mercoledì 3 ottobre 2018

UN TUFFO OLTREMANICA


"Navigando, navigando, sto volando via di quà, verso un mondo colorato, verso nuove realtà..", così cantavano i Dik Dik nel 1976 interpretando in italiano la grandissima "I'm Saling" di Rod Stewart; navigazione e volo che all'epoca rappresentavano solo sogni per un quindicenne bergamasco con la passione per i guantoni da portiere, una passione che lo porterà a vivere un'esperienza unica nel suo genere, un qualcosa che gli é entrato dentro e lo ha segnato particolarmente rendendolo sacerdote di emozioni che solo pochi possono dire di aver provato. Perché giocare all'estero non è solo Liga o Premier, è anche difendere i pali di porte della periferia inglese dove terra e gomitate si mischiano alle urla in arrivo da spalti gremiti in campi di quarta serie, tutto ciò partendo da Zingonia....signore e signori: Efrem Ebbli !
Romano di Lombardia, Pavia, Crema, Tortona, Voghera sono alcune delle tappe intermedie che porteranno il nostro numero uno sulle bianche scogliere di Dover, e vicinanze, a vivere la sua favola inglese quando ancora andare all'estero pareva cosa da Ungheresi, Russi o Sudamericani, ma incominciamo dal principio..
Io: "Buongiorno Efrem, come promesso ho trovato la mezz'ora per estorcerti ricordi vicini e lontani...sei pronto?"
Efrem: "Certamente, tu domanda ed io risponderò eh eh.."
I: "Cominciamo dal nome, Efrem, non comune.."
E: "Il nome era quello del nonno, l'ho ereditato da lui. Il 9 Giugno è Sant' Efrem, è un nome biblico. Qualcuno con questo nome c'è, a Bergamo era famoso lo sciatore Efrem Morelli."
I: "E i tuoi inizi calcistici?"
E: "Ho iniziato nello Zingonia, una società oggi sparita che giocava proprio nel centro sportivo attualmente di proprietà dell'Atalanta; era una club che andava per la maggiore, organizzata e forte..abbiamo vinto parecchi campionati, allora il centro sportivo non era come oggi, tre o quattro campi non molto belli e niente più"
I: "E all'Atalanta come ci arrivi?"
E: "Prima dell'Atalanta ho fatto un anno all'oratorio, ero stufo di andare fino a Zingonia; poi però feci il provino con la dea e lì mi presero, così ero di nuovo a Zingonia  eh eh..."
I: "Una volta tra i nerazzurri ci resti fino alla primavera no?"
E: " Ho fatto cinque anni con loro ma la primavera no, mi sono fermato alla berretti. In realtà all'Atalanta non ero ben visto, non so il motivo anche se c'è da dire che nessun altro portiere in quegli anni è andato più avanti...non puntavano sui portieri che avevano in casa.."
I: "Ed è così che finisci in D alla Romanese, la vivesti come una bocciatura?"
E: "Assolutamente no, era un grosso club di serie D e non pensavo di finirci certo io, mi cercarono e ci restai per sette anni.."
I: "Una D di livello, che differenza c'era rispetto ad un settore giovanile?"
E: "Be, la D di quegli anni era fantastica..avevo 19 anni e giocavo titolare in una categoria che era conosciuta come cimitero degli elefanti. Ogni squadra aveva qualche vecchia volpe, ricordo Zandoli all'Imola, Luppi alla Mirandolese, noi avevamo Egidio Salvi e Doldi, e poi c'erano ottimi giocatori di categoria come Cleto e D'Astoli della Centese; la gente andava allo stadio, era tutto fantastico."
I: "Alla Romanese sei diventato "grande", sette anni sono un bel pezzo di carriera..che ricordi hai?"
E: "Belli per carità ma sono rimasto troppo, l'anno del militare non giocai quasi mai e si scese in promozione, restai, tornammo subito in D e rimasi un altro paio d'anni, alla fine non mi volevano mai lasciar andare..pensa che per andare al Pavia ho fatto un numero..."
I: "Siamo tutt' orecchi.."
E: "Mi aveva indirizzato l'ex atalantino Paina, feci un provino in un'amichevole a Piacenza organizzata per festeggiare la promozione di entrambe (Piacenza in B e Pavia in C1 nda) e dovetti giocare di nascosto, senza nulla osta! Il Piacenza aveva uno squadrone, Signori e Madonna tanta roba; parai il rigore proprio a Madonna. Il Pavia mi voleva ma la Romanese niente, non cedeva.."
E: "E così?"
I: "Minacciai la società di ritirarmi dal calcio giocato! Liti su liti ma poi accettarono lo scambio con Guercilena e finalmente ero in C1"
I: "L'impatto con una realtà come la C1?"
E: "Ottimo, meglio che in D, un calcio di alto livello. Dovevo fare il secondo di Biasi ma lui in ritiro si infortunò, così giocai subito e per quasi tutto il campionato"
I: "Avevi anche Della Corna come compagno di reparto, è scomparso recentemente.."
E: "Carlo era una gran brava persona, aveva un passato importante alle spalle e mi aiutò molto. Praticamente mi faceva da allenatore, all'epoca, e parliamo di C1, il preparatore dei portieri era pura utopia.."
I: "Altri tempi.."
E: "Già, oggi il preparatore dei portieri lo hanno pure in terza categoria, ai tempi invece giocavi a Livorno o Vicenza e ti riscaldavi da solo con qualche esercizio.."
I: "Fai un campionato ottimo ma il vostro presidente combina un guaio e vi ritrovate retrocessi per illecito.."
E: "Mah, passammo un periodo un pó travagliato, esonerarono il mister e ci trovammo in difficoltà; pian piano ci riprendemmo ed andammo a vincere a Fano, fu una partita regolarissima ma qualche parola nel dopo partita diede addito a dubbi che portarono ad una penalizzazione per illecito. In realtà di prove certe non ne saltarono fuori, ma nel calcio basta un sospetto e via, pagammo per tutti.."
I: "E così resti a Pavia ma ti ritrovi in C2.."
E: "Già, restai anche l'anno dopo, eravamo una tra le favorite ma non bastò per risalire in C1. Giocai dieci partite subendo solamente tre reti, passai i seicento minuti di imbattibilità ma ad un certo punto dovetti uscire..."
I: "Perché? "
E: "L'altro portiere era Biasi, più giovane di me e probabilmente più appetibile sul mercato, io avevo già ventisei anni e a livello di business contavo zero; in campo rendevo eccome, ma così è il calcio.."
I: "Ed è così che fai ancora le valigie, ancora C2 ma al Pergocrema.."
E: "Esattamente, al Pergo potenzialmente avevamo uno squadrone, Putelli, Casabianca, Annoni Paolo, iniziò con noi anche Hubner ma a novembre andò a Fano."
I: "Il Bisonte, si intravedevano già le doti che lo avrebbero portato ad essere un bomber in A ?"
E: "Aveva una potenza fuori dal comune, era come un diamante grezzo, evidentemente poi s'è raffinato visto la strada che ha fatto."
I: "Tornando al Pergo quell'anno avevi mister Cadregari.."
E: "Sicuramente un uomo avanti rispetto ai tempi, proponeva una zona davvero nuova e ha fatto meno strada di quella che avrebbe meritato. Era stato calciatore della Romanese anche lui."
I: "Annata che si conclude con una salvezza risicata, come mai? "
E: "Eravamo una banda un pó allegra, diciamo non molto concentrati, peccato perché era una bella C2 con piazze importanti come Varese, Ferrara, Treviso e Cittadella."
I: "Ed eccoti così scendere ancora in D a Voghera..."
E: "Sì, scelsi la Vogherese perché lì c'era un progetto importante, avevano fatto una grossa campagna acquisti, pensa che era arrivato pure Marco Nicoletti.."
I: "Ma non bastò per salire in C2..."
E: "C'era a capo una cordata di
imprenditori, e come tutte le cordate fu difficile far quadrare il tutto; fummo battuti dal Brescello che era una sorpresa a tutti gli effetti, forse con un ambiente più sereno avremmo vinto noi."
I: "E si riparte destinazione Tortona, ancora D"
E: "Esatto, al Derthona ho vissuto il peggior anno della mia carriera..."
I: "Che successe?"
E: "Ne venivano da una doppia retrocessione, società inesistente, squadra davvero modesta e io incappai in una stagione storta credo di conseguenza a tutta questa confusione. A pensarci oggi mi spiace ancora, il Derthona era ed è comunque una società gloriosa."
I: "Era la stessa serie D che avevi lasciato ai tempi della Romanese?"
E: "Sì era ancora un ottimo campionato, erano i primi anni che si iniziava ad introdurre i giovani ma il livello era ancora alto."
I: "Già, le regole sui giovani obbligatori.."
E: "Lasciamo stare, hanno abbassato il livello drasticamente; se uno è valido gioca punto e basta. Per come la vedo io il calcio deve essere uno sport libero, il calciatore a quarant'anni o a sedici se è buono per la D deve giocare senza restrizioni."
I: "Torniamo a te, altra discesa e sei in Eccellenza all' Alzano.."
E: " Una società emergente in quegli anni, ci ritrovai Filisetti con cui avevo giocato nelle giovanili dell' Atalanta."
I: "Che annata fu?"
E: "Puntavamo a salire ma non ci riuscimmo, a livello di spogliatoio vissi un'altra stagione negativa; con i compagni non legai granché, mi vedevano forse come il professionista che andava a svernare chissà..."
I: "Ed è così che ti sposti nella vicina Treviglio.."
E: "Sì, alla Trevigliese ho ritrovato stimoli e voglia; è stato un anno importante per me nel quale ho fatto bene, legai molto con i compagni e soprattutto col mister."
I: "E qui incomincia la seconda carriera di Ebbli, come ci arrivi a giocare in Inghilterra?"
E: "Ho sempre avuto il pallino dell'andare a giocare là; ci ho fatto le vacanze per anni ed ho avuto modo di conoscere giocatori ed allenatori, in particolare John Ryan ex calciatore ed allora allenatore del Sittingbourne che mi diede la possibilità di fare la preparazione con loro."
I: "Che categoria era?"
E: "Paragonabile alla nostra serie D, una buona categoria; a tre quarti di campionato però Ryan andò a Dover ed io lo seguii."
I: "Stesso campionato?"
E: " No, una categoria superiore. Andavamo già a giocare per buona parte dell'Inghilterra."
I: "Sei stato un precursore.."
E: "Bé, sicuramente uno dei primi. Ricordo che in quel periodo arrivò Silenzi, poi man mano gli altri."
I: "E per un italiano cosa vuol dire giocare in Inghilterra?"
E: "Intanto non essendo Premier League é sicuramente un altro mondo; il pregiudizio sull'italiano simulatore lo beccai anche io, forse era più una provocazione ma non me ne curai più di tanto. Ho una mentalità molto vicina alla loro e non faticai ad ambientarmi, resta comunque un calcio più duro con condizioni difficili sia ambientali che di alcuni terreni di gioco."
I: "A Dover hai lasciato ottimi ricordi, sul sito sei anche nella formazione all Star.."
E: "Già, ho contatti col loro sito e lo sò... Qualche pazzo mi ha infilato nella formazione all star eh eh, scherzi a parte a Dover ho lasciato un buon ricordo di me."
I: "Ultima tappa inglese i due anni all' Herne Bay.."
E: "Lì ho vinto tutto, due anni intensi e pieni di soddisfazioni. Era un livello simile alla nostra Eccellenza, una squadra fantastica, vincemmo campionato, coppa di lega e coppa del kent, uno spettacolo!"
I: "Poi però torni a casa.."
E: "Sì, sono rientrato per faccende mie personali e ho giocato ancora un pochino ma era ora di smettere.."
I: "Raccontaci.."
E: "Davo una mano al mio vecchio mister della Trevigliese, eravamo in promozione e per varie emergenze giocai cinque partite.."
I: "Non ti piaceva più?"
E: "Non è che non mi piaceva, ma quando ti alzi la mattina e pensi: "Uff, oggi devo giocare" è un cattivo segno, è ora di smettere.."
I: " Capisco, e così siamo arrivati all'addio al campo, allora iniziamo con le domande finali; cosa ha lasciato a Ebbli uomo l'esperienza inglese?"
E: "Tutto! È difficile da spiegare, non voglio apparire arrogante ma è una cosa che ho io ed altri non hanno. Un calcio vero, pieno di valori e dove ogni partita è una festa ma la giochi alla morte; qui c'è la diceria che gli inglesi siano rozzi tecnicamente ma è una balla, ho trovato centravanti tecnici e formidabili anche in basse categorie posso dirti che a parità di categoria il loro calcio è sicuramente più veloce."
I: "Guardandoti indietro la rifaresti prima la scelta inglese?"
E: "Sicuramente sì, in realtà ci provai a farla prima ma allora c'erano problemi coi permessi di soggiorno, non esisteva ancora l'Unione europea ed era tutto più difficile."
I: "Altri tempi sicuramente, e l' Ebbli portiere ne ha rimpianti?"
E: "Mah, tornassi indietro sicuramente mi farei valere di più nelle giovanili dell'Atalanta, oggi alcuni vecchi mi dicono che ero un portierone ma allora non mi consideravano; inoltre andrei certamente via prima dalla Romanese."
I: "L'attaccante più forte che hai visto?"
E: "Difficile fare un nome solo, posso dirti che quello con il tiro più forte era Cinquetti, parai una sua punizione e il pallone fischiava..non l'ho mai più sentito un pallone fischiare. Ho comunque avuto la fortuna di affrontare, in amichevole, giocatori come Van Basten..tanta roba!"
I: " E il ricordo più bello?"
E: " Anche qui andiamo sul difficile ma scelgo senza dubbio il giorno che abbiamo vinto il treble (campionato e le due coppe)  con l' Herne Bay, era una bella società ma non aveva mai vinto così tanto, ed io ero già un vecchietto e non pensavo più di riuscire in un'impresa del genere.."
I: "Ora tocca a quello più brutto.."
E: "Dico la retrocessione col Derthona, un anno buio che non auguro a nessuno. Retrocedere è qualcosa di orribile, per me è stata l'unica retrocessione della carriera, ma la ricordo come un incubo. Come ti ho già detto il Derthona è una squadra di blasone ma quella stagione fu disastrosa."
I: "Se invece dovessi indicare un collega che non ha avuto ciò che meritava che nome diresti?"
E: " Indubbiamente Tiziano Pitergi, una vita al Leffe e con me già ai tempi dello Zingonia. Lui davvero meritava di fare molta più strada."
I: "Oggi sei ancora nel mondo del calcio?"
E: "Sì, attualmente sono fermo ma fino a Marzo ero in Inghilterra per l'Accademia del calcio e a breve conto di tornarci, restare lontano dall'Inghilterra mi diventa difficile.."
A noi invece diventa difficile prendere atto che persone come Efrem, figlie di un calcio che dava valori prima che soddisfazioni, sono sempre più rare...il calcio è rimasto, i valori un pó meno. Grazie portierone!

