è sincero e dimostra quanto bene sapeva farsi volere Nicoletti dai suoi uomini; chiudiamo con Cossaro sottolineando il fatto che negli anni 80 un friulano al Sud era decisamente cosa rara..
"Ero un difensore molto tenace, poco tecnico ma parecchio determinato,  mi acquistavano per queste mie caratteristiche e coi campi infuocati del Sud la mia grinta si sposava benissimo. Da Afragola a Teramo e da Barletta a Taranto ho amato ed amo il Sud ed oggi, grazie ai social, mi sento ancora con un sacco di amici..sono stati anni davvero splendidi!"
La signorilità di Nicoletti e la grinta di Cossaro fanno già parte della storia ed hanno avuto un ruolo determinante in questa passione che ci portiamo appresso...grazie ad entrambi!


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