venerdì 27 agosto 2021

TARCISIO IL SALERNITANO



 RIPARTENZA

La Salernitana edizione 1991/92 assomiglia maledettamente, almeno nelle intenzioni iniziali, alla mitologica Araba Fenice di egiziana memoria; scottata da un'assurda quanto immeritata retrocessione dalla cadetteria, categoria riconquistata al termine del campionato 89/90 e dopo un'assenza di ben 23 stagioni, giunta per piede di Gigi Marulla in un afoso pomeriggio di Giugno all' "Adriatico" di Pescara al termine di un tragico spareggio col Cosenza resosi necessario dopo l'arrivo al quart'ultimo posto al pari di Avellino, Modena Pescara, ed appunto Cosenza.

Per via della classifica avulsa si chiamano subito fuori dalla tenzone i biancoverdi di Avellino i canarini modenesi e gli Adriatici del Pescara, mentre lupi della Sila e salernitani dovranno giocarsela in gara secca il 26 Giugno...a Pescara!

Quel giorno l' "Adriatico" è stracolmo, al ritmo della voce di un sempre pacato Bruno Pizzul lo spareggio scorre veloce fino al 97' quando Marulla approfitta di una disattenzione dei due centrali difensivi Ceramicola e Della Pietra ed insacca un preciso lancio di Napolitano che si spegne alle spalle di un esterrefatto Battara; Cosenza salvo e Salernitana in C1 nonostante i vari Gasperini, Pasa, Fratena, Carruezzo e Pecoraro...roba da affondare solo che di incredulità! 6000 cosentini festanti ed il doppio di salernitani che se ne torna a casa con la delusione di un sogno cadetto intenso ma brevissimo!

ASSALTO ALLA B ? 

Il gusto della B è troppo buono però per non provare a riassaporarlo immediatamente, e così a Salerno si vorrebbe lavorare alacremente per allestire una rosa in grado di aggiudicarsi il girone B della C1; il problema principale è la situazione debitoria nella quale versa la società, il presidente Soglia cerca in ogni modo di togliersi la patata bollente dalle mani ma non c'è nulla da fare, nessuno pare materializzarsi all'orizzonte e così, per non perdere tempo, nomina nuovo allenatore Franco Vannini. A Luglio spunta poi Casillo il quale, per vie traverse, rileva il sodalizio rivoluzionando l'organigramma del cavalluccio granata esonerando Vannini e mettendo sulla panchina Giovanni Simonelli un allenatore che la stagione precedente ha sfiorato la promozione in C1 alla guida della Sangiuseppese piazzatasi poi al terzo posto nel girone D della durissima C2 meridionale.

Il pubblico ovviamente ha i suoi dubbi, rivoluzionata per ovvi motivi la rosa che ha fallito in B arriva a Salerno un mix di giocatori esperti, giovani e da rigenerare.

Vengono confermati il secondo portiere Efficie, il difensore Ciraci, Ferrara, Lombardo, Urbano, il funambolo Pasa (cocco di un Zico ad Udine che gli insegnava i trucchi sui piazzati) e l'ala Fratena, uno che quando era in giornata disorientava interi settori di stadio con una finta. La tabella degli arrivi invece annovera i giovani Grassadonia (di ritorno dall'avventura alla primavera del Milan),  De Palma, Iuliano (sì, Mark) e De Sio, tutti prodotti a km 0; il cavallo di ritorno Luciano Mauro reduce da una stagione in prestito a Nola, i bisognosi di riscatto Taormina e Zangara anni prima colonne di un Licata da favola (il primo arriva da Caserta mentre il secondo da Foggia), l'ex faro della Fidelis Andria, Angelo Carpineta; l'ex Lucchese Landi avversario in B la stagione precedente e i frombolieri Rovani dalla Casertana e D'Isidoro dalla Leonzio in C2 dove ha realizzato ben 15 reti. Insomma, si cerca di restare a galla senza per forza mettere la testa sotto di tanto in tanto...

SI PARTE

L'esordio a Licata è di fuoco, alla doppietta di Damiani risponde due volte il magico destro di Pasa (il secondo su rigore) che suggella un preziosissimo 2-2 sotto un sole demoniaco e immette un pochino di fiducia nei cuori dei tifosi che non hanno fatto mancare il loro apporto nemmeno in fondo alla Sicilia; Efficie pare voler riscattare l'annata precedente passata in panchina, Taormina davanti all'ex pubblico strappa applausi, il vecchio Dal Pra' lascia intravedere le sue potenzialità e Pasa delizia gli occhi dei presenti, non male come inizio.