mercoledì 18 luglio 2018

CON ROTA PIACENZA GIRAVA


L'ondata di caldo che nel Luglio 1983 investì la nostra penisola non risparmiò di certo Piacenza, anche se lì la temperatura era alta da un pó, almeno in ambito pallonaro, i biancorossi al termine di un campionato costellato di disavventure societarie, cambi tecnici ed inutili rivoluzioni in rosa erano sprofondati in C2 facendo paventare l'ipotesi di un' ingloriosa uscita di scena definitiva.
Ma è proprio quando tutto sembra perduto che nascono gli amori più belli, ed in quella insolita estate, in quel fazzoletto di pianura padana ne sbocciano addirittura due e si chiamano Garilli e Rota...ma andiamo per gradi.

                      C2 SÌ, MA DI PASSAGGIO...

Garilli è un  imprenditore attivo nel ramo della distribuzione del gas e rileva oneri ed onori dall' uscente Angelini responsabile al pari di altri di una situazione al limite della tristezza, C2 vuol dire Mira, Brembillese, Rhodense ed Omegna, onestamente un pó troppo poco per una squadra come il Piacenza, ma Garilli ed il suo staff contano di risalire immediatamente affidando il bastone di comando alla roccia bergamasca Titta Rota...sarà amore,più o meno.
Il via vai di giocatori cambia pelle alla squadra e Titta incomincia a studiare, ma le cose paiono davvero non girare, il mister ha puntato forte sul suo legame con la natia Bergamo e con l'amata Atalanta facendo arrivare a Piacenza il giovane Madonna (già 19 presenze nella Dea al suo attivo), l'ex allievo Reali dalla Casertana (con Rota a Bergamo nel biennio 78-80) e ad ottobre quel Baldizzone che aveva fatto esordire in A nemmeno ventenne ma veniva da due stagioni di forzata inattività a causa di un gravissimo infortunio subito ad un ginocchio, purtroppo il ragazzo non riuscirà nemmeno a giocare un minuto e ad appena 24 anni appenderà le scarpe al fatidico chiodo.
Le cose, come accennato poc'anzi, paiono davvero non girare e il vernissage della coppa Italia di C porta ancora più sconforto tra il popolo biancorosso, se il 21 Agosto la sconfitta interna ad opera del Brescia di Orrico ci può stare (0-1 contro una compagine di C1 che punta alla B) così non è per lo 0-3 targato Ospitaletto che getta nel panico più totale anche il piacentino più ottimista. Rota è tranquillo, dalle sue parti i conti si fanno alla fine e a testa bassa il mister continua a lavorare come un pazzo, il pari di Mantova e la sconfitta nel ritorno di Brescia precedono la prima vittoria ad Ospitaletto (0-1, Mulinacci), mentre il rovescio interno ad opera di un Mantova che approfitta del penalty sbagliato da Pederzoli (1-2) non spaventa più di tanto il mister che ha già la testa al campionato.
Il 18 settembre a Biella, trascinato da un Madonna incontenibile, il Piacenza passa 1-2 e la settimana dopo bissa la vittoria domando un combattivo Montebelluna (3-2) grazie al trio Adamo, Mulinacci, Pederzoli; in campionato i biancorossi incominciano a volare e tra un pari e una vittoria chiudono l'andata imbattuti ed al secondo posto, dietro ad un grande Pavia. Nel ritorno una piccola flessione (prima sconfitta alla 21' a Mantova) e tre sole sconfitte non impediscono al Piace di difendere la seconda posizione ed andarsi a riprendere quella C1 persa appena un anno prima, a Mira (Ve) il 27 Maggio 1984, in una giornata che meteorologicamente pare più da incubi che da sogni, Rota e i suoi hanno troppa voglia di vincere e già al 4' minuto il (guarda caso) bergamasco Filosofi insacca la rete che vuol dire promozione!
La prima stagione del roccioso Rota s'è conclusa con promozione e miglior difesa (solamente 21 reti subite), il lancio del giovane Madonna (13 reti) e l'entusiasmo ritrovato in una piazza che solamente pochi mesi prima credeva d'essersi persa...il minimo è proseguire l'avventura insieme!
       
