LUCUS...IN FABULA...
Luco dei Marsi, terra di fatica, di leggende, di lotte e di lavoro; qui le genti portano dentro la storia che li ha preceduti, brigantaggio e battaglie contro una natura ostile e impietosa in questi luoghi sono ormai alle spalle, ma hanno lasciato un segno tangibile in ogni centimetro di un territorio difficilmente addomesticabile. Si narra che Luco abbia dato anticamente i natali alla dea Angizia, una divinità venerata dalle popolazioni Osco Umbre in grado di comandare serpenti e curare i mali tramite la conoscenza delle erbe. Oggi si possono ammirare i resti della casa di codesta dea, e per chi decide di visitare il bellissimo territorio marsicano c'è la possibilità di mischiare il sacro (Angizia appunto) con la praticità del lavoro svolto dall'uomo che ha portato nei secoli alla prosciugazione totale del lago del Fucino; un'idea partorita dai Romani e portata a termine nel 1877. Lago che nei secoli ha distrutto raccolti ed inondato il paese in svariate occasioni obbligando gli abitanti a ripartire da zero; lago che pero' ha dato lavoro per secoli ad una popolazione economicamente basata sulla pesca e che ha faticato non poco nel riconvertirsi a diventare prettamente contadina.
In un contesto del genere perciò ogni realta' che vede la luce non può risultare ne' banale ne' sciatta, il carattere forgiato da secoli di sacrifici presente in ogni marsicano non lo permetterebbe. Eccezione non fa' la gloriosa Angizia Luco, locale società calcistica fondata nel lontano 1925 appena 48 anni dopo il prosciugamento totale del lago. I primi anni dell' Angizia trascorrono tra tornei a livello locale e campionati minori abruzzesi, competere con L' Aquila e la vicina Avezzano non e' certo gioco da ragazzi e perciò fino agli anni 70 non si va' oltre delle buone stagioni nel campionato di Promozione che comunque a quei tempi era il massimo torneo regionale. La svolta avviene all' alba degli anni 80 quando dopo un settimo ed un ottavo posto (1980-'82) l' Angizia disputa una stagione esaltante piazzandosi alle spalle della regina Val di Sangro ma alla pari dell' Incoronata Vasto, serve uno spareggio per determinare la seconda promossa in Interregionale e ad Atri i Luchesi hanno la meglio dopo i supplementari, 1-0 e si sale! Il primo campionato a livello nazionale non e' però così semplice, e dopo una lotta durata tutta la stagione l' Angizia deve cedere il passo a Romulea ed Almas Roma che si salvano con 27 punti, e scendere in Promozione con le condannate in anticipo Pomezia ed Orbetello. Già così potrebbe sembrare una favola, il paese di 5000 abitanti che arriva in D, si diverte e lotta ma scende e torna nelle sue dimensioni reali...ma questo e' solo il prologo, il bello a Luco e' dietro alla porta...
LA SCALATA AI PROF.
Nessuno ne fa' una tragedia della retrocessione immediata e, con la lena che contraddistingue chi nasce e vive in questi posti, la dirigenza si mette al lavoro per porre immediato rimedio agli errori della stagione precedente; ne nasce una squadra quasi imbattibile che domina il campionato e si aggiudica il proprio girone di Promozione con 49 punti ed il seguente ruolino di marcia: 20 vittorie; 9 pareggi ed un sola sconfitta; 47 gol fatti e 14 subiti più un inequivocabile +8 sulla seconda classificata (Lecce nei Marsi). Il pronto ritorno in D è assicurato, e questa volta l' obbiettivo e' una salvezza tranquilla che serva a consolidare la presenza dell' Angizia nella nuova categoria...ma non andrà così....
CHE LA FAVOLA ABBIA INIZIO...