La prima in casa è salutata da oltre 14000 spettatori, ospite il Giarre di Angelo Orazi. Gara spigolosa, partita da C1 di quegli anni, i siciliani reggono finché possono con ogni mezzo, ma sono costretti a capitolare al minuto 88 quando Cuccunato esce a vuoto e D'Isidoro lo infilza siglando il definitivo 1-0 che manda in visibilio il pubblico dell'Arechi; la squadra di Simonelli incomincia così a volare, un pareggio al "Riviera delle palme" di San Benedetto del Tronto e poi cadono in sequenza la Reggina, il Barletta, il Nola ed il Casarano tutto per merito di un complesso che suona al ritmo dei gol di "testina d'oro D'Isidoro", delle sgroppate di Fratena, del sudore di Dal Pra' e della diga difensiva Carpineta-Andreoli.

La prima sconfitta giunge inaspettata a Catania all'ottava giornata, un'autorete di Carpineta in apertura ed un gol di Cipriani rendono vana la segnatura di Fratena, ma nessuno si preoccupa perché la Salernitana veleggia ad alta quota, e invece....

CRISI D'IDENTITÀ 

La successiva gara giocata su di un terreno impantanato termina sul nulla di fatto tra i campani ed il Perugia dei vari Dossena, Galletti e Traini; poi arriva una bruciante sconfitta in quel di Chieti dove i neroverdi nei primi cinque minuti di gioco mettono a ferro e fuoco la difesa granata andando in rete ben due volte; il gol di Pasa a tempo scaduto servirà solo a lenire la delusione per una battuta d'arresto non preventivata.

Mister Simonelli non pare preoccupato, i suoi giocano ed è convinto che il periodo negativo passerà molto velocemente. La domenica successiva infatti il cavalluccio affonda il Monopoli tra le mura amiche, 1-0 firmato D'Isidoro e riprende a marciare a pieno regime, Efficie para, Taormina è rientrato, Pasa da spettacolo e D'Isidoro segna, c'è tutto per sognare, ma qualcosa non funziona.

La trasferta di Andria è seguita da un folto numero di tifosi, ma termina con un deludentissimo 1-0 (Insanguine) subito in avvio di ripresa e dopo aver dominato a lungo nella prima frazione; seguono il pareggio interno con l'Ischia che recupera per ben due volte il provvisorio svantaggio e quello di Fano, dove all'iniziale vantaggio di Casale replica in non ancora conosciuto Dario Hubner.

La battuta d'arresto casalinga con il Siracusa (prima sconfitta interna stagionale) innesca poi la contestazione da parte della tifoseria, ed i successivi pareggi con Ternana ed Acireale non aiutano certo l'ambiente a ritrovare la necessaria serenità; l'andata si chiude così con il cavalluccio di mister Somonelli in difficoltà, ma nonostante tutto la classifica recita: Ternana 21, Acireale e Fidelis Andria 20, Salernitana, Perugia e Sambenedettese 19. È quindi ancora tutto da giocare il campionato!

RITORNO ALL'INFERNO!

La fase discendente del campionato però incomincia nel peggiore dei modi, il Licata si presenta all'Arechi da ultima in classifica ed a sorpresa sbanca Salerno con un perentorio 0-2 targato Mazzeo e Caramel; a questa debacle fa seguito la caduta di Giarre (1-0, Tomasoni) che surriscalda gli animi di tifosi e dirigenza, Simonelli viene messo sul banco degli imputati e la sua posizione inizia a farsi pericolosa. La vittoria casalinga con la Sambenedettese pare rimettere tutto a posto, ma Bizzarri e la sua Reggina decidono al minuto 81 della ventunesima giornata che il disco per i granata deve essere ancora rosso, e per mister Simonelli è la fine! Si decide di sostituirlo ma ci vuole qualcuno di polso, qualcuno che non abbia paura di una piazza che mormora (di rabbia e delusione) e di una squadra sull'orlo del baratro (psicologico), chi se non uno che da giocatore ha duellato con Pelé, ha scritto la storia dell'Inter Herreriana ed è stato una colonna della nazionale?

Arriva perciò Tarcisio Burgnich da Ruda (UD), fermo dal febbraio del 1991 quando in B a Cremona ha perso il posto in favore di Gustavo Giagnoni; Burgnich al sud ha lavorato solo a Catanzaro in due riprese, la prima nella stagione 80/81 quando ottenne un incredibile ottavo posto in serie A nel complesso orchestrato da Palanca e la seconda in avvio di stagione 88/89 in cadetteria dove per incomprensioni con la dirigenza lascia al termine della settima giornata.