                  NUOVAMENTE IN C1

La stagione 1984/85 incomincia sotto il segno del cambiamento, se ne vanno Mulinacci, Adami, Pederzoli e Zavarise accompagnati da altri comprimari ed al loro posto vengono accolti giocatori dall'illustre passato come Azzali, Crialesi, Mastropasqua, Foscarini e Di Nicola insieme a giovanotti dalle belle speranze quali il portiere Lorieri e la colonia bergamasca che presenta il peperino Valoti (da Alzano Lombardo come Madonna), ed i giovani Bresciani e Serioli prelevati, anche qui guarda caso, dai dilettanti del Ponte San Pietro nel bergamasco; la già citata colonia sul quale può contare Titta perciò è oramai un piccolo esercito, ai confermati Filosofi, Reali e Madonna si sono aggiunti appunto Bresciani,Valoti, Serioli e Il navigato Snidaro! Con un nutrito gruppo di bergamaschi perciò mister Rota non può che sentirsi a casa e dà il meglio di sé stesso; la squadra bissa le scarse prestazioni della precedente stagione in coppa Italia ed esce alla fase a gironi rimediando figure non troppo dignitose al cospetto di Trento, Virescit e del solito Ospitaletto, il tutto non lascia presagire niente di buono e l'inizio del campionato non è certo dei migliori; al buon pareggio esterno di Vicenza dell'esordio si aggiunge quello casalingo col Pavia ma alla terza il mondo pare crollare quando una tripletta di Maragliulo ed un gol di Bonometti seppelliscono il Piacenza in quel di Brescia. Rota non vacilla, con la lena che lo contraddistingue tiene insieme un vaso che pare sgretolarsi e pian piano convince i suoi che si può fare di più, il faticoso pareggio in rincorsa con il piccolo Jesi è solo il primo passo verso un incredibile quanto esaltante rimonta che mette in fila 19 risultati utili interrotti dalla quasi casuale sconfitta di Rimini a Marzo, da lì altre nove partite fruttuose prima della sconfitta a Carrara alla  penultima giornata contro una compagine affamata di punti salvezza. Il cammino si chiude in seconda posizione, ma a pari punti c'è il L.R. Vicenza e così a Firenze il 16 Giugno 1985 è spareggio per la B!

                     GIORNO DI FUOCO!

La giornata è di quelle che sarebbero calde anche a dicembre, 5000 piacentini giungono a Firenze per spingere una squadra partita per ben figurare contro un Vicenza che già il Luglio precedente bramava la B, la gara è vibrante e vive sull'entusiasmo degli uomini del Titta contrapposto alla tecnica e maggior esperienza dei vicentini di Giorgi; tutto pare finito quando il fantasista Cerilli affonda un missile nella porta difesa da Lorieri, ma Carlo  pareggia rimandando il discorso ai supplementari dove un uno-due dei berici mette fine ai sogni di gloria di un Piace che si sente defraudato dall'arbitraggio a senso unico di Amendolia. Due anni dopo la gara verrà tirata in ballo dal presidente del Vicenza il quale confesserà , nell'ambito dell'inchiesta sul secondo scandalo totonero, di averla pilotata distribuendo soldi a destra e a manca aiutato sul campo da uno dei più fidi uomini di Rota... Gian Filippo Reali, per i biancorossi la beffa sarà doppia.

              LA RINCORSA CONTINUA...

Non è certo uno spareggio, peraltro inatteso, perso che può scalfire nell'animo un personaggio come Rota, perciò il Battista non si abbatte e lavora già per arrivare lì dove solo s'è avvicinato; la dirigenza lo asseconda e così alle partenze dei bravi Lorieri, Valoti, Filosofi e Di Nicola fanno da contrappeso gli arrivi di un regista coi  fiocchi come De Gradi assieme al terzino Tessariol, dell'ala Simonetta più i giovani Nardecchia e De Solda; non può ovviamente mancare l'arrivo di un prodotto atalantino e si punta così sul portiere Bordoni che unito ai confermati Serioli, Bresciani, Madonna e Snidaro mantiene numerosa la compagnia bergamasca.
La pecca di una squadra indicata dagli addetti come una possibile vincitrice è quella di partire a singhiozzo (un pó come nelle precedenti stagioni), ad un girone d'andata decisamente sotto le aspettative
(Da panico l'esordio casalingo con sconfitta ad opera di un modesto Legnano e la seconda giornata con la battuta d'arresto di Carrara) si contrappone un ritorno da favola nel quale i biancorossi paiono una macchina perfetta, dodici risultati utili consecutivi vengono interrotti dalla sconfitta nello scontro diretto col Modena che di fatto decreta la salita in B dei canarini (al pari del Parma) a scapito proprio della truppa di Rota. Il 27 Aprile 1986 però i tifosi biancorossi hanno l'occasione di godere della prima affermazione internazionale allorché la squadra di Rota strapazza in finale, nel torneo Angloitaliano, 5-1 il Pontedera di tale Marcello Lippi dopo che in semifinale aveva demolito gli inglesi del Woodford Town con un perentorio 4-0.

                    B DI PIACENZA!!!

L'estate del 1986 pare a tutti quella giusta per arrivare finalmente a quella serie B che oramai è quasi una chimera a Piacenza, il mercato regala pochi colpi ma tutti estremamente di livello; alle partenze dei vari Azzali, Mastropasqua e Foscarini si sommano gli arrivi dell'ottimo stopper Concina, del fine regista Roccatagliata (una vita spesa sui campi di serie D) e di un giovane Beppe Signori. La truppa di bergamaschi (nativi o provenienti da società bergamasche) perde Bresciani che si accasa all' Oltrepò ma tiene Bordoni, Madonna, Serioli e  Snidaro ai quali si aggiungono i già citati Roccatagliata dalla Virescit e Signori dal Leffe più i giovani Imberti e Manighetti promossi dalle giovanili.
Già nella coppa Italia maggiore si intravede una squadra che può puntare in alto infatti in un girone che comprende pure Roma, Verona e Bari gli uomini del Titta non sfigurano affatto; in campionato la musica è, se possibile, ancora più gradevole e la corazzata biancorossa parte a razzo con 4 vittorie nelle prime 5 gare ed una sicurezza davvero sorprendente. Il Padova di Buffoni prova a tenere il passo ma il 30 Novembre viene seppellito 3-1 (doppio Madonna e Roccatagliata) dopo che Mariani aveva osato portare in vantaggio i suoi; qualche battuta d'arresto esterna non intacca un ruolino casalingo da paura e nell'anticipo pasquale i ragazzi di Rota espugnano senza pietà l' Appiani di Padova con un blitz di Serioli che vanifica il momentaneo pari di Valigi, è una marcia trionfale che si conclude il 7 Giugno quando davanti al pubblico delle grandi occasioni Madonna e Signori domano la Virescit e possono far gridare a tutti la lettera B!
Spettacolo magari non se ne vede tanto, ma Rota è questo... Prendere o lasciare! E a Piacenza di lasciare non se ne parla nemmeno, c'è una prima salvezza in B da centrare cosa mai riuscita alla società.

                     MISSIONE SALVEZZA

Di concetto con la dirigenza il mister si mette al lavoro, lascia partire un Signori non troppo convincente assieme al bocciato libero Casabianca ed al buon difensore Fontana in procinto di diventare un perno dell'Ancona che di lì a poco volerà in A; arrivano Colasante (proprio da Ancona), Marcato e l'Atalantino Bortoluzzi, scommesse per lo più a cui Rota chiede un'impresa che pare davvero ardua. Rimane il blocco dei bergamaschi tra cui l'ormai insostituibile Madonna che al pari di Comba è l'unico superstite della C2, due marescialli pronti a tutto per il comandante Rota!
L'avventura in coppa Italia serve al Titta da rodaggio e tutto sommato i biancorossi non sfigurano in un girone che li vede opposti ad Empoli, Avellino, Cremonese, Sambenedettese e Centese, ma è al campionato che sono rivolte tutte le attenzioni della tifoseria del Piace, Genoa, Atalanta, Lazio e Cremonese sono avversarie che mettono paura....non a Rota ovviamente.
Si comincia con una vittoria casalinga a spese del Barletta seguita da un'inatteso trionfo a Bari (1-2 firmato Simonetta-Madonna) a cui fa seguito una serie di risultati positivi che accendono i riflettori sui ragazzi in biancorosso; a inizio Dicembre Garlini, con una tripletta, fa pendere il derby Atalanta-Rota a favore dei primi ma la cosa non scoccia più di tanto il Titta che chiude l'andata in ottava posizione con ben 20 punti in carniere. Nel ritorno la comprensibile flessione di un gruppo di giovani intacca un'annata comunque positiva e i soli tredici punti racimolati bastano ad ottenere la prima storica salvezza in B, anche se la sconfitta casalinga nell'ultima giornata (doppietta di Palanca e 0-2,per il Catanzaro) e nel commiato di Rota chiudono in maniera triste un rapporto importante e soddisfacente per entrambi.
Rota intende che il suo tempo è finito ed opta per tentare l'avventura a Vicenza, con lui abbandonano la nave biancorossa i fidi Comba e Madonna accompagnati dai pilastri Snidaro, De Gradi e Simonetta; a Piacenza tutti pensano che chi verrà riuscirà a far dimenticare in fretta quest'uomo bergamasco mai completamente amato anche se rispettato da tutti, un lavoratore che ha ridato lustro ad una città aiutandosi anche con gli agganci derivanti dalla natia Bergamo, ma non sarà così; il Piacenza andrà incontro ad una delle sue stagioni più nere ottenendo una disastrosa retrocessione che rigetterà nell'Inferno della C una tifoseria pronta di li a breve a godersi i fasti dell'era Cagni, del modello italiano e della provincia vincente...ma questa è un'altra storia!

mercoledì 18 aprile 2018

I CAVALIERI CHE FECERO L'IMPRESA!