L'estate calcistica di Luco dei Marsi trascorre tranquilla, lo zoccolo duro della stagione precedente viene confermato ed agli ordini di mister Tamborini (ex calciatore di Roma e Atalanta) incominciano le operazioni di avvicinamento al campionato. Il girone è duro, alcune avversarie titolate (su tutte Trani e L'Aquila che vantavano presenze in serie B) e le trasferte belle toste, non sarà infatti una passeggiata andare a battagliare negli impianti di Bisceglie, Corato, Lucera ecc.; la grande favorita è appunto il Bisceglie che, forte della punta di diamante Del Zotti, non nasconde le mire di professionismo poi Chieti, Vasto 82 e Lanciano proveranno a dire la loro..L'Angizia è li, nel grosso del plotone. La kermesse ha inizio ai primi di settembre e vede subito un Bisceglie autoritario che prova ad imprimere un cambio di passo, L'Aquila, Trani e Vasto si perdono subito mentre la piccola Angizia al ritmo dei gol di Luigi D'Alessandro resiste in scia. L'inseguimento dura quasi tutto il campionato e quando i pugliesi accusano la stanchezza i ragazzi di mister Tamborini passano al comando e incominciano a sognare assieme ad un'intera comunità.
La giornata da consegnare alla storia è la trentesima, quando sul neutro di Pineto i luchesi sono ospiti del fanalino di coda San Salvo già condannato alla retrocessione; l'impianto è letteralmente preso d'assalto dai supporters dell'Angizia che con ogni mezzo sono giunti allo stadio, la partita è maschia, vera, tanto che al secondo palo colpito da Luigi D'Alessandro e col risultato inchiodato sul nulla di fatto qualcuno inizia a temere un sorpasso al fotofinish da parte del Bisceglie... Ma la storia s'ha da fare e al 25' della ripresa un guizzo dello scatenato Di Felice si conclude su una disperata uscita del portiere Bosco che lo travolge causando l'ineccepibile calcio di rigore. Luigi D'Alessandro ha nei piedi la palla più pesante della carriera, ma senza esitazioni al fischio della giacchetta nera la scaraventa in rete mandando in visibilio un intero paese.
BENVENUTA IN C2..
Ravenna, Matera, Teramo, le nuove avversarie rappresentano città nettamente più grandi della piccola Luco dei Marsi (all' epoca 5000 abitanti), ma la sfida è bella ed interessante e i luchesi non si spaventano di certo... la dirigenza opera in tutta tranquillità e costruisce una squadra che non fatica a salvarsi, forte di un campo di casa quasi inespugnabile e di un pubblico calorosissimo che funge da dodicesimo uomo; ma sentiamo direttamente il ricordo di un protagonista...
MURZILLI....CORE DE LUCO!
Marino Murzilli classe 1960 e polmoni da vendere, e' il simbolo di quell' avventura avendo vissuto gli anni dalla prima promozione in D unitamente ai tre passati in C2; da giovanissimo vanta una breve esperienza nella primavera dell' Avellino poi un ritorno nella sua Sulmona e da lì l' incontro con l' Angizia. "Marino, a lei la parola..."
" Con l' Angizia vinsi il campionato di promozione nel 1982/'83, non restai perchè tornai a Sulmona ma durò poco..l' Angizia retrocesse subito e mi riprese per il nuovo torneo di promozione nel quale ottenemmo l'immediata risalita grazie ad un campionato dominato in lungo e largo, da lì poi partì poi la nostra favola"
" Prego, prego ci racconti.."
" L'obbiettivo in D era salvarsi senza patemi ma strada facendo ci trovammo lassù, la squadra era compatta..un bel gruppo che iniziò a crederci; il Bisceglie era favorito e andammo a fargli visita verso la fine del campionato, ne uscimmo col pari che, unito ad un' incredibile vittoria a Noicattaro (1-2) in un campo nel quale ci avevano accolto con coltelli alla mano e lancio di pietre, risultò decisivo ai fini della vittoria."
" A Luco come venne vissuto l' evento?"
" Fu qualcosa di unico e speciale, un sogno. Il paese partecipava in massa riversandosi allo stadio in ogni occasione, pure negli allenamenti...erano anni in cui era festa tutti i giorni".
" E arriviamo alla C2, primi ricordi?"
"La C2 era un'altra musica, realtà come Perugia, Terni, Forlì, li ho marcato gente come Di Canio, Ravanelli, D'Amico e Palanca; esperienze bellissime, per noi era una favola. Il primo anno arrivammo ottavi mentre nel secondo andò ancora meglio; chiunque veniva a giocare a Luco faticava, avevamo un campo piccolo e in terra battuta, molto caratteristico, tanto che anni dopo durante un'intervista il "soldatino" Angelo Di Livio alla domanda su cosa ricordasse degli anni di C2 rispose senza esitare :"Un campo in terra battuta con un muro dietro la porta che se calciavi fuori la palla tornava indietro!"...era il nostro!"