La Roccia (soprannome di Burgnich) esordisce in casa alla ventitreesima giornata con la Salernitana opposta ad un ostico Barletta, la pratica la sbriga Fratena al 38' quando è lesto ed opportunista ad approfittare di un suggerimento dalla sinistra e a  battere il portiere pugliese. Buon inizio insomma, anche se la settimana successiva si cade a Nola in una gara molto sentita a livello di rivalità che viene risolta da Adolfo Sormani (figlio del grande Angelo Benedicto) quando ancora non sono trascorsi venti minuti; il pari di Casarano (0-0) è un brodino che non accontenta una tifoseria sempre presente nonostante le avversità, ma il fondo si tocca con la debacle casalinga al cospetto del Catania, zero reti anche stavolta ed una per gli etnei siglata in chiusura di gara (87') da Nunzio La Torre.

Il momento è davvero delicato, Burgnich pare non raccapezzarsi nei mari della C1 meridionale ma non molla, chiede tempo e assicura che la barca non affonderà, sarà dura condurla in porti sicuri ma in qualche modo ci arriverà! A Perugia il disco è ancora rosso, attacco che resta all'asciutto per la quarta Domenica consecutiva e così nessuno risponde alla bella rete di Fusci in avvio di ripresa quando con un sombrero salta il marcatore e poi scarica in rete un diagonale assassino. Il cavalluccio riparte la settimana successiva all'Arechi grazie al giovane Casale che sfrutta al meglio un calcio d'angolo e di testa insacca il definitivo 1-0 sul Chieti, il gioco latita ma Burgnich dichiara di essere felice lo stesso, "Dopo un mese di sofferenza era importante portare a casa l'intera posta, la strada è giusta ma ancora lunga." dichiara il mister a fine partita.

Al successo sui teatini segue quello esterno di Monopoli dove Pasa estrae dal cilindro un piazzato dei suoi che il portiere biancoverde Visconti può solo raccogliere in fondo al sacco; il momento peggiore è decisamente passato, il mister invita tutti a non abbassare la guardia ma 4 punti in due gare hanno riportato la serenità necessaria per il finale di stagione. Il pareggio casalingo con la lanciatissima Fidelis Andria è la certificazione di un discreto stato di grazia, Pasa su rigore (calciato due volte) porta avanti i suoi, ma i pugliesi raggiungono il pari grazie ad un colpo di testa di Ripa; la tappa successiva è un utile risultato ad occhiali nel sempre difficile campo di Ischia, poi arriva un'altra vittoria casalinga a spese di un Fano incapace di rimontare le reti di Dal Pra' e Fratena messe a segno nei primi 40' di gioco (finirà 2-1 con rete fanese di Hubner al 58').

Alla trentaduesima poi và in scena una partita assurda a Siracusa, sette gol in un incontro nella C1 di quegli anni era roba davvero rara; gli aretusei sono in piena corsa salvezza e giocano in casa le ultime chances per evitare la retrocessione, la truppa di Burgnich, vittima di un inizio a dir poco choccante, si trova sotto 2-0 già al 26' quando Novelli raddoppia la rete in apertura (3') di Maragliulo, al 36' però "testina d'oro" D'Isidoro riapre i giochi rimettendo in corsa i suoi per la ripresa. Tutto pare crollare al 61' allorché Lucidi fa esplodere il "De Simone" insaccando il 3-1, ma ancora D'Isidoro immediatamente (62') e poi il giovane Casale (69')  recuperano una gara che sembrava compromessa; pareggio ottenuto? Sì, se non fosse che l'ex Inter Amerigo Paradiso a cinque dal termine decide di siglare il 4-3 rimandano in Campania i salernitani con le pive nel sacco.

Restano ancora due gare, una casalinga con una Ternana che si accinge a varcare le porte della B e l'altra in trasferta ad Acireale, su un campo piccolo e caldo dove i padroni di casa vogliono conquistare la permanenza in categoria, si concluderanno entrambe sul nulla di fatto regalando alla Salernitana un settimo posto (ex aequo con Catania ed Ischia) ben più complicato di quanto i freddi numeri della classifica possano far trapelare.