I CAVALIERI CHE FECERO L'IMPRESA! 


Questa è la storia di un manipolo di condannati che si ribellano al proprio destino, un gruppo di uomini che sull'orlo del baratro si volta di spalle e torna indietro laddove li attende la gloria, laddove li porterà  il loro condottiero che non può e non deve pensare nemmeno per un attimo di fallire...sarebbe la fine!
Questione di scale, chi sale e chi scende, da dove si arriva e dove si andrà, questione di incroci e di casualità, questioni di calcio e di quello genuino...questioni di C, C1!
PROLOGO 
Estate 1988, il campionato di C1 attende i nuovi protagonisti ognuno dei quali lavora alacremente con un obiettivo chiaro da raggiungere il giugno successivo; che sia la B o la salvezza poco importa, luglio e agosto vivono di botti, colpi di scena e sotterfugi  che hanno il sapore di tutto tranne che quello di vacanza.
Il girone B della C1 è per antonomasia una B2, piazze blasonate come Cagliari e Catania, tifoserie passionali quali Salernitana, Casarano e realtà consolidate in terza serie come Rimini, Frosinone e l'antica Vis Pesaro costituiscono un plotone di tutto rispetto al quale vanno aggiunti altri sodalizi vogliosi di emergere o desiderosi di rinverdire fasti passati, tra questi troviamo il Monopoli ed il Campobasso, due realtà con un recente vissuto completamente differente che al termine del campionato saranno maledettamente vicine; ma facciamo un pò d'ordine. 
Il Campobasso ne arriva da quasi un decennio davvero ricco di soddisfazioni,  la promozione del 1982 ha innescato una serie di esperienze mai vissute dalla tifoseria molisana; la Serie A sognata, la vittoria in Coppa Italia sulla Juventus,  le sfide con Lazio,  Atalanta ed altre realtà fino ad allora mai avvicinate. Tutto è terminato in quei terribili spareggi del 1987 che ne hanno decretato il ritorno in terza serie, ritorno che i lupi hanno cercato di rendere breve giocandosi la stagione precedente la promozione (poi sfuggita) fino alla fine grazie ad una super squadra che aveva nella punta Romiti il suo terminale d'oro.
Per contro il bianco-verde Monopoli  vive il periodo più bello della sua storia con l'ormai consolidata partecipazione alla C nella quale si è costruito una reputazione più che dignitosa concludendo  la stagione precedente con un sesto posto che è valso l'accesso alla Coppa Italia nazionale dove i pugliesi affronteranno anche l'Inter.
I  movimenti di mercato quindi non sono mancati  e i biancoverdi del presidente Bellomo hanno messo a disposizione di mister Aldo Sensibile  (in arrivo da Forlì) una rosa di tutto rispetto privata sì dei pezzi grossi De Toffol (Casarano), List  (Foggia), Rebesco  (sceso in C2 al Bisceglie) e il prestito Caruso (rientrato a Campobasso dove la stagione precedente  era stato utilizzato come pedina di scambio per arrivare al Monopolitano bomber Lanci), ma rinforzata dagli arrivi dalla B di Scarfone (Catanzaro), Agostinelli e Biagioni  (Lazio), Cangini e Costantino  (Bari) e l'esperto portiere Cavalieri (Bologna), più il gaucho Cesar Gustato Ghezzi dai dilettanti del Nardò, l'esperto Rizzo dal Livorno ed un manipolo di scommesse come Piermarini  (Perugia in C2) e Quaranta  (portiere del Corato), le premesse per bissare la bella stagione precedente ci sono tutte.
In Molise la situazione è leggermente differente, la mancata promozione ha lasciato strascichi importanti e il presidente Molinari non ha più la forza di tentare un'ulteriore scalata, perciò si decide di intraprendere la strada del risparmio vendendo i pezzi pregiati e valorizzando i prodotti locali insieme a uomini d'esperienza dal costo non troppo elevato; è così che partono i vari Armanetti  (seguirà mister Russo a Casarano), Della Pietra e Romiti (all' ambiziosa Salernitana), Evangelisti  (Ancona, neopromossa in B), Goretti e Puce (destinazione Brindisi, sempre C1),  bomber Lanci (Arezzo), il "motorino" Giua (Vis Pesaro), il vecchio idolo Maestripieri (spenderà le ultime gocce di sudore a Castel di Sangro in D) più il giovane Mollica (Forlì in C2 dove esploderà con 12 reti) e il pratico Tufano (Venezia-Mestre del ruspante Zamparini nel girone A di C1), insomma squadra sventrata quasi interamente.
La rifondazione parte, come anticipato,  dalla riconferma dei ragazzi provenienti dalle giovanili alcuni dei quali (Mitri, Noviello, Migliaccio, Tavolieri e Sarracino) hanno già fatto esperienza la stagione precedente, a questi vengono aggiunti giocatori comunque affidabili e di categoria come il rientrante Caruso  (proprio dal Monopoli), l'ex promessa milanista Mandressi  (dal Catania), i solidi Moro (centrocampista dallo Spezia) Moretti (dal Teramo) e Bianchi  (Livorno), più alcune scommesse sempre dal mondo della C come Serra (interno in arrivo dal Rimini), Scotti (Siracusa), Rosa (scuola Juve ma parcheggiato a Venezia), Cariola (Catania) e il foggiano Sommella, infine si aggregano alla squadra pure i tre arrivi dall' interregionale ovvero il portiere Bellagamba  (Maceratese), il valido centrocampista Cavaliere  (Moncalieri) e Mucci, altro centrocampista ex Ittiri; il tutto è affidato alle sapienti mani di Rosario Rivellino, tecnico napoletano capace la stagione precedente di salvare l' Ischia sempre in C1.
Tutto è pronto, bisogna solamente attendere l' 11 settembre giorno d'apertura del gran ballo del campionato.
ATTO PRIMO
La stagione incomincia per entrambe allo stesso modo, ma se dalla parte dei lupi c'è la consapevolezza di dover sudare ogni punto alla morte non si può dire altrettanto del gabbiano monopolitano che memore della precedente annata nella quale ha dato spettacolo si trova ben presto impelagato nei bassifondi della graduatoria; alla prima pareggiano entrambe  (0-0 a Giarre per i rossoblu e 1-1 al "Veneziani"al cospetto del fortissimo Cagliari di Ranieri per il Monopoli) poi è tutto un cammino di sofferenza fino al termine del girone d'andata. Il Campobasso trova il primo gol stagionale addirittura alla quinta giornata (1-0 casalingo al Cagliari), il Monopoli invece avvicenda Sensibile con Sereni (sempre alla quinta) ma ne ottiene tre punti in sette gare, talmente poco da richiamare il trainer di inizio stagione.
La fase ascendente del campionato così termina l' 8 Gennaio con lo scontro diretto in Puglia che decreta un salomonico 1-1 utile al Campobasso per restare attaccato al treno salvezza e al Monopoli per raggiungere la doppia e misera cifra di 10 punti, un bottino che pare una sentenza di retrocessione scritta in anticipo... ma così non sarà.
IL DOPPIO EX 
Tra i protagonisti di questa storia troviamo il termolese Francesco Caruso, piedi buoni e senso del gol ne hanno fatto uno dei fiori all'occhiello del settore giovanile rossoblu ma la società per diversi anni decide di utilizzarlo come pedina di scambio per arrivare a calciatori più navigati; è così che il giovane attaccante classe 1966 si fa le ossa tra Nocera Inferiore, Cava de' Tirreni e Reggina  prima di arrivare proprio a Monopoli nello scambio che porta Lanci in Molise.
A Monopoli il giovane Caruso vive una memorabile stagione culminata con un sesto posto che vale l'accesso alla Coppa Italia maggiore e  grazie alle cure di mister Vannini acquisisce quella maturità che convince il Campobasso a puntare su di lui per la stagione 1988/'89; a tanti anni di distanza ci racconta le due realtà da lui conosciute e quell' epico spareggio.
" Arrivai a Monopoli nell'ambito dell'operazione che portò Lanci a Campobasso; in Puglia l'atmosfera era tranquilla, la società in crescita e l'ambiente positivo. Ricordo un gruppo di ragazzi che nonostante fosse composto da calciatori di tutta Italia "viveva" la città, si integrò alla perfezione. C'erano giocatori come Meluso, Rizzo, Sgarbossa, ottime persone; fu un'annata decisamente positiva anche se c'era di mezzo il servizio militare."
Caruso poi in estate torna alla base e quell'esperienza la ricorda cosi: "Tornai dopo che l'anno precedente il Campobasso di mister Russo aveva sfiorato l'immediato ritorno in B, ma la società era in fase calante... non c'era più la forza economica per sostenere un campionato del genere.
Si puntò perciò su una squadra fatta al risparmio, l'ambiente era deluso e la società nei guai tanto che due anni dopo fallì; quella stagione nonostante tutto pareva potesse portarci alla salvezza, infatti ad un mese dalla fine sembravamo praticamente al sicuro, invece crollammo ed il Monopoli riuscì nell'impresa di agganciarci all'ultima giornata vincendo in casa nostra."
Caruso continua il racconto soffermandosi su quella domenica maledetta: " Dovetti assistere alla gara dalla tribuna perché avevo rimediato un'espulsione la settimana prima a Pesaro, peccato perché avevo fatto un girone di ritorno importante in cui sì mi mancarono i gol ma non le prestazioni; bastava davvero poco per salvarsi ma quella sconfitta ci buttò letteralmente a terra e andammo a Catanzaro praticamente già sconfitti. Fu una delusione immensa per i tanti tifosi che ci seguirono, loro ci speravano davvero ma posso dire che anche in caso di salvezza sarebbe stato solo il prolungamento di un' agonia per una società che durante l'anno avevamo già dovuto mettere in mora...era finita un'epoca, quella d'oro del Campobasso."
IL CONDOTTIERO 
 Aldo Sensibile è uomo pratico ed affidabile, da calciatore ha conosciuto la massima serie giocando nella Roma ed è poi stato tra le bandiere del magico Brindisi del Commendator Fanuzzi; smesso i panni del footballer ha intrapreso la carriera di allenatore la quale lo ha portato a vivere esperienze importanti nella sua Lecce, a San Benedetto del Tronto e nell' Ascoli di Boskov. La stagione 87/88 lo ha visto subentrare a Roscini sulla panchina del Forlì (C2 girone C) ed ottenere una tranquilla salvezza in un girone di ferro dominato dal Casarano di Veneri e dal Perugia di Colautti; la scelta della dirigenza monopolitana cade su di lui per sostituire Vannini partito alla volta di Teramo e Sensibile a tanti anni di distanza ricorda così:
" Fui contattato da un dirigente col quale ci misi ben poco a trovare un accordo in quanto la società Monopoli era una realtà forte, con dei progetti e seria.
La campagna acquisti la facemmo avvalendoci anche di prestiti da altre squadre tra cui ad esempio i giovani virgulti laziali Biagioni ed Agostinelli.
Sopranzi lo presi io perché lo avevo già avuto a Civitanova e Ghezzi lo conoscevo e lo feci arrivare dal Nardò,  era una squadra forte c'erano anche Tusino, Fonte, Cerri, Ivano Martini e Sgarbossa giocatore di una duttilità incredibile, dal portiere alla punta poteva fare qualsiasi ruolo."
Il mister poi ripercorre la stagione dalle prime battute analizzando lo spirito di un gruppo che lui aveva giudicato da subito come forte e coeso:
" Facemmo il ritiro nell' Ascolano in quanto io conoscevo bene quelle zone (ha allenato l'Ascoli con Boskov n.d.a.), poi arrivò il campionato ed iniziammo con qualche problema dovuto più che altro al fatto che non avevo ancora avuto il  tempo di trasmettere appieno le mie idee alla squadra, tant'è vero che dopo 5 giornate venni sostituito con Sereni.
Rientrai a Lecco, città di mia moglie, convinto comunque che quella squadra avesse dei valori e quando non me lo aspettavo più venni richiamato dalla dirigenza per sostituire lo stesso Sereni; accettai proprio perché convinto delle mie sensazioni e pian piano incominciò a girare tutto per il verso giusto nonostante l'andata la chiudemmo all'ultimo posto. Il ritorno fu un crescendo che fruttò l'aggancio al Campobasso proprio all'ultima giornataper mezzo della vittoria in casa loro".
A questo punto i ricordi si focalizzano sulla gara di spareggio: "Fu strano giocare subito in campo neutro contro di loro, tra l'altro sul pullman che ci riportava indietro da Campobasso credevamo d'essere già salvi; ma eravamo lanciati e non ci spaventava più niente a quel punto. A Catanzaro stravincemmo lo spareggio ottenendo una storica salvezza nella quale avevo creduto dall'inizio;  eravamo in una condizione psicofisica che se fosse continuato il campionato avremmo continuato a vincere!"
Conclude il mister svelando la sua ricetta: "Segreti veri e propri non ce ne sono, l'abilità sta nel trasmettere la convinzione, nella cultura del lavoro,  nell'applicazione...ma tutto questo in sole 5 giornate non mi era riuscito; in Italia nessuno ti dà il tempo, nel calcio ancora meno...
Alla fine Biagioni trovò la convinzione  che gli ha poi aperto le vie della A, Sopranzi sovrastava ogni avversario..ci voleva tempo, quel tempo che mi dette ragione e quel tempo che a distanza di anni mi rende onore ogni volta che vado a Monopoli e ricevo un'accoglienza straordinaria."