" Lei fu uno dei perni insostituibili degli anni della C.."
" In tre stagioni di C2 avrò saltato tre o quattro partite, ricordo che un anno vinsi il premio come miglior giocatore votato da pubblico e giornalisti, ero un mediano, un faticatore, davo tutto e qualcosa in più per la maglia...e il pubblico apprezzava.."
" Quale era l'ingrediente più importante di quell' Angizia ?"
" La D l'abbiamo vinta con Tamborini, ma poi in C2 si presentarono un po di problemi e cosi ci furono un paio di avvicendamenti finché non arrivò Saul Malatrasi...lui fu il vero valore aggiunto di quella squadra, portò quella professionalità che mancava all'ambiente."
" Come era gestita la società?"
" Non c'era un vero e proprio imprenditore che metteva i soldi, partecipavano tutte le forze economiche del paese, una specie di cooperativa... eravamo originali pure in quello eh eh."
"Altri ricordi, prego la parola a lei.."
" Mi vengono in mente quelle tre o quattro volte che andammo in schedina, tutto il paese fece un mega sistemone ed una volta si arrivò a fare undici!!
Come dicevo poc'anzi furono anni di grosse soddisfazioni, indossarono la nostra casacca giocatori come Baldacci che poi arrivò in B col Licata, si girava l'Italia per giocare a calcio ma tutto aveva un costo davvero elevato e, purtroppo, non poteva durare a lungo..."
" Infatti il terzo anno retrocedete in D.."
" Già, erano finiti i soldi, Baldacci partì per Licata, D'Alessandro andò a Castel di Sangro e i pezzi più pregiati vennero ceduti; si costruì una squadra con poco e col solo obbiettivo di mantenere la categoria, ma era arrivata la fine..."
" Annata pesante, vittoria con mega rissa a Terni e vendetta del Bisceglie che in Puglia vi batte 6-0.."
" A Terni successe di tutto, il loro Simeoni impazzì ed iniziò a prendere a calci il nostro centravanti, io ero capitano e ricordo che l'episodio venne mostrato pure alla domenica sportiva. Vincemmo e fu comunque una delle poche soddisfazioni; a Bisceglie invece andò in campo una squadra imbottita oramai di ragazzetti...eravamo rimasti solo io e Duilio D'Alessandro.."
" E' il momento del consuntivo.."
" Direi che di quest'esperienza metto sopra tutto la partita promozione di Pineto, fu qualcosa di incredibile vedere tutta Luco in trasferta; degli anni di C invece non dimenticherò mai i climi respitati in stadi come il "Curi" o il "Liberati" e la soddisfazione di essere la squadra di punta dell' Aquilano."
" Potrebbe ripetersi nel calcio di oggi qualcosa di simile?"
" Potrebbe solo se un forte imprenditore investisse ingenti somme di denaro, al tempo era diverso..mettevano poco ma mettevano tutti. Il calcio è cambiato, il mondo pure, restano comunque anni indimenticabili terminati poi, a livello personale, per intraprendere la carriera di ispettore assicurativo, avevo già pronto un biennale col Celano ma lo rifiutai...la mia favola era stata bella così!"
Da Luco in quegli anni passarono fior di giocatori, qualcuno poi si sarebbe fatto strada anche ai piani superiori, è il caso di Silvestro Baldacci roccioso difensore che approda in marsica nell'estate 1986 per restarvi una stagione e poi spiccare il volo verso un'altra bellissima favola chiamata Licata. Nelle sue parole però, a distanza di trentanni, si può scorgere l'armonia e la felicità che a Luco in quelle stagioni erano di casa..
STOPPER & GO..
" Feci una stagione soltanto all' Angizia arrivando da un'esperienza traumatica col Potenza nell'anno precedente; i rossoblù lucani rappresentavano una città appena uscita da un terremoto ed ancora sotto choc, inoltre durante il campionato venne arrestato il presidente cosi lo sbando fu totale; non venne pagata neppure una mensilità, ricordo che i soldi li presi anni dopo grazie ad una vertenza."
