mercoledì 5 agosto 2015

DI DONATO...di natura...


"ECCEZZZIUNALE...veramente" e' il grido del Guerin Sportivo n° 9 del 3-9 Marzo 1982; in copertina un ammaliante Evaristo Beccalossi che occhi bassi e busto inclinato delizia la platea nerazzurra con giocate degne dei migliori campioni, tanto che la stampa fatica a capire perche' " il vecio" (sua maesta' Enzo Bearzot)  non lo consideri tra i papabili 22 che si portera'  in Spagna a giocarsi il Mundial.
L' edizione del Guerino continua interessantissima come sempre, ed a meta' giornale troviamo un' accattivante articolo sul redivivo Platini seguito da un altro sul recuperato bomber del Tottenham Mark Falco, lontane origini italiane ( Nola, nel napoletano) e stella inglese del momento; in un susseguirsi di notizie su stelle piu' o meno luminose ecco che troviamo un' inchiesta sui giovani talenti italiani nati pero' in terra straniera (cosa abbastanza rara nel 1982), quì tra nomi famosi come Silvano Martina o Bruno Nobili si mischiano illustri sconosciuti come l' italo-venezuelano Petrungaro in forza al Milan o l' italo-etiope Mike Tadese che sudava per la causa cesenate; l' articolo e' corredato da un paio di foto e vicino al mostro sacro Claudio Gentile (nato a Tripoli) vengono piazzati due giovanissimi...uno e' il futuro milanista Walter Bianchi classe 1963 nato nella citta' Svizzera di Aarau; l' altro e' un ragazzotto 17enne che sta' dando spettacolo nella primavera del Bologna di mister Soncini, e' nato in Germania da genitori abruzzesi ma a cinque anni gia' era tornato in patria per cominciare un' avventura che ora andremo a ripercorrere, il suo nome e' Dario Di Donato.
D : Buongiorno Sig. Di Donato, siamo pronti per un revival pallonaro?
R : Certo, ci mancherebbe, lei mi dica ed io cerchero' di ricordare eh eh 
D : In principio fu' Germania..
R : Esattamente, sono nato a Lòrrach nel 1965 perche' i miei si trovavano lì per lavorare, erano partiti dall' Abruzzo anni prima; ma quando avevo cinque anni tornammo a Chieti.
D : Dove lei comincia a giocare al pallone..
R : Sì, la societa' si chiamava River e tra gli altri vi iniziarono pure Pacione e Sansonetti...rimasi lì fino ai giovanissimi, poi dopo una serie di provini  per Napoli, Perugia e Bologna partii alla volta della Torre degli Asinelli.
D : Era un po' giovane per un' avventura lontano da casa..
R : Non fu' facile mi trovai a Bologna da solo a 13 anni, la passione mi ha aiutato tantissimo..noi ragazzini vivevamo a Casteldebole; vincemmo lo scudetto con gli allievi nazionali, la prima grande soddisfazione.
D : Poi arriva la Primavera, mica male come squadra...
R : Non eravamo una brutta squadra, ma in quegli anni dominavano realta' come Torino e Fiorentina; con me c' erano ragazzi come Gazzaneo, Macina, Marocchi e Di Sarno tutta gente che ha fatto carriera..e appena sei mesi piu' giovani c'erano Pagliuca e Luppi, il Bologna in quegli anni investiva tanto sui giovani..
D : E mister Soncini?
R : Era come un padre addottivo, ci curava, ci coccolava gestiva praticamente tutto..lo sento ancora oggi e mi da' preziosissimi consigli per il mio lavoro di osservatore..
D : Per Di Donato così arriva il momento dell' esordio in serie B..
R : "Via del mare" di Lecce, lo ricordo come fosse oggi..Lecce-Bologna 1-3, entro nel finale al posto di De Ponti.
D : Resta pero' l' unica presenza...