      ATTO SECONDO
Proprio sul finire del girone d'andata il Campobasso ha esonerato mister Rivellino sostituendolo col suo secondo Adolfo Milite il quale  ha esordito al "Veneziani" cogliendo un prezioso pareggio; il ritorno incomincia con una mini serie positiva per i lupi i quali in quattro giornate racolgono 5 punti frutto di una vittoria casalinga sul Giarre e di pareggi con Francavilla, Rimini e Salernitana. Nella stesso periodo il gabbiano pugliese raccoglie la miseria di tre punti impattando in casa col Palermo e battendo, ancora tra le mura amiche, un Rimini in caduta libera, in quel momento le due squadre sono separate da 6 punti e niente lascia presagire un recupero da parte di una formazione che fatica incredibilmente a concretizzare le proprie teorie. Il vento cambia invece dopo la metà di Marzo quando nessuno ormai può minimamente pensare che ciò accada, domenica 19 nell' ottava giornata di ritorno il Campobasso piega in casa propria un combattivo Casarano mentre il Monopoli cade a Francavilla al mare e pare davvero non potersi rialzare più; i lupi hanno 23 punti al pari dello stesso Francavilla e dell' Ischia e si lasciano dietro Frosinone a 21, Vis Pesaro a 20, Monopoli a 16 e un Rimini già spacciato a soli 13, previsioni tante ma nessuna che dica salvezza per la truppa di Sensibile.
Al contrario di quello che il destino pare aver già scritto invece gli uomini del presidente Bellomo  danno il via ad una serie positiva che porterà al miracolo, vincono in casa col Giarre, espugnano Ischia e triplicano abbattendo pure il Perugia; le velleità di salvezza, la voglia di restare a galla incominciano a prendere corpo e se ne accorgono tutti nel giro di poco tempo. I pareggi a Sassari, in casa col temuto Foggia ed a Catania portano in dote altri tre vitali punti che delineano una classifica aperta a qualsiasi interpretazione dopo trentuno giornate: Francavilla 30, Campobasso 29, Frosinone 28, Ischia 27, Monopoli e Vis Pesaro 25, Rimini 15. A prima vista pare ancora tutto in salita, ma la convinzione dei monopolitani è lievitata oltre ogni più rosea aspettativa tanto che nel doppio turno casalingo prima dell'ultima giornata regolano con identico 2-0 sia Frosinone che Salernitana  regalandosi la possibilità del  "dentro o fuori!" da giocarsi proprio in Molise.
Alla trentatreesima la graduatoria è questa: Campobasso e Francavilla 31; Monopoli ed Ischia 29; Frosinone 28; Vis Pesaro 26; Rimini 15. La sentenza   dietro l'angolo,  ma come sarà? ...
IL GUARDIANO DEI LUPI

Superstite della stagione precedente che lo ha visto protagonista assoluto con la maglia numero uno del Campobasso, Vincenzo Nunziata vive l'ennesima avventura nella società che lo ha fatto diventare grande. Ha esordito in B all'ultima giornata del campionato 1985/'86 (Campobasso -Cremonese 2-1) e dopo un prestito a Sorrento è rientrato alla base venendo lanciato in pianta stabile come titolare da mister Russo; ha accettato di rimanere nonostante i programmi non siano più ambiziosi come in passato e per lui, più che per altri, non è  affatto semplice vivere una situazione del genere, infatti a tanti anni di distanza il ricordo ancora fà male: "Già dalla fine del campionato precedente si era capito che la società andava incontro a problemi di natura finanziaria, tant'è vero che il grande presidente Molinari lasciò la presidenza ad altri; di conseguenza la squadra che l'anno precedente aveva sfiorato l'immediato ritorno in B venne smembrata, partirono tutti i pezzi pregiati e restammo solamente noi della zona, un bel po' di giovani e arrivarono giocatori che cercavano rilancio, gente che ne veniva da annate grame e perciò costava poco. L'annata fu un continuo problema e  restare con la testa solo sul campo non era per niente facile."
Nunziata poi ha una menzione speciale anche per i due tecnici di quella stagione: "Rivellino e Milite furono comunque bravi a gestire una situazione davvero complicata, cercavano di barcamenarsi con quello che avevano a disposizione e fummo pure sfortunati perché ad un certo punto eravamo quasi riusciti a toglierci dai guai ma una serie di incroci di partite ci condannò a quel dannato spareggio contro la squadra più in forma del finale di campionato."
Brucia ancora il ricordo di quell'ultima giornata contro i biancoverdi: "Perdemmo malamente all'ultima in casa peccando di inesperienza perché ad un quarto d'ora dalla fine eravamo in vantaggio  1-0; proprio nel finale andammo in difficoltà subendo un uno-due che ci tagliò le gambe. A quel punto eravamo davvero a terra ed allo spareggio di Catanzaro ci presentammo già sconfitti nonostante il grosso seguito di pubblico che al Campobasso non è mai mancato, quel giorno il Monopoli andava il doppio."
Il numero uno chiude poi con una considerazione personale: "Lo spartiacque per la storia del Campobasso non fu tanto quella retrocessione, quanto la mancata promozione dell'anno precedente. ..forse tornare subito in B avrebbe aperto altri spiragli, invece l'anno dopo la società fallì."