" Con queste premesse che si aspettava da Luco? E come ci arrivò?"
" Ci arrivai perché essendo abruzzese credo che mi conoscessero da quando ero ragazzo; mi aspettavo una realtà piccola ma seria e carica di entusiasmo , cosa che effettivamente trovai; un paese di 5000 abitanti con 1200 abbonati...una famiglia, persone meravigliose che capivano quanto fosse un evento fare la C2!"
" E La Squadra?"
" Eravamo una buona squadra con un una guida tecnica del calibro di Malatrasi, un grande uomo con una professionalità incredibile; facemmo davvero bene e personalmente segnai cinque gol in coppa Italia e tre in campionato...mica male Per uno stopper.."
" Ed infatti l'anno dopo lei va' a Licata"
" Andai via perché per le casse dell' Angizia ero un giocatore costoso, avevo già un nome in C e aspettai l'offerta giusta che poi giunse da Licata...volevo fare il salto di qualità. Non ero comunque l'unico bravo, ricordo la punta Piciollo che ne veniva dalle giovanili della Lazio, aveva un gran fisico; poi Murzilli, un mediano locale che non mollava mai."
" Ricordi particolari di quella stagione?"
" Sicuramente Angizia - Casarano, essendo Luco dietro ad una montagna nel pomeriggio era una problema vedere il sole, nelle mezze stagioni ghiacciava sempre...ebbene il giorno di quella partita era brutto, arrivò un temporale alla fine del primo tempo e rientrammo negli spogliatoi che pareva notte, si mise pure la grandine...non so' come riuscimmo a portare a termine quella gara".
E come in tutte le squadre non può mancare il bomber, il simbolo di una città, colui che trasforma in oro il sudore e la fatica che la squadra produce, colui che fa dire al tifoso " Domenica ci sarò!"; a Luco il re si chiama Luigi D'Alessandro che in coppia col fratello Duilio costituisce una s.p.a. del gol. Vive da protagonista la cavalcata dell' Angizia ed oggi in paese è ancora un vero e proprio idolo, per chi l'ha visto e per chi ne ha soltanto sentito parlare...
D'ALESSANDRO IL GRANDE..
" Prego bomber, la parola a lei.."
" In realtà ero più una mezzapunta, il centravanti era mio fratello."
" Come arrivò all' Angizia ?"
" Ci arrivai dopo aver cominciato nel Carsoli (mio paese d'origine) ed essere passato per Sulmona. A Luco ho vissuto tutta la parabola, la prima promozione in D, la retrocessione, la risalita, la C..insomma tutto. Era una società piccola ma molto organizzata, finanziata da tutto il paese".
" La stagione della salita in C2 era iniziata con l'obbiettivo di vincere?"
" Assolutamente, il volere della società era di disputare un campionato tranquillo e senza patemi, ma poi ci trovammo li davanti ed arrivammo fino in fondo."
" Che annata fu?"
" Era un girone che comprendeva realtà ben più grandi di noi, società di tradizione come Chieti, Trani e L'Aquila, non potevamo pensare di insidiarle...ed invece avvenne il miracolo."
" Che gare ricorda maggiormente?"
" Sicuramente la sfida a Bisceglie che andammo a pareggiare restando appaiati in testa alla classifica; noi la settimana dopo vincemmo la battaglia di Noicattaro e loro pareggiarono..guadagnammo il punto decisivo che portammo fino in fondo. Ma forse la sfida che resta più nel cuore è quella col San Salvo giocata a Pineto, quella decisiva.."
" Dove lei calcia il rigore del definitivo 1-0, parola a lei..."
" Sul rigore mi tremavano le gambe e non poco, c'erano 3000 persone che aspettavano il gol, il compagno più vicino lo avrò avuto a trenta metri..erano tutti terrorizzati. Ma poi entrò e fu una bellissima festa, ci aspettarono al paese...indimenticabile."
" E cosi arriva l'esordio in C2 con ancora il titolo di capocannoniere.."
" Era un momento magico, stavo bene e poi beneficiai della bravura di mister Malatrasi; il primo anno andò benissimo e nel secondo, se avessimo avuto alle spalle una società ancora più solida e ambiziosa, avremmo potuto aspirare a salire ancora più in alto."
" Ma purtroppo l'apice era stato toccato..."