R : Purtroppo sì, Bologna veniva dalla prima retrocessione della sua storia ( serie A 1981-'82) e addirittura quell'anno andammo in C..la squadra non era male, ma mancava completamente la societa', era tutto allo sbando..anni difficili, non mi faccia dire di piu' eh eh....noi giovani avremmo meritato piu' spazio, ma in un campionato di sofferenza i minuti per i ragazzi sono ridotti all' osso..
D : Finisce il campionato e lei si ritrova in Interregionale a Mirandola, come mai?
R : Terminata quella disastrosa stagione venni convocato per il ritiro ancora dal Bologna, la serie C era davvero troppo poco per una societa' così blasonata e mister Cade' puntava tanto sugli uomini di esperienza per tornare in B; giocavo le amichevoli ma capii subito che lo spazio era davvero poco, così dopo un contatto andato male con la Pro Patria arrivo' la richiesta della Mirandolese ed accetai.
D : Che annata fu'?
R : Buona, con 12 reti fui tra i primi cannonieri del girone, ci salvammo e arrivo' la convocazione per il ritiro del Bologna che era tornato subito in B.
D : Pero' poi finisce al Chievo, ancora in Interregionale..
R : Lasciamo stare....
D : No no, a lei la parola...
R : Allora...destino vuole che l' anno di Mirandola avessimo sfidato il Chievo di Garonzi; lui era uscito male dal Verona ed aveva il sogno di arrivare a sfidarlo così in cambio di un aiuto finanziario all' allora presidente del Bologna Brizzi che non navigava certo in acque tranquille pretese di portarmi con lui..
D : Mi pare che lei non fosse proprio felice..
R : Non ne volevo sapere, rifiutai in tutti i modi, finche' mi dissero chiaramente " O vai lì o smetti!"...accettai, ma quanto ho pianto...
D : Annata fallimentare, solo 13 gare ed un gol..
R : Tutto da dimenticare, mi feci subito uno strappo che mi tenne fuori sei mesi, non esisteva l' ecografia ed ogni volta che provavo a ricominciare mi fermavo di nuovo...
D : Nonostante tutto l' anno dopo si accasa in C2 all' Ospitaletto...
R : Ero ancora tornato a Bologna, Corioni aveva appena preso la societa' e visto che ne veniva dall' Ospitaletto mi diede l' opportunita' di andare lì..
D : Dove ritrova Di Sarno (ex primavera Bologna) ed i futuri rossoblu' Cusin, De Marchi, Gilardi e Monza..
R : Esattamente, fu un' ottima stagione in cui arrivammo a giocarci la promozione allo spareggio con il Mantova, purtroppo perdemmo pero'; per me fu' un anno di transizione, nel quale pagai ancora lo strappo procuratomi a Verona, giocai poco ma ricordo ancora le partitelle negli allenamenti in cui battevamo spesso e volentieri i titolari.Volevano tenermi ma le nostre strade si divisero..non per piangere, ma l' anno dopo volarono in C1 e andarono quasi tutti a Bologna..chissa'...
D : Lei invece ricomincia dalla D a San Lazzaro..
R : L' ex DS del Bologna era in societa', mi chiama e mi garantisce che mi avrebbero dato il tempo di guarire bene senza mettermi premura..
D : E così?
R : Accetto, guarisco bene e disputo una super stagione (30 presenze e 8 gol), siamo arrivati dietro al Riccione di Zaccheroni e al S. Marino.
D : Invece l'anno dopo retrocedete..
R : Incredibile! In panchina prima Varrella e poi Zaccheroni...ma non basto'.
D : Così lei si sposta ad Imola in cerca di riscatto, ma il campionato lo vince il Baracca Lugo di Zaccheroni..scherzi del destino..
R : Eh gia', pensare che Zac mi voleva portare a Lugo; il san Lazzaro sparo' troppo alto e non se ne fece nulla, andai ad Imola e devo ammettere che e' stata una scelta felice..grande piazza, ci sono legatissimo. Ho poi avuto la fortuna di vincere lì da mister.