ATTO FINALE 

Domenica 4 Giugno 1989 va in scena l'ultimo atto di un campionato vinto alla grande dal Cagliari di Ranieri, il Foggia porta a casa un punto da Palermo che vuol dire serie B,  ma è  in fondo alla classifica che c'è il quarantotto; una Vis Pesaro spacciata cede 0-2 a casa di un Frosinone che deve arrendersi alla retrocessione, l' Ischia sbanca Brindisi col minimo scarto, il Francavilla fà da spettatore alla festa del Cagliari  (3-1 per i sardi),  il derelitto Rimini cede 1-5 davanti alla Casertana e, attenzione attenzione, il Monopoli sbanca Campobasso 1-2 dopo essere passato in svantaggio, segnando due reti nell'ultimo quarto d'ora di gara. A questo punto la graduatoria dice che Ischia, Francavilla, Campobasso e Monopoli sono tutte a 31 punti, si dovrà quindi ricorrere alla classifica avulsa per determinare le due che si salveranno e le altre due che, spareggiando, si contenderanno l'ultimo posto utile per restare in C1. Il responso è che Ischia e Francavilla con 7 punti ciascuna sono salve direttamente, mentre Monopoli  (6) e Campobasso  (4) dovranno spareggiare... a Catanzaro.

DALLE MARCHE COL CUORE

Sergio Sopranzi all'epoca è un giovane calciatore alla prima esperienza lontano da casa; Sensibile lo ha lanciato giovanissimo qualche anno prima tra le file di una Civitanovese in serie C2 e si ricorda di lui al momento di insediarsi sulla panchina del Monopoli, il ragazzo ci sa fare e dimostra durante quella prima stagione di poter tranquillamente stare al fianco dei vari Biagioni, Cerri, Sgarbossa & c.
Parlare di quello spareggio, di quella stagione lo emoziona ancora oggi ed è un fiume in piena; " Era la mia prima stagione lontano da casa, ero fidanzato nella mia Civitanova e all'inizio non fu facile ma pian piano mi ambientai, Monopoli è una cittadina fantastica con persone fantastiche; la squadra era buona c'era gente come Meluso, Martini Ivano, Tusino e Rizzo ma incontrammo delle difficoltà iniziali; nel ritorno scattò la molla che ci portò ad una  rimonta incredibile frutto di nove risultati utili consecutivi tra cui la vittoria a Campobasso all'ultima giornata.
Fu una gara memorabile quella, all' 80' eravamo sotto 1-0 e pareva tutto perduto, ma Biagioni con due assist per Meluso e Ghezzi girò la partita, tra l'altro Sensibile lo aveva inserito al mio posto perché quel giorno ero un pochino sotto tono.
La vittoria fu il coronamento di una cavalcata fantastica e ci dette la possibilità di fare lo spareggio; a quel punto ci sentivamo imbattibili, eravamo coscienti di aver compiuto un miracolo."
Mancava la ciliegina sulla torta ma a Catanzaro non ci volle molto a metterla, Sopranzi prosegue col racconto dettagliato di quel pomeriggio: " A Catanzaro avevamo cinque o seimila monopolitani al seguito, sembrava d'essere in serie A; sul campo non ci fu partita, passammo in vantaggio con un'azione stupenda,  lancio di Rizzo, stop mio che ero all'ala sinistra, cross e Sgarbossa d' esterno sinistro la mette dentro. .1-0!
Poco dopo ci fu il raddoppio su autorete di Migliaccio propiziata da Meluso e poi venne il mio gol, un gran gol me lo faccia dire.."
" Prego, racconti..."
" Per fare un paragone attuale diciamo un gol alla Pianjc, ero distante, vidi il portiere fuori dai pali e provai un pallonetto che passò nell'unico posto dove poteva e si insaccò; ricordo Cerri che mi disse "ma che gol hai fatto??".
Finì 4-1, fu una partita dominata in tutto e per tutto,  al triplice fischio si scatenò la festa che continuò al nostro rientro a Monopoli. "
Sopranzi chiude lo scrigno dei ricordi con qualche considerazione: " Fu importante il lavoro di Sensibile che ci fece lavorare stile marines e fondamentale anche quello, psicologico di Chiricallo che nei momenti bui ci teneva su di morale; importante fu anche l'esperienza di Rizzo, un vero uomo spogliatoio.
Quasi trent'anni dopo da Monopoli mi cercano ancora e quando capito laggiù c'è sempre un'accoglienza particolare...queste sono le vere cose che contano, che riempiono il cuore.."

SPAREGGIO
(In foto Salvatore Scarfone con la maglia del Catanzaro)

Domenica 11 giugno 1989 è il giorno della verità, due città trascinano il loro cuore in quel di Catanzaro dove al "Ceravolo" andrà in scena lo scontro decisivo per restare in C1. Il cuore dei tifosi molisani batte forte e sussulta di terrore al solo pensiero che possa finire come due anni prima quando si perse la B negli spareggi a tre contro Taranto e Lazio, la paura che succeda è tanta, la stagione è stata a dir poco travagliata e le casse societarie sono vuote ma la speranza di un cuore che si reca allo stadio è più forte di tutto.
Sul fronte pugliese l'umore è completamente diverso, la rimonta a tratti epica ha acceso la fiammella dell' ottimismo ben oltre il livello minimo e un numero imponente di tifosi gremisce il settore appositamente riservato in attesa del lieto fine.
Proprio tra le fila del Monopoli c'è un giovane ragazzo catanzarese che gioca perciò a casa sua la sfida che vale una stagione;  il suo nome è Salvatore Scarfone classe 1966 e giunto in prestito dalle aquile giallorosse, ha esordito in B nel 85/86 (Catanzaro-Triestina 2-2) e dopo altre 10 presenze nell' 87/88 viene mandato in terra di Puglia a maturare. Per lui le sensazioni sono sicuramente particolari e a distanza di anni non fatica ad ammetterlo, ma tramite le sue parole possiamo rivivere quella magica cavalcata del gabbiano: " Per me era la prima esperienza lontano da Catanzaro, ero militare a Caserta insieme a Biagioni e si viaggiava sempre assieme; la città di Monopoli la ricordo come tranquilla e confortevole, e la squadra era sicuramente forte, ne veniva da risultati importanti infatti giocando pure la coppa Italia affrontando Inter e Parma. Mister Sensibile era un allenatore vecchia maniera, molto duro e pretenzioso come tutti gli uomini di carattere, ma era leale e la sua esperienza poteva far solo che bene ad un giovane che aveva bisogno di crescere.
Il campionato iniziò male e dopo aver allontanato e poi richiamato il mister nessuno da fuori credeva fosse possibile salvarsi, noi arrivammo ad un punto che non potevamo più sbagliare...ogni partita era quella decisiva e nelle ultime nove mettemmo  il turbo riuscendo ad agguantare il Campobasso proprio alla fine. Ricordo che in casa loro non mollarono niente, andammo sotto 1-0 ma ribaltammo il risultato nel finale; si pensava di essere salvi in quanto L'Ischia (diretta concorrente) giocando a Brindisi pareva spacciata, invece i campani vinsero e tramite la classifica avulsa ci condannarono allo spareggio col Campobasso.
La cosa non ci turbò  più di tanto perché dopo aver espugnato Campobasso volavano sulle ali dell'entusiasmo,  tant'è vero che allo spareggio non ci fu storia."
A questo punto Scarfone lascia spazio alle emozioni personali: " Per me giocare lo spareggio al "Ceravolo" fu molto più emozionante perché ero a casa e sapevo che la stagione successiva sarei rientrato al Catanzaro, ma dopo la gara Rientrai a Monopoli con la squadra per godermi una festa indimenticabile, mi emoziona ancora oggi il solo ricordo."
Vittoria fu ed ecco che per il forte difensore arriva il rientro alla base, anche se avrà un sapore amaro: " Come detto sapevo che sarei rientrato a Catanzaro, avevano optato per fare una squadra di catanzaresi ed io ero tra quelli, c'erano buoni giocatori come Bressi, Fontana e Lorenzo e Gregorio Mauro, ma il pubblico non ci diede fiducia così decisi di riunirmi a mister Sensibile che nel frattempo era andato alla Vis Pesaro in C2 e mi cercava insistentemente, si era creato un ottimo feeling.
Tornando alla stagione di Monopoli ricordo che scelsi i biancoverdi e rifiutai il Cagliari di Ranieri che sarebbe salito in B e poi in A....chissà, forse la mia carriera sarebbe cambiata; ma va bene così Monopoli resta un'impresa, un'esperienza unica!".
Il lieto fine arriva per il Monopoli, 4-1 netto e festa che stride con la violenta contestazione scattata nel settore rossoblu; Sgarbossa e compagni hanno agevolmente spezzato le reni di un Campobasso già sconfitto nel morale e a cui a nulle serve la rete al78' di un giovane Orazio Mitri, cala il sipario su una favola che ha fatto sognare una regione intera.
Catanzaro, Domenica 11/06/1989
Monopoli -Campobasso  4-1 (1-0)
Reti: 32' Sgarbossa, 60' aut. Migliaccio, 68' Sopranzi, 78' Mitri, 86' Meluso.
Monopoli: Cavalieri, Scarfone, Martini, Sgarbossa (72' Biagioni poi 78' Tusino),  Castrini, Arrigoni, Rizzo R., Sopranzi, Meluso, Cerri, Ghezzi. ALL. Sensibile.
Campobasso: Nunziata, Sarracino, Rosa (46' Cericola), Moro (60' Mitri), Migliaccio, Cariola,Caruso, Cavaliere, Pellegrini, Serra,Mandressi. ALL. Milite.
Arbitro: Merlino di Torre Annunziata.