" Lo stadio era sempre stracolmo, ma per resistere tra i professionisti ci volevano davvero tanti soldi, Luco era una piccola realtà; cosi alla fine del secondo anno, di comune accordo con la società, accettai assieme a due compagni l'offerta del Castel di Sangro che era una realtà in rampa di lancio... purtroppo per me si rivelò una stagione piena di infortuni...peccato.."
" Ma un bomber del suo calibro non aveva ricevuto offerte dall'alto?"
" Alla fine del primo anno di C2 si parlava del Palermo ma poi non se ne fece nulla; si intavolò pure un discorso col Pescara di Galeone che mi vide all'opera durante un'amichevole contro i biancoazzurri giocata a Luco..."
"Racconti..."
" Era l'estate 1986, il Pescara era retrocesso in C1 e voleva subito risalire; Galeone parlò con Malatrasi che garbatamente negò il mio trasferimento dichiarando che tra i suoi dictat per restare a Luco il primo era la riconferma mia. Durante l'estate il Pescara venne riammesso in B e sali, tra lo stupore generale, in A... Più avanti Malatrasi mi disse che se avesse immaginato una cosa del genere mi avrebbe mandato subito...pazienza, è andata così.."
" Tornerà mai l' Angizia a quei livelli?"
" E' difficilissimo che possa riaccadere, è cambiato tutto...procuratori, business, non credo possa succedere di nuovo, ma è bello sentire che a trent'anni di distanza c'è ancora qualcuno che si ricorda di noi."
Matera, Perugia e Terni sono oramai tornate lontanissime da quel piccolo paese della marsica, oggi l' Angizia è tornata a battersi nei tornei regionali, seguita sempre da un buon pubblico composto da chi va' fiero di aver vissuto quegli anni a chi fiero ne è di esserne degno erede... L' Angizia, come la dea, è comunque immortale.
" E arriviamo alla C2, primi ricordi?"
"La C2 era un'altra musica, realtà come Perugia, Terni, Forlì, li ho marcato gente come Di Canio, Ravanelli, D'Amico e Palanca; esperienze bellissime, per noi era una favola. Il primo anno arrivammo ottavi mentre nel secondo andò ancora meglio; chiunque veniva a giocare a Luco faticava, avevamo un campo piccolo e in terra battuta, molto caratteristico, tanto che anni dopo durante un'intervista il "soldatino" Angelo Di Livio alla domanda su cosa ricordasse degli anni di C2 rispose senza esitare :"Un campo in terra battuta con un muro dietro la porta che se calciavi fuori la palla tornava indietro!"...era il nostro!"
" Lei fu uno dei perni insostituibili degli anni della C.."
" In tre stagioni di C2 avrò saltato tre o quattro partite, ricordo che un anno vinsi il premio come miglior giocatore votato da pubblico e giornalisti, ero un mediano, un faticatore, davo tutto e qualcosa in più per la maglia...e il pubblico apprezzava.."
" Quale era l'ingrediente più importante di quell' Angizia ?"
" La D l'abbiamo vinta con Tamborini, ma poi in C2 si presentarono un po di problemi e cosi ci furono un paio di avvicendamenti finché non arrivò Saul Malatrasi...lui fu il vero valore aggiunto di quella squadra, portò quella professionalità che mancava all'ambiente."
" Come era gestita la società?"
" Non c'era un vero e proprio imprenditore che metteva i soldi, partecipavano tutte le forze economiche del paese, una specie di cooperativa... eravamo originali pure in quello eh eh."
"Altri ricordi, prego la parola a lei.."
" Mi vengono in mente quelle tre o quattro volte che andammo in schedina, tutto il paese fece un mega sistemone ed una volta si arrivò a fare undici!!
Come dicevo poc'anzi furono anni di grosse soddisfazioni, indossarono la nostra casacca giocatori come Baldacci che poi arrivò in B col Licata, si girava l'Italia per giocare a calcio ma tutto aveva un costo davvero elevato e, purtroppo, non poteva durare a lungo..."
" Infatti il terzo anno retrocedete in D.."
" Già, erano finiti i soldi, Baldacci partì per Licata, D'Alessandro andò a Castel di Sangro e i pezzi più pregiati vennero ceduti; si costruì una squadra con poco e col solo obbiettivo di mantenere la categoria, ma era arrivata la fine..."