D : Imola, secondo posto, 11 gol ma lei l'anno dopo e' in Promozione (non esisteva l'Eccellenza n.d.a.) alla Pianorese...come mai?
R : Era una societa' ambiziosa vicino a casa, stavo sposandomi e mettendo su' casa e percio' ho preferito così..una scelta di vita..
D : Che ambiente trova Di Donato in Promozione?
R : Una squadra forte, puntavano in alto ma...arrivamo secondi dietro il San Lazzaro.
D : La stagione dopo invece termina con un anonimo 5° posto..
R : Il secondo anno ilpresidente mollo' tutto..ando' male sotto ogni punto di vista e dovetti ricominciare a guardarmi attorno..
D : E arriva l'avventura a Brescello...
R : Ci arrivai a Novembre, era un'ottima societa' nella quale disputai un buon campionato andando a segno 8 volte in 24 partite..ma non mi andava il mister e così a fine stagione feci le valigie..peccato, se avessi avuto piu' pazienza...ma ero giovane eh eh...
D : Incredibile ma vero la stagione successiva scende in Prima Categoria...
R : Era il primo anno che avevo il procuratore..mi continuava a dire "Stai tranquillo che una squadra la troviamo"...morale : a Novembre un amico mi porta in questa piccola realta', il Panigal ,ho fatto 16 gol.
D : Estate '93..inizia l'avventura tra Di Donato ed il Boca...come succede?
R : Il Boca era una bella realta' del bolognese, mi videro giocare anni prima a Pianoro e si ricordarono di me..erano reduci da una retrocessione dalla D ma erano determinati a tornarci immediatamente..
D : Col portiere Miramari, quello che calciava i rigori..
R : Tirava pure le punizioni, aveva davvero un calcio fantastico.
D : Campionato tirato fino alla fine ed arrivate secondi dietro all'Imola...
R : Sì, comunque al Boca e' stato tutto un saliscendi tra D ed Eccellenza, fondamentalmente eravamo un gruppo di amici che si divertiva dentro e fuori dal campo; io in tre campionati realizzai 55 gol.
D : Non male direi..
R : Assolutamente, la terza stagione salimmo dopo il vittorioso spareggio con la Santarcangiolese, in coppia con me c'era un giovane Bazzani...lui 16 gol ed io 18...
D : Il maestro lo ha avuto buono eh eh; tornate in D ma lei a Novembre va' via, destinazione Casalmaggiore..
R : In serie D arrivo' un Ds che voleva imporre il suo parco giocatori; la maggioranza di noi a quel punto manifesto' il chiaro intento di voler andar via, io resistetti fino a Novembre quando accettai le offerte del Progresso (la squadra di Casalmaggiore n.d.a.) e scesi in Eccellenza.
D : E che ambiente trova?
R : Erano ultimi in classifica, una squadra forte che per oscuri motivi non girava...a Natale arrivo' in panca Marino Perani e con un lavoro sia fisico che psicologico ci fece disputare un super girone di ritorno.abbiamo fatto 40 punti e scritto una favola...
D : Anno nuovo vita nuova, parte l'avventura di Budrio targata Mezzolara...
R : A Febbraio iniziai a lavorare in una ditta di Bologna, era del presidente del Mezzolara che mi ingaggio' dicendomi che avrei potuto anche allenare; a quel punto presi 5 o 6 giocatori intelligenti e iniziai un progetto' che nel giro di tre stagioni, spendendo davvero poco, ci porto' immense soddisfazioni tra le quali l'accesso alla serie D.
D : E lei torna al Boca..
R : Esattamente, volevano vincere l'Eccellenza e scelsero me..ci riuscimmo con 72 punti in 34 giornate..un'annata strepitosa!
D : Altra avventura in D e lei quì chiude col calcio giocato..