Il bollettino granata di Burgnich parla così di quattro vittorie, cinque pareggi e quattro sconfitte, accompagnate da nove reti fatte ed altrettante subite. Un lavoro duro ma che alla fine ha pagato, la barca in porto ci è arrivata davvero e al buon Tarcisio  viene proposta la riconferma per la stagione successiva; ma la vecchia roccia friulana è troppo onesta e leale per accettare, davanti ad una situazione societaria  ancora poco chiara si mette da parte dichiarando di non sentirsi in grado di realizzare i sogni che una tifoseria come quella salernitana merita, perciò saluta tutti e riparte per casa, certo di aver portato a termine una missione e con nel cuore una città stupenda come Salerno.

Un uomo da C 





Di quella stagione, di quelle partite è stato protagonista Roberto Rovani talentuoso calciatore classe 1964 in arrivo dalla Casertana e con già un nome in categoria viste le esperienze con Cavese, Barletta, Trento e Potenza. Rovani ripercorre la sua esperienza in granata pretendo da un'amara considerazione " Salerno per me vuol dire rimpianto e mi spiego, era la Juventus della C, una tifoseria incredibile ed un orgoglio calore con pochi eguali. Non sono riuscito, in termini realizzativi, a rendere come avrei voluto; sul piano del gioco ho fatto bene davvero, forse come solo a Trento nel 1989/90 (tredici gol in C1), fu una stagione strana, incominciata alla grande con Simonelli e poi finita in un tunnel dal quale il buon Burgnich seppe tirarci fuori."

"Come inizia la tua avventura a Salerno?" 

"Mi presero dalla Casertana con la quale ero salito in B, ma la situazione all'inizio era davvero dura; il presidente era dimissionario ed in ritiro si partì con pochissimi giocatori fu traumatico almeno in principio!"

"Ed il tuo rapporto con il pubblico granata?"

"Anche qui iniziai dovendo combattere contro molti pregiudizi, ne venivo da Caserta ed in più ero un ex Cavese, ricordo i fischi delle migliaia di persone che seguivano i primi allenamenti. Soddisfazione fu tramutarli in applausi dopo una grande prestazione contro il Padova in coppa Italia, mi accompagnarono all'uscita un mare di complimenti!"

"Società in difficoltà, inizio duro, ma poi la squadra vola con Simonelli.."

" Sì, iniziammo alla grande e per buona parte del campionato restammo pure primi, Simonelli era un grande allenatore che forse pagò il fatto di essere giovane ed alla prima esperienza in una piazza importante..poi qualcosa si ruppe e venne avvicendato con Burgnich che ci portò al termine della stagione."

"Burgnich, che persona, che allenatore era?"

" Un signore senza dubbio, leale, onesto e corretto. Come allenatore si ispirava forse ad un calcio oramai in decadenza come quello che aveva giocato lui, fisico, duro; era un gran motivatore e molto umile. Teneva molto a ciò che faceva, ricordo che ogni tanto giocava le partitelle con noi e che una volta, in un contrasto, restò immobile facendomi volare per terra come un bambino, era davvero una roccia!"

"Con i suoi metodi però salvò baracca e burattini.."

" Tanto lavoro e perspicacia, ci portò in salvo in un momento in cui le cose si erano messe a girare maluccio; per problemi fisici io non giocai le ultime quattro gare, ma la squadra si salvò. Come ti ho detto prima mi resta il cruccio di non aver trovato più che un gol in quella stagione, presi 7/8 pali ed è un peccato perché le giocate non mi mancavano."

"Salvezza ottenuta e tu, come Burgnich, fai le valigie e parti.."

"Sarei dovuto restare, ero confermato ma ebbi  grossi screzi con il nuovo allenatore, per cui optai per andare via anche se fino a Gennaio dovetti allenarmi da solo. Quindi arrivò l'opzione Siracusa ed accettai, ma ripeto ancora che avrei voluto fare vedere a Salerno il vero Rovani!"

" E Burgnich? Esistono ancora i Burgnich nel calcio di oggi?"

" Per carità! Oggi è un altra cosa, un altro calcio, allora si giocava soprattutto per la maglia che si indossava, c'erano rapporti più schietti e leali; oggi è rimasto solo Zeman, un grande che ho affrontato da calciatore in qualche occasione... quanto correva il suo Licata!".

13 panchine a Salerno per "La Roccia", poche?, tante?... Sicuramente abbastanza per restare nei cuori di chi lo ha conosciuto e di chi, come Roberto Rovani, ci ha lavorato assieme. Un pezzo di storia Salernitana porta anche il tuo nome Tarcisio!














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