FATO INGRATO 
Se il destino non sorrise in quella stagione ai lupi molisani non si può negare che anche successivamente non abbia avuto pietà; due protagonisti della nostra storia sono infatti scomparsi in circostanze tragiche che hanno  troncato le loro vite lasciando un vuoto incolmabile in tutti coloro che ne apprezzavano le qualità morali e professionali.
Adolfo Milite, il mister del Campobasso,  dopo quell'esperienza non ebbe altre occasioni di guidare compagini di C1, era stato il secondo di Santin ai tempi della magica Cavese ma di lì a poco chiuse col calcio e partì alla volta di quella Tunisia tanto amata; una volta stabilitosi ad Hammamet alternava periodi di rientro sul suolo natio a momenti di vita in Africa  e durante uno di questi subì una rapina all'interno della propria villa che gli costò la vita, era il 2006 e Milite aveva appena 60 anni.
Elio Migliaccio di quel Campobasso era invece roccioso difensore, nato a Latina nel 1966 era giunto in Molise giovanissimo, in una squadra che ancora faceva la B e trascinata da un'intera regione sognava il paradiso; per lui l'esordio in cadetteria e poi la conferma nei successivi due campionati di C1 che gli aprirono le porte di una carriera discreta che lo vide protagonista anche del più bel Acireale della storia. Una volta smessi i panni del gladiatore d'area Migliaccio fece fruttare il diploma Isef  esercitando la professione di personal trainer nella sua Latina; un'incidente in sella alla sua moto avvenuto sul lungomare della città pontina ne fermerà la vita ad appena 46 anni.
Domenica 11/06/1989,  giornata di incontri, scontri e incroci..chi scende chi sale, epoche che si chiudono e altre che continuano...le favole del calcio non finiscono mai!

giovedì 15 febbraio 2018


IL PARADISO ...ALL'IMPROVVISO!