" Annata pesante, vittoria con mega rissa a Terni e vendetta del Bisceglie che in Puglia vi batte 6-0.."
" A Terni successe di tutto, il loro Simeoni impazzì ed iniziò a prendere a calci il nostro centravanti, io ero capitano e ricordo che l'episodio venne mostrato pure alla domenica sportiva. Vincemmo e fu comunque una delle poche soddisfazioni; a Bisceglie invece andò in campo una squadra imbottita oramai di ragazzetti...eravamo rimasti solo io e Duilio D'Alessandro.."
" E' il momento del consuntivo.."
" Direi che di quest'esperienza metto sopra tutto la partita promozione di Pineto, fu qualcosa di incredibile vedere tutta Luco in trasferta; degli anni di C invece non dimenticherò mai i climi respitati in stadi come il "Curi" o il "Liberati" e la soddisfazione di essere la squadra di punta dell' Aquilano."
" Potrebbe ripetersi nel calcio di oggi qualcosa di simile?"
" Potrebbe solo se un forte imprenditore investisse ingenti somme di denaro, al tempo era diverso..mettevano poco ma mettevano tutti. Il calcio è cambiato, il mondo pure, restano comunque anni indimenticabili terminati poi, a livello personale, per intraprendere la carriera di ispettore assicurativo, avevo già pronto un biennale col Celano ma lo rifiutai...la mia favola era stata bella così!"
Da Luco in quegli anni passarono fior di giocatori, qualcuno poi si sarebbe fatto strada anche ai piani superiori, è il caso di Silvestro Baldacci roccioso difensore che approda in marsica nell'estate 1986 per restarvi una stagione e poi spiccare il volo verso un'altra bellissima favola chiamata Licata. Nelle sue parole però, a distanza di trentanni, si può scorgere l'armonia e la felicità che a Luco in quelle stagioni erano di casa..
STOPPER & GO..
" Feci una stagione soltanto all' Angizia arrivando da un'esperienza traumatica col Potenza nell'anno precedente; i rossoblù lucani rappresentavano una città appena uscita da un terremoto ed ancora sotto choc, inoltre durante il campionato venne arrestato il presidente cosi lo sbando fu totale; non venne pagata neppure una mensilità, ricordo che i soldi li presi anni dopo grazie ad una vertenza."
" Con queste premesse che si aspettava da Luco? E come ci arrivò?"
" Ci arrivai perché essendo abruzzese credo che mi conoscessero da quando ero ragazzo; mi aspettavo una realtà piccola ma seria e carica di entusiasmo , cosa che effettivamente trovai; un paese di 5000 abitanti con 1200 abbonati...una famiglia, persone meravigliose che capivano quanto fosse un evento fare la C2!"
" E La Squadra?"
" Eravamo una buona squadra con un una guida tecnica del calibro di Malatrasi, un grande uomo con una professionalità incredibile; facemmo davvero bene e personalmente segnai cinque gol in coppa Italia e tre in campionato...mica male Per uno stopper.."
" Ed infatti l'anno dopo lei va' a Licata"
" Andai via perché per le casse dell' Angizia ero un giocatore costoso, avevo già un nome in C e aspettai l'offerta giusta che poi giunse da Licata...volevo fare il salto di qualità. Non ero comunque l'unico bravo, ricordo la punta Piciollo che ne veniva dalle giovanili della Lazio, aveva un gran fisico; poi Murzilli, un mediano locale che non mollava mai."
" Ricordi particolari di quella stagione?"
" Sicuramente Angizia - Casarano, essendo Luco dietro ad una montagna nel pomeriggio era una problema vedere il sole, nelle mezze stagioni ghiacciava sempre...ebbene il giorno di quella partita era brutto, arrivò un temporale alla fine del primo tempo e rientrammo negli spogliatoi che pareva notte, si mise pure la grandine...non so' come riuscimmo a portare a termine quella gara".
E come in tutte le squadre non può mancare il bomber, il simbolo di una città, colui che trasforma in oro il sudore e la fatica che la squadra produce, colui che fa dire al tifoso " Domenica ci sarò!"; a Luco il re si chiama Luigi D'Alessandro che in coppia col fratello Duilio costituisce una s.p.a. del gol. Vive da protagonista la cavalcata dell' Angizia ed oggi in paese è ancora un vero e proprio idolo, per chi l'ha visto e per chi ne ha soltanto sentito parlare...