R : Ormai allenavo, ero ancora tesserato come calciatore tanto che a Castel san Pietro feci l' unica apparizione stagionale coronata da un gran gol per il quale mi fece i complimenti l'arbitro e tutto lo stadio..applausi scroscianti pure dai tifosi avversari..
D : Un'ottima chiusura;due domande..la prima e' il ricordo più bello..
R : Ne ho due a dire il vero..il primo e' ovviamente l'esordio in serie B..l'altro e' invece più recente...
D : Dica dica..
R : L'anno della promozione col Mezzolara..ultima giornata, dobbiamo vincere per la matematica ma ci manca la punta titolare...
D : E che succede?
R : Mi schiero io, vinciamo 4-0 e faccio una quaterna...stupendo...
D : Complimenti..un bomber sempreverde...
R : In carriera, dalla primavera fino alla fine, ho segnato 204 gol.
D : Ottimo traguardo; ma passiamo alla seconda curiosità..il giocatore con cui ha giocato che poteva emergere..
R : Non ho dubbi..Marcomini! Era con me a Bologna, un fenomeno..lo fermò un gravissimo incidente in moto...
D : Grazie, torniamo a noi.. poi parte l'avventura in panchina..
R : Sì, stagioni buone ed altre meno, La vittoria del Campionato con l'Imola e' stata una delle maggiori soddisfazioni; dopo quella stagione mi operarono all'anca.."L'avessi fatto prima eh eh.."..e dovetti stare un po' fermo. Aprofittai per tenermi aggiornato, ricordo che mi chiamarono come relatore ad un incontro di tecnici; c'era Colomba tra gli altri...parlai una mezz'oretta del settore giovanile ed al termine vengo avvicinato dal capo degli osservatori del Catania..
D : Perche'?
R : Mi chiese se mi andava di fare una relazione riguardante il Sassuolo per il mister etneo Maran, risposi positivamente ed inizio' una bella collaborazione..
D : Che l'ha portata addirittura sulla panchina della mitica Honved di Budapest..
R : Andiamo per gradi..iniziai a fare l'osservatore con ottimi risultati; ho girato pure all'estero e lo consiglio vivamente a chiunque voglia intraprendere questa carriera...ti forma davvero tanto.
D : Parli tranquill,io ascolto...
Poi inizio a lavorare con lo Spezia di Stroppa e poi Mangia per i quali giro parecchio, finche' un giorno non mi contatta telefonicamente il mio vecchio amico Mancio (Roberto Mancini) che stava allenando il Galatasaray; mi chiede se posso andare al "Dall'Ara" a relazionare la Juve perche' non sa' a chi affidarsi..
D : E Lei?
R : Accetto, e in piu' faccio un lavoro che al Mancio piace tantissimo..così tanto che prima di un Carpi-Palermo mi chiama nuovamente per inviarmi a Londra ( i turchi avevano eliminato la Juve n.d.a.) a vedere Arsenal-Chelsea..da lì ho poi fatto Chelse-Manchester U., Chelse-Manchester C. e pure l' Aston Villa...un'esperienza a dir poco affascinante.
D : E la Honved?
R : Ci arrivo eh eh..tramite Mancio conosco lo zar Pietro Vierchowod che cerca un vice ed un tattico da portarsi in Ungheria...ci piacciamo e partiamo..
D : Bella avventura?
R : Sul piano sportivo no perche' siamo stati esonerati; su quello umano stupenda..come Pietro, una grande persona...
D : E adesso?
R : Ora sono in attesa, per adesso mi godo le vacanze in Sicilia eh eh..
D : E di quell'articolo sul Guerin Sportivo cosa resta?
R : Una gran soddisfazione, ricordi che ti porti dietro tutta la vita..
D : Glielo mando per E-Mail ok?
R : Cavoli grazie, sarebbe stupendo..
Stupendo e' sapere che nel calcio esistono ancora i Dario Di Donato...Grazie campione!!!