martedì 10 febbraio 2015

POLVAR DA SPARO....

POLVAR DA SPARO...




Torviscosa (UD), terra di confine, di fatica e di lavoro...terra di bonifiche fasciste, di opere da propaganda del ventennio piu' influente della nostra giovine storia nazionale. Ma anche terra di attaccanti.. e' infatti da quì che parte l'avventura di Dario Polvar, bomber anni '70 prodotto del vivaio della Saici ( poi Snia) che da' lavoro a tutto il paese e riempie il tempo libero dei frut ( bambini ) della zona; Polvar viene su' con la nidiata dei due Musiello ( Giuliano e Mario ) che avranno piu' fortuna o, come confessa candidamente lui, semplicemente piu' talento di lui.
Lo recupero telefonicamente un Sabato mattina, quì nella mia Liguria di alta quota nevica e fa' freddo...il mio bimbo ha appena finito il bagnetto ed io mi congedo un attimo dal mio ruolo di padre per abbracciare, per una mezz'oretta, quello di giornalista ( ovviamente dilettante ed appassionato) che, potessi tornare indietro....ma vabbe' ....compongo il numero ed in un attimo sono a 475 Km da casa :
 D : Buongiorno Signor Polvar, e' pronto per un viaggio nel tempo?
 R : buongiorno, certo...eccomi quì...
 D : Iniziamo dal principio, come comincia la storia di Polvar ?
 R : Faccio parte della generazione del dopoguerra, il calcio era il gioco principale per noi..si giocava ovunque, ed io, come tutti, entrai giovanissimo nelle file della squadra del paese che era gestita dalla Saici (ditta che produceva la cellulosa attraverso la lavorazione della canna).
 D : Fino ad arrivare alla prima squadra...
 R : Esattamente, ci arrivai giovanissimo (17 anni n.d.a.) ..un paio di campionati di buon livello ed arriva la chiamata del Verbania.
 D : La prima avventura tra i prof., come ando'?
 R : Fui segnalato da osservatori ma forse ero troppo giovane ed acerbo...iniziai bene ma poi venni messo da parte, fu comunque una scuola formativa.
 D : L' anno dopo si torna in D, a Trento, e Polvar e' protagonista nella vittoria del campionato...
 R : Fu' una bella stagione, la squadra era forte ed io riuscii a dare il mio buon contributo. Primo posto alla pari col Pordenone e vittoria allo spareggio (2-0).
 D : La riconferma pero' non arriva, perche'?
 R : Onestamente non me l'aspettavo,non so' perche'..mi dirottarono alla Vis Pesaro e dovetti andare...ai miei tempi non si poteva scegliere...
 D : Nelle Marche dura poco..
 R : Non mi ambientai da subito, non mi piaceva niente, litigai coi dirigenti..feci una partita (il derby col Fano n.d.a.) poi chiesi cortesemente di essere avvicinato a casa.
 D : E la mandano all' Oltrisarco di Bolzano...lì esce il bomber..che ambiente ha trovato?
 R : Era tutto molto familiare..l' Oltrisarco era una squadra che rappresentava un quartiere di Bolzano, zero pressioni e voglia di divertirsi..era cio' che mi ci voleva..tre stagioni di alto livello con piu' di quaranta gol.
 D : Ed ecco che la nota lo Juniorcasale...gloriosa societa' piemontese...
 R : Lì allenava Sergio Vatta, un grande conoscitore di giovani..mi conosceva perche' avevo fatto parte di varie rappresentative e decise di chiamarmi...
 D : E lei?...
 R : Presi l'auto e via, direzione Casale Monferrato a parlare con la societa'...non ero mai stato in quella zona, era lontano da casa mia, feci un casino per trovare la sede eh eh mi ero perso per la citta'..ma trovai subito l'accordo.
 D : Si ambiento' subito?
 R : Sì, a Casale fu' subito tutto facile; la gente mi aiutava e strinsi immediatamente amicizie sincere che durano ancora oggi..mi sento tuttora con i fratelli Gullotto che all'epoca avevano un'autoricambi.
 D : E della squadra conosceva qualcuno?
 R : No, nessuno...ero fuori zona eh eh..
 D : Primo anno e promozione, che annata fu'?
 R : Straordinaria e particolare assieme; iniziai bene ma ad un certo punto mi ammalai, mi colpì un virus ( Brucellosi) che mi tenne fuori 40 giorni, alcuni trascorsi in isolamento presso il nosocomio cittadino. Una volta uscito feci tre giorni di camminate e alla Domenica mister Vatta mi getto' subito nella mischia, lì ho capito quanto ero importante per la squadra.
 D : Sette gol e coppia d' oro con Grillo...
 R : Eravamo complementari, se non segnavo io ci pensava lui...
 D : Testa a testa con l' Albese, dura tutto l' anno e il 12/ 5/ '74 c'e' lo scontro diretto al "Palli"..
 R : Lo ricordo come fosse ieri, quel giorno ci saranno state minimo 8000 persone, gente ovunque pure a bordo campo; comincia e dopo un minuto siamo in vantaggio grazie a Granai...era una bolgia, sul finire del primo tempo ci procuriamo un rigore, prendo la palla e...
 D : E?...
 R : La metto dentro...e' venuto giu' lo stadio, non avevo mai visto niente del genere.
 D : Finalmente questa volta arriva la riconferma...per lei e' l'esordio da protagonista in C...
 R : Gia', il '74/ '75 fu' una stagione con l' obbiettivo della salvezza, ci riuscimmo dopo un cambio di panchina ( Vatta esonerato e subentra Omero Tognon), un campionato sofferto ma, a suo modo, bellissimo.