D'ALESSANDRO IL GRANDE..
" Prego bomber, la parola a lei.."
" In realtà ero più una mezzapunta, il centravanti era mio fratello."
" Come arrivò all' Angizia ?"
" Ci arrivai dopo aver cominciato nel Carsoli (mio paese d'origine) ed essere passato per Sulmona. A Luco ho vissuto tutta la parabola, la prima promozione in D, la retrocessione, la risalita, la C..insomma tutto. Era una società piccola ma molto organizzata, finanziata da tutto il paese".
" La stagione della salita in C2 era iniziata con l'obbiettivo di vincere?"
" Assolutamente, il volere della società era di disputare un campionato tranquillo e senza patemi, ma poi ci trovammo li davanti ed arrivammo fino in fondo."
" Che annata fu?"
" Era un girone che comprendeva realtà ben più grandi di noi, società di tradizione come Chieti, Trani e L'Aquila, non potevamo pensare di insidiarle...ed invece avvenne il miracolo."
" Che gare ricorda maggiormente?"
" Sicuramente la sfida a Bisceglie che andammo a pareggiare restando appaiati in testa alla classifica; noi la settimana dopo vincemmo la battaglia di Noicattaro e loro pareggiarono..guadagnammo il punto decisivo che portammo fino in fondo. Ma forse la sfida che resta più nel cuore è quella col San Salvo giocata a Pineto, quella decisiva.."
" Dove lei calcia il rigore del definitivo 1-0, parola a lei..."
" Sul rigore mi tremavano le gambe e non poco, c'erano 3000 persone che aspettavano il gol, il compagno più vicino lo avrò avuto a trenta metri..erano tutti terrorizzati. Ma poi entrò e fu una bellissima festa, ci aspettarono al paese...indimenticabile."
" E cosi arriva l'esordio in C2 con ancora il titolo di capocannoniere.."
" Era un momento magico, stavo bene e poi beneficiai della bravura di mister Malatrasi; il primo anno andò benissimo e nel secondo, se avessimo avuto alle spalle una società ancora più solida e ambiziosa, avremmo potuto aspirare a salire ancora più in alto."
" Ma purtroppo l'apice era stato toccato..."
" Lo stadio era sempre stracolmo, ma per resistere tra i professionisti ci volevano davvero tanti soldi, Luco era una piccola realtà; cosi alla fine del secondo anno, di comune accordo con la società, accettai assieme a due compagni l'offerta del Castel di Sangro che era una realtà in rampa di lancio... purtroppo per me si rivelò una stagione piena di infortuni...peccato.."
" Ma un bomber del suo calibro non aveva ricevuto offerte dall'alto?"
" Alla fine del primo anno di C2 si parlava del Palermo ma poi non se ne fece nulla; si intavolò pure un discorso col Pescara di Galeone che mi vide all'opera durante un'amichevole contro i biancoazzurri giocata a Luco..."
"Racconti..."
" Era l'estate 1986, il Pescara era retrocesso in C1 e voleva subito risalire; Galeone parlò con Malatrasi che garbatamente negò il mio trasferimento dichiarando che tra i suoi dictat per restare a Luco il primo era la riconferma mia. Durante l'estate il Pescara venne riammesso in B e sali, tra lo stupore generale, in A... Più avanti Malatrasi mi disse che se avesse immaginato una cosa del genere mi avrebbe mandato subito...pazienza, è andata così.."
" Tornerà mai l' Angizia a quei livelli?"
" E' difficilissimo che possa riaccadere, è cambiato tutto...procuratori, business, non credo possa succedere di nuovo, ma è bello sentire che a trent'anni di distanza c'è ancora qualcuno che si ricorda di noi."
Matera, Perugia e Terni sono oramai tornate lontanissime da quel piccolo paese della marsica, oggi l' Angizia è tornata a battersi nei tornei regionali, seguita sempre da un buon pubblico composto da chi va' fiero di aver vissuto quegli anni a chi fiero ne è di esserne degno erede... L' Angizia, come la dea, è comunque immortale.