L'attimo, chi è costui e come mai può definirsi?
Cosa può raffigurare nel cammino professionale di una persona? 
L'attimo è l'incontro tra il nulla ed il tutto, il momento di una vita, l'arrivo di un percorso, l'istante che si scolpisce nella memoria; oppure un evento destinato ad essere dimenticato, un piccolo tassello di una grande storia e perciò vittima dell'oblio...il nulla ed il tutto appunto. 
L'attimo in questione è incastonato in una domenica di inizio 1980, il 12 Aprile per  la precisione, scenario il "Meazza" di Milano nel quale va' in onda un Inter - Brescia non certo memorabile; da una parte i nerazzurri del Sergente Bersellini che dopo la sconfitta di Bologna (2-1 per i felsinei ) del turno precedente vogliono riscattare una stagione ormai lontana dalla gloria  (Roma,Juventus e Napoli sono lontanissime lassù),  dall'altra le rondinelle di mister Magni che cercano disperatamente punti salvezza in seguito alla recente  debacle casalinga al cospetto del Napoli.
La gara segue il copione della vigilia che dice di un Inter all'arrembaggio e di un Brescia arroccato a difesa di Malgioglio, infatti il risultato non ne vuole sapere di schiodarsi dallo 0-0 di partenza tanto che l'uomo di Borgo Taro decide al 69' che è l'ora di mandare al riposo un insipido Ambu e cambiarlo con un giovanotto di belle speranze,milanese doc e prodotto della primavera nerazzurra...entra Paradiso!
21 minuti per la gloria, Altobelli e Beccalossi vicino...un sogno ad occhi aperti...L'attimo perfetto!
Lo 0-0 non si schioda, le rondinelle portano via il punto e per il giovanotto resteranno gli unici minuti di serie A di una carriera iniziata quel giorno e finita  molti anni dopo sui polverosi campi dell'eccellenza passando per la B e tanta ottima C.
I: "Buongiorno Amerigo,  L'attimo è passato ma lo hai ben scolpito nella memoria immagino. .."
P: "Non potrebbe essere diversamente, un qualcosa di unico!"
I: " Ma facciamo un passo indietro,  come inizia il tuo rapporto con il calcio?"
P: " La mia storia calcistica incomincia all'Alcione, famosissima società dilettantistica milanese dalla quale sono usciti anche Dossena e Pozzato per citarne due."
I: " È da li poi arrivi all' Inter, in che modo?"
P: " Mi videro giocare in vari tornei e a 14 anni mi presero con loro."
I: " Non male per un milanese purosangue. ."
P: " Il massimo,  conta pure che io interista lo ero già dalla nascita! "
I: " Nelle giovanili prometti bene e nel 1980 arriva la convocazione con la nazionale juniores per una tournée in Cina. ."
P: " Mamma cosa mi ricordi, fu un'esperienza strana e bellissima allo stesso tempo; strana perché a quel tempo in uno stato come la Cina ci potevano entrare davvero in pochi, ricordo un caldo umido davvero fastidioso che impediva quasi di respirare  e la poca acqua a disposizione sia durante che dopo le gare;  insomma un mezzo disastro eh eh,  per fortuna la federazione si era organizzata portandoci dei viveri altrimenti avremmo patito pure la fame! Sul campo segni parecchio ed ebbi la fortuna di giocare con ragazzi che poi avrebbero fatto molta più strada di me."
I: " Torni in Italia ed il 12/04/'80 al 69' di Inter-Brescia. ..."
P: " Esordisco in serie A, era già un po che mi allenavo con la prima squadra e Bersellini mi stimava molto...non fosse stato per qualche infortunio muscolare di troppo chissà , invece quella resterà la mia unica presenza. "
I: " Infatti l'anno dopo vai a Foggia, come ci arrivi?"
P: " Un pò come oggi i giovani venivano mandati a farsi le ossa, io avevo due insistenti richieste da parte di Monza e Vicenza che facevano la C ma scelsi la categoria e opta per fare la B a Foggia..col senno di poi sarebbe forse stato meglio partire un gradino sotto..."
I: " Brutta  esperienza? "
P: " Ero giovane e mi trovai in uno spogliatoio quasi tutto di ultratrentenni,  c'erano giocatori affermati come Bordon,  Stanzione, non fu facile; tutto sommato comunque iniziai bene e dopo aver praticamente giocato sempre nella prime 15 gare (due reti decisive alla Pistoiese n.d.a.) mi bloccò la pubalgia che mi fece uscire di scena per quattro mesi...in conclusione poteva andare meglio.."
I: " È con l'anno nuovo così te ne vai a Reggio Emilia sempre in B.."
P: " Sì, sempre in prestito e lì parto bene, c'era pure Carnevale davanti ed in Coppa Italia segnai qualche gol; ma in campionato le cose iniziarono a girare male così,  demerito anche mio perché mister Fogli mi diede un bel po di possibilità, feci fatica..probabilmente in quel momento non reggevo il peso di una serie B..."
I: " È così scendi nel mercato di riparazione in C1 a Terni.."
P: " Sì, sono andato a Terni ma dopo un mese fui vittima di uno strappo muscolare che mi costrinse a rientrare a Milano per curarmi e...addio stagione..."
I: " Non certo fortunato..."
P: " Ne avevo già patito nella primavera dell'Inter e senza falsa modestia credo che questo tipo di infortuni abbia condizionato non poco il prosequio della mia carriera.."
I: " Nuova stagione e Paradiso riparte Niente di meno che da Bologna. .."
P: " Mah, Bologna è stata una cosa un pò così diciamo,  c'era l'amico di famiglia Ferruccio Orecchia che faceva il Ds e mi portò li, quasi una questione di amicizia. ."
I: " Ci stai giusto il tempo delle foto ufficiali e poi giù in C1 a Siena,  dove finalmente esplodi! "
P: " Nonostante il militare proprio a Bologna a Siena iniziai davvero a segnare, personalmente fu un anno buono condito da 7 reti, anche se sommate alle undici di Leonardo Surro (ex promessa laziale n.d.a.) non bastarono ad evitare una retrocessione giunta all'ultima giornata! "
I: " La buona annata ti vale una nuova chiamata dalla beneamata.."
P: " In realtà tornai all'Inter perché rifiutai il Pavia nonostante una corte insistente; aspettavo qualcosa di meglio ma purtroppo non arrivò nulla. "
I: " È così ti dirottano a Sanremo , ancora  C1.."
P: " Sì,  lì c'era Rondanini che mi conosceva e forse è stato meglio cosi,  ottimo ambiente.."
I: " Vai a segno 8 volte in 28 incontri,  niente male. ."
P: " Buona annata, eravamo una squadra sbarazzina, in campo ci si divertiva.."
I: " Mi racconti di quando avete battuto l'Inter in amichevole?"
P: " Fu innanzitutto una sorpresa anche per noi,  si erano presentati con un pò di giovani ma ricordo anche parecchi big in campo..una grossa soddisfazione! "
I: " La rivincita di Paradiso? "
P: " Diciamo una soddisfazione,  rivincita no perché all'Inter nei miei confronti non hanno mai mancato in niente..sono sempre stato trattato benissimo."
I: " Estate 1985 arriva uno dei momenti cruciali della tua carriera.., eccoti alla Spal.."
P: " Succede che un dirigente dellaprimavera dell'Inter va' a fare il presidente della Spal, nella dirigenza c'è pure Renato Cipollini ed hanno piacere che io vada li; ci accordiamo e mi rendo subito conto d'essere arrivato in una piazza speciale ."
I: " Ricambi così con un'annata monstre. ."
P: " Galeone in panchina ragionava vent'anni avanti ( lo dico adesso però eh eh, allora ci sembrava un po strano..), divento l'idolo della Ovest e tutto viene di conseguenza. .."
I: " Come la riconferma. ."
P: " Sì, i programmi erano ambiziosi ; il secondo anno giocai meno ma comunque nel sacco 6 palloni ce li buttai anche se la stagione migliore fu la terza.."
I: " Sotto la guida del sapiente GB Fabbri"
P: " Personaggio unico, più un padre che un mister; il terzo anno è stato il migliore sotto ogni punto di vista, tecnico e atletico, avevo 27 anni e cominciavo a maturare. .un anno indimenticabile !"
I: " Però l'anno successivo te ne vai via.. torni in B alla Samb. "
P: " Tutto perché non ottenni quel riconoscimento economico che dopo tre stagioni ad alto livello sentivo di meritare,  scelsi San Benedetto ma mi trovai in un gruppo già con l'acqua alla gola a novembre...squadra  lontana dalla zona salvezza, ritiri e contestazioni all'ordine del giorno ed in più inizio sbagliando alcuni gol e poi "muoio" definitivamente;  col senno di poi fu una scelta sbagliatissima,  avrei dovuto restare a Ferrara..."
I: " È per questo che nel 89/90 ricominci dalla C2? "
P: " Mi rimisi in gioco scendendo in C2 in una squadra ambiziosa come la Virescit,  avevano soldi e programmi di vittoria ma la stagione girò male e passammo da Sonzogni a Danova per chiudere con Cadè...salvezza rosicchiata  nelle ultime gare. ...assurdo per quel gruppo!"
I: " Per te comunque quella stagione vale un rilancio che coincide con l'arrivo in C1 in una piazza come Siracusa. ."
P: " Esattamente,  a Siracusa legai subito con compagni ed ambiente, bella città e splendida tifoseria.. il primo anno giocavo da seconda punta dietro Mino Bizzarri, segnai poco ma fu una grande stagione! "
I: " Giocavate un gran bel calcio con un tecnico emergente.."
P: " Cadregari  pareva davvero avviato ad una fulgida carriera, era bravo e vedeva avanti..:
I: " Balleri,  Bizzarri,  Didoné ecc, a leggerla oggi pare una squadra da vincere il campionato. ."
P: " Ed invece ci salvamo bene ma nulla più,  il livello di quella C era molto alto infatti molti negli anni a seguire hanno fatto carriera. "
I: " Catania-Siracusa  1-4..."
P: " Spettacolo ! Ero in campo e compimmo un'impresa che fece impazzire la città. ..qualcosa di unico; ma facemmo ottime gare anche contro il Palermo. "
I: "11 gol nella seconda stagione ed arriva la chiamata dell' Avellino tornato in C dopo un ventennio splendente. .."
P: " Il secondo anno di Siracusa feci molto bene, mi puntarono gli occhi addosso da Avellino anche se non ho mai capito in che misura visto che inizialmente il tecnico Adriano Lombardi non mi vedeva di buon occhio; lo conquistai pian piano entrando e siglando alcuni gol decisivi che.che mi valsero il posto di titolare. "
I: " Squadra forte anche quella.."
P: " Sì  ma non riuscivamo mai a cambiare passo, venivano dalla brutta retrocessione dalla B dell'anno precedente ed ogni sconfitta era vissuta come un dramma,  un ambiente caloroso ma frenetico
."
I: " L'anno successivo invece finisci ai margini e giochi solo 4 scampoli di partita. ."
P: " Il secondo anno sono rimasto solo perché avevo un biennale vantaggiosissimo che nessuna squadra in quel periodo mi avrebbe pagato;  annata disastrosa con continui cambi in panchina ed io che a Marzo ottengo un permesso dalla società e me ne torno a Milano,  una liberazione ."
I: " È così scegli di scendere tra i dilettanti. ."
P: " Mah,  in realtà ero riuscito a liberarmi dal vincolo e attendevo qualcosa, ma dopo un paio di annate così era dura perciò grazie ad un incontro in spiaggia finisco a Fidenza..."
I: " Prego racconta. ..:
P: " Siamo in spiaggia tra amici e c'è pure la figlia dell'ex nerazzurro Giorgio Mariani; mi dice che suo padre fa il Ds a Fidenza e che lo avrebbe chiamato per parlargli di me.
Così fece e dopo un'amichevole e qualche allenamento di prova eccomi pronto a giocare per il Fidenza."
I: "Società ambiziosa in quegli anni.."
P: " Era partito tutto con l'idea di fare bene, poi strada facendo ci si prova e andammo vicini alla C, arrivarono Didoné,  Spezia ed altri...tanta roba per la D.."
I: " Tu intanto segni a Raffica...."
P: " Giocavamo bene, mi divertivo e di conseguenza  arrivavano i gol..44 in 91 partite, niente male.."
I: " Tre stagioni chiuse con il trasferimento in massa a Sassuolo per iniziare una scalata che anni dopo avrebbe portato la A..."
P: " Giorgio Mariani passò al Sassuolo che aveva dichiarate ambizioni di promozione,  portò cinque o sei di noi più altri ex grossi calibri come Biondo...una squadra nata per vincere che si arrese solo ai rigori nello spareggio contro il Trento di Fulvio Simonini. "
I: " Ma in estate arriva comunque il ripescaggio, e così rientri in serie C anche tu.."
P: " Il mio era oramai un discorso che riguardava più il dopo che il campo, anche perché con Mariani si era instaurato un ottimo rapporto;  giocai pure qualche partita (12 n.d.a.) ma l'idea era quella di fermarsi per poi iniziare un discorso extracampo. Purtroppo a metà stagione Mariani entrò in rotta con la dirigenza e andò via così crollarono tutti i discorsi.."
I: " Finisce cosi che vai a spendere  gli ultimi spiccioli di carriera nella piccola Canzese.."
P: " Cinquini  fece il mio nome al mister Renzo Gobbo (ex giocatore di Como e Messina) e raggiungemmo un accordo per cui io partivo da Sassuolo, dove abitavo, il Giovedì per allenarmi il giorno stesso ed il venerdì,  poi tornavo a casa e andavo a giocare la domenica. "
I: " Che realtà era?"
P: " Società forte che aveva  disponibilità economiche incredibili, pensa che in rosa c'era pure Didoné e comunque tutta gente fuori categoria;  mi sono divertito tantissimo segnando e giocando comunque ancora un buon calcio."
I: " Cosa prova uno che ha calcato San Siro a giocare in Promozione? "
P: " Credimi, ti sembrerà strano ma gli stimoli sono gli stessi. ..la tensione,  la volontà,  anche perché soprattutto se hai giocato ti aspettano tutti e se non hai le giuste motivazioni vai incontro a figure meschine."
I: " Bene Amerigo,  carriera conclusa e perciò passiamo alle domande finali, il ricordo più bello di tutti questi anni?:
P: " Indubbiamente il giorno dell'esordio in serie A, un momento indescrivibile ed indimenticabile! "
I: " Ed il più brutto?"
P: " Mah, qualcuno ci sarebbe ma su tutti metto i due infortuni muscolari che negli ultimi due anni di primavera mi bloccarono 5 mesi ciascuno..senza dubbio hanno condizionato la mia carriera.."
I: " La famosa fortuna che aiuta..."
P: " Bè io credo che un pò la fortuna può aiutare,  ma in definitiva uno fa poi la carriera che si merita; io ad esempio i treno li ho avuti, non mi posso lamentare..ho fatto la B e se avessi fatto meglio. Ci vuole fisico, tecnica, fortuna ma credo che alla fine di una carriera i valori espressi siano quelli reali."
I: " A proposito di carriere dovessi citare un compagno davvero bravo che si è perso? "
P: " Senza dubbio Oreste Didoné,  è assurdo che uno come lui abbia appena toccato la serie A; aveva una tecnica divina, accarezzava la palla..credimi che poteva tranquillamente fare la carriera di Baggio. "
I: " Rimpianti? "
P: " Il rimpianto più grosso è quello di non aver avuto il furore agonistico dentro quando ero giovane; mi spiego,  a 39 anni andavo pure ad allenarmi da solo mentre da giovane facevo il mio, forse perché mi avevano coccolato troppo, avevo sempre sentito dire che ero il più forte...non avevo quella voglia di mangiare l'erba come si dice.."
I: " Siamo alla fine..gli allenatori migliori.."
P: " Su tutti Galeone che trent'anni fa viaggiava un passo avanti a tutti e Cadregari che nonostante fosse già di una nuova generazione era molto preparato. "
I: " E il Calcio di oggi come lo vedi?"
P: " Non saprei che dire, è cambiato tutto..oggi gli stadi di serie C sono vuoti, ai miei tempi ovunque era una festa; le tv, la crisi economica hanno cambiato le carte in tavola. Io ho lavorato nei settori giovanili di Reggiana e Modena e posso dirti che i giovani vengono comunque al campo con la voglia che avevamo noi e questo è importante. "
I: " Bene Amerigo ti ringrazio di cuore, bellissima chiacchierata del calcio che ci piace...."
P: "Grazie a te, è sempre un piacere ricordare i vecchi tempi!"
L'attimo è attimo , ma tutto quello che c'è intorno vale sempre la pena d'esser raccontato.