 D : 29/ 9/ '74, Juniorcasale-Vigevano 2-0..lei mette la firma sulla vittoria tra i prof. che a Casale mancava da piu' di undici anni..
 R : Fu' la prima vittoria in campionato, l'inizio della battaglia eh eh...
 D : 1975/ '76  il suo terzo anno, segna 11 gol e vi salvate bene..il mister e' Vincenzi..
 R : Gran stagione quella, Vincenzi aveva le sue idee e ogni tanto mi teneva giu', ma ti dava sempre la motivazione..mai un urlo fuori posto, mai un rimprovero banale...bravo mister e gran brav' uomo.
In campionato poi segnavo tanto, andavo a mille eh eh...
 D : Purtroppo pero' stavolta la conferma non arriva, la dirottano a Vigevano..
 R : Non ci volevo credere, mi avvicina un dirigente e mi dice che devo andare al Vigevano (serie D) perche' in nerostellato non c'e' piu' posto per me...me lo hanno imposto.
 D : Come la prese?
 R : Malissimo, io da Casale non me ne sarei mai andato, probabilmente avrebbe svoltato pure la mia vita..stavo bene e mi ci sarei fermato anche dopo....
 D : Comunque poi a Vigevano non ando' poi così male, 19 gol e terzo posto..
 R : Sul campo facemmo un miracolo, tenemmo testa al Trento per quasi tutta la stagione; poi perdemmo il big match in casa e finimmo terzi dietro anche al Legnano. Ma la societa' pagava malvolentieri e l' ambiente non era sereno.
 D : Ed arriva una telefonata dalla Toscana...
 R : Sì, precisamente da Montevarchi, sempre serie D...
 D : Ci racconti...
 R : Mi volle l' allenatore Costanzo Balleri, ero ormai un buon nome per la categoria, andai a parlare con la mia macchina ma dopo il primo incontro ero scoraggiato..dissi a mia moglie " no no, quì non capisco nemmeno quello che dicono..io non ci vengo"
 D : Ed invece?
 R : Balleri mi convise e fu' l' inizio di una fantastica avventura, salimmo nella neonata serie C2 e realizzai, come a Vigevano, 19 reti risultando secondo solo a Cacciatori della Carrarese ( poi approdato in A al Perugia, n.d.a.).
 D : Resta ed arriva pure il salto in C1..
 R : Era una gran bella squadra, l' entusiasmo era alle stelle e arrivammo a fine campionato dietro alla sola Sanremese ma alla pari con Cerretese, Sangiovannese, Imperia e Carrarese...incredibile...
 D : Gli spareggi interminabili...
 R : La lega ci fece fare un girone a cinque che duro' da meta' Giugno a inizio Luglio, ma anche quì dopo le quattro partite eravamo tutte appaiate a quattro punti, roba da non credersi...
 D : Così si va' avanti...
 R : A quel punto la Cerretese rinuncia e ci fanno fare semifinali e finale, noi vinciamo a Viareggio contro l' Imperia e ci attende la finale con la Carrarese..
 D : Che gara fu'?
 R : Si gioco' a Pistoia, una bolgia..finì pari (2-2) ma ai supplementari passammo noi, io purtroppo non venni convocato per scelta tecnica.
 D : Finisce la stagione e Polvar non si ferma in C1, torna a casa...
 R : Avevo ormai trent' anni e non me la sentivo di affrontare un campionato con trasferte lunghe fino in meridione, mio figlio iniziava la scuola e così chiesi alla societa' di lasciarmi libero..tornavo a casa...
 D : E così inizia una nuova carriera nei dilettanti...
 R : Si, e' molto diverso come mondo, giocavo per divertimento con persone che lavoravano tutto il giorno. Dovevo inventarmi le giocate, uno o due compagni per squadra li avevo bravini gli altri...be', ci provavano eh eh...
 D : Ha continuato comunque fin oltre i quarant' anni..
 R : Mi piaceva, mi incavolavo se perdevo ma mi divertivo ancora...
 D : E dopo il calcio?
 R : Ho lavorato fino alla pensione.
 D : Conclusioni, l' anno piu' bello..
 R : Il primo a Casale, promozione fantastica.
 D : La vittoria piu' bella..
 R : Quella al "Palli" con l' Albese, ma anche a Montevarchi ho fatto partite indimenticabili
 D : La delusione piu' grande..
 R : Di delusione non parlerei, ma l' essere stato accantonato dopo tre anni da protagonista a Casale mi ha amareggiato tantissimo, e pure a Trento, dopo la vittoria della D sarei rimasto volentieri.
 D : Il giocatore piu' forte con cui ha giocato..
 R : Senza dubbio Bressani del Montevarchi, con lui sapevi dove arrivava la palla..era uno spasso, talmente forte che quando Orrico da Carrara ando' in A all' Udinese lo volle con se'. Meritava di piu'.
 D : Rimpianti?
 R : Nessuno, forse solo quello di non aver calcato campi piu' prestigiosi. Bressani anni dopo mi confesso' che a Udine Orrico aveva chiesto di me...chissa'...peccato..
 D : E oggi Polvar che fa'?
 R : Il nonno, ho un nipote che gioca ed e' appassionatissimo di calcio e mi diverto a raccontargli le mie avventure, lui mi ascolta ed e' estasiato.
 " Grazie mille signor Polvar, ora chiudiamo..la moglie mi chiama per il pranzo.."
" Anche la mia, a risentirci ed un augurio al Casale, quella stella ce l' ho nel cuore!